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Cronaca

La Croce Verde Meldola-Predappio torna in Moldova

L'obiettivo principale della spedizione nella poverissima repubblica fra Romania e Ucraina, scaturita dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, è aiutare le Case della salute di Telenesti

E' in pieno svolgimento l'ennesima missione della Croce Verde Meldola-Predappio nell'est europeo. Se giugno è stato dominato dal viaggio a Sarajevo assieme ad Ageop Bologna, per partecipare al Kid's Festival e sottoscrivere il “Protocollo d'intesa sulla cooperazione internazionale sanitaria a favore dei bambini della Bosnia Erzegovina per il trapianto di cellule ematopoietiche”, luglio è il mese del ritorno in Moldova.

L'obiettivo principale della spedizione nella poverissima repubblica fra Romania e Ucraina, scaturita dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, è aiutare le Case della salute di Telenesti attraverso un corso specifico di formazione per medici, infermieri e fisioterapisti. Con il presidente croceverdino Ferdinando Avenali sono partite le fisioterapiste Monica Castellucci e Cosetta Matassoni dell'ASL di Forli e il dottor Germano Pestelli. L'ex primario di Medicina Riabilitativa all'ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì, volontario a tempo pieno, non è nuovo a simili interventi, avendo maturato una grande esperienza nell'organizzazione di aggiornamenti in paesi a basse risorse economiche. “La Moldova - dichiara - è uno degli stati più poveri d'Europa, con strutture sanitarie ancora risalenti al periodo sovietico. Ha però in funzione le Case della salute, operatività interessanti nel settore dell'assistenza e della vicinanza sanitaria e sociale ai cittadini bisognosi di cure mediche”.

Proviamo a essere più chiari: “La Moldova - si legge nel progetto umanitario che ha condotto Pestelli e la Croce Verde meldola-Predappio a Chisinau - è un Paese in cui, a parte la capitale e altre due o tre città, la ruralità della popolazione è pressoché assoluta. Questo comporta azioni legate a prassi che tendono a mantenere il più possibile le persone con problematiche di salute lontane dagli ospedali, che sono per lo più Case della salute, cioè ospedali di comunità”. In quest'ottica, l'integrazione tra personale medico e paramedico è una funzione imprescindibile, come basilare è la conoscenza del territorio e dei bisogni delle persone.

I volontari romagnoli rimarranno in Moldova sino al 20 luglio: “Il nostro obiettivo - continua Pestelli - è formare ed aggiornare gli operatori sanitari territoriali ad una più proficua attività di riabilitazione, sia nell'organizzazione che nella pratica quotidiana”. Già lo scorso anno, la Croce Verde portò materiale sanitario a Telenesti, fra cui due autoambulanze donate dalla stessa Croce Verde e dall'onlus Pubblica Assistenza Città di Forlì. Fu in quell'occasione che si gettarono le basi per l'attuale progetto di formazione. “E' un processo - precisa Pestelli - che non avviene solo nei paesi a basse risorse, ma anche nel nord del mondo e soprattutto, nell'Europa occidentale e meridionale. La cosiddetta 'riabilitazione comunitaria' integra i saperi dei professionisti con la disponibilità dei volontari delle comunità di appartenenza. Favorisce il rientro al domicilio, migliora la qualità della vita di anziani e disabili e rende più coesa la comunità solidale”.

Il progetto “Case della Salute” si regge esclusivamente su base volontaria, potendo contare anche su Simfer-Società Italiana di medicina fisica e riabilitazione, Aifi-Associazione italiana fisioterapisti sezione Emilia Romagna e il patrocinio dell'Ambasciata Italiana a Chisinau. Novità di questi giorni è il contributo “una tantum” del Comune di Bertinoro, gemellato da anni con la città moldava di Budesti.

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