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Cronaca

"La partita in gioco va oltre l'Ucraina"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

""Mi rivolgo al presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare per amore del suo stesso popolo questa spirale di violenza e di morte": così Papa Francesco all’Angelus di domenica 2 ottobre. Il Pontefice ha sottolineato che la comunità internazionale ed i paesi che svolgono un ruolo esterno rispetto alla crisi scatenata dall’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia devono «fare di tutto per promuovere la causa della pace senza lasciarsi coinvolgere in una escalation» che potrebbe essere nucleare. Bisogna, al contrario, «ricorrere a tutti gli strumenti della diplomazia». Poi parlando al leader ucraino: «Rivolgo un fiducioso appello al Presidente Zelensky affinché sia aperto a serie proposte di pace».

Il solo pensiero, la sola ipotesi che possa accadere il sempre più probabile ricorso alle armi atomiche, abbattendo così l’ultimo tabù, quello definitivo, di un’umanità che somiglia sempre più a un treno senza macchinista in marcia inesorabile verso l’apocalisse è terrificante. Ecco perché quello che preoccupa non è solo il tono minaccioso delle dichiarazioni di Putin, ma anche il silenzio sia degli Stati Uniti che dell’Unione europea che sembrano voler dare una lezione a Putin più che cercare la pace, dimenticando che la partita in gioco va oltre l’Ucraina e che niente può giustificare il sacrificio di milioni di vite umane.

"L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi", scriveva Albert Einstein. E invece la trappola è stata costruita, anzi ne sono state costruite decine di migliaia. Mai come oggi il mondo si trova sull’orlo del precipizio. Ignorare tutto questo è colpevole. Dimenticare che la Russia è una potenza nucleare è da sconsiderati. Mettere l’“orso” all’angolo nella speranza che rinsavisca o si spaventi è illusorio e pericoloso.

Forse l’ostacolo maggiore per una pace negoziata è la paura della negoziazione stessa. I politici e i capi di governo, infatti, temono di essere percepiti dalle rispettive costituzioni o come pacifisti ingenui oppure come opportunisti con secondi fini. Ecco perché, in una situazione come l’attuale, il ruolo dei costruttori di pace è fondamentale. La mobilitazione della società civile internazionale tesa a dare vita a una “Alleanza per la Pace” è oggi, una iniziativa urgente e altamente meritoria. Ebbene, poco o tanto che sia, è almeno quello che ciascuno di noi può fare, da subito".

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