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Cronaca

La "palazzina Avis" rimessa a nuovo: ora è a zero emissioni e impiega solo un terzo dell'energia di prima

Il recupero, concomintante con l'apertura del rinnovato Campostrino, che si trova proprio di fronte, ha cambiato il volto di questo angolo di centro storico

E' stata restaurata, dopo circa un anno di lavori, la palazzina Avis, nell'intersezione tra via Giacomo Della Torre e via Lombardini. Il recupero, concomintante con l'apertura del rinnovato Campostrino, che si trova proprio di fronte, ha cambiato il volto di questo angolo di centro storico. Realizzata nel 1960, la struttura - dopo 60 anni di onorata attività - torna ad essere la "Casa del donatore", ospitando l'Avis e altre associazioni attive nel dono: l'Aido (l'associazione del dono degli organi e dei tessuti) e l'Admo (l'associazione dei donatori di midollo osseo). Secondo un accordo col Comune di Forlì, proprietario dell'immobile, l'Avis continuerà ad avere in uso l'edificio per i prossimi 50 anni, in cambio di corposi lavori per circa 800mila euro di valore.

VIDEO - La palazzina Avis recuperata: le immagini

Il restauro è stato presentato martedì mattina con una visita istituzionale del sindaco Gian Luca Zattini, con il presidente dell'Avis di Forlì Valdemaro Flamini, il direttore dei Lavori Marino Biserni. La palazzina sarà a zero emissioni non avendo nessun generatore proprio (ad eccezione della piccola pompa di calore per produzione acqua calda sanitaria), il fabbisogno energetico è stato ridotto ad un terzo di quello precedente, grazie all’allaccio alla centrale termica di quadrigenerazione dell’adiacente campus universitario. Sono state abbattute tutte le barriere architettoniche. L'edificio ospita un dipinto parietale ad opera di Maceo Casadei, un busto bronzeo commemorativo del pilota Erio Casadei ad opera dell’autore Ugo Savorana ed un bassorilievo bronzeo commemorativo del prof Ugo Loreto ad opera dell’autore Roberto de Cupis.

"È con immenso orgoglio che abbiamo inaugurato la rinnovata sede dell'Avis - afferma il sindaco Gian Luca Zattini -. La palazzina si è riappropriata del suo originario splendore al termine di un importante e strutturale intervento di riqualificazione e ammodernamento. Ringrazio il presidente dell'Avis Flamini per la dedizione e l’impegno che riserva nella sua attività di volontariato e il direttore Biserni, per il suo straordinario progetto. Donare sangue è un gesto semplice che può salvare la vita di molte persone. La cultura del dono è ciò che ci rende migliori".

Recuperata la palazzina Avis

Intanto, anche in questo periodo di pandemia, l'Avis Comunale Forlì e l’Unità di Raccolta (all'ospedale Morgagni-Pierantoni, via Carlo Forlanini 34) sono regolarmente aperti per garantire sangue e plasma a tutti i malati che ne necessitano. Recarsi a donare non espone al rischio di contagio. L’accesso al centro di raccolta avviene nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza e di distanziamento sociale previsti dalle disposizioni di legge. E’ indispensabile la prenotazione (telefono: 0543 735070 - 0543 735071  mail: puntoavis.fo@auslromagna.it) e il rispetto dell’orario di appuntamento per non affollare le sale di attesa. I donatori hanno la possibilità di partecipare allo screening regionale eseguendo il test sierologico, volontario e gratuito, in occasione della donazione entro il 31 dicembre 2020. Nell'ultimo anno, secondo i dati diffusi, i nuovi donatori sono aumentati dai 392 dello scorso anno ai 424 del 2020. Positivo anche il trend dei donatori che riprendono le donazioni, passati da 146 a 192. Per questo i "nuovi donatori" totali passano da 538 dello scorso anno ai 616 di quest'anno per l'Avis provinciale.

La storia della “Palazzina Avis”.

L'edificio attuale fu costruito tra il 1958 e il 1960, l'androne inizialmente era un portico, con scale esterne, poi chiuso con una vetrata pochi anni dopo. A sovvenzionare le spese della sua costruzione fu la famiglia di Telemaco Casadei, all'epoca titolare della concessionaria Moto Guzzi a Forlì, per mantenere viva la memoria del figlio Erio Casadei, morto in un incidente stradale a 23 anni nel 1956, giovane promessa del motociclismo forlivese. La palazzina a due piani era stata pensata apposta per le attività di centro trasfusionale che dal 1953 venivano eseguite nei sotterranei dell'adiacente ospedale Morgagni. L'edificio, di proprietà dell'Ausl, non venne passato all'Università  quando questa acquisì i padiglioni circostanti per il nascente campus universitario, ma divenne del Comune, che per un certo tempo la usò anche come sede della circoscrizione, oltre che come uffici dell'Avis. Attualmente vi si svolge solo l'attività amministrativa, associativa e sportiva di Avis, Aido e Admo, in quanto l'attività trasfusionale viene eseguita in locali appropriati del nuovo ospedale Morgagni-Pierantoni.

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