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Cronaca

"La prima carità al malato è la scienza", al Morgagni-Pierantoni si celebra il cardiochirurgo Giancarlo Restelli

Giancarlo Rastelli (1933-1970) è stato un cardiochirurgo e scienziato italiano, inventore delle tecniche Rastelli 1 e Rastelli 2, usate ancora oggi per migliaia di casi di bambini con problemi cardiaci

La Sala Pieratelli dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì ospita la mostra “La prima carità al malato è la scienza. Giancarlo Restelli, un cardiochirurgo appassionato dell’uomo”. La mostra, che rimarrà visitabile fino al 15 febbraio (dalle 9 alle 18), è promossa dall’associazione Amici dell’Hospice, dal Centro Culturale Don Francesco Ricci e dal Gruppo Cultura Ausl Romagna, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Forlì-Cesena, di Opi Forlì Cesena e della stessa Ausl Romagna. E’ possibile, previa prenotazione (Roberta tel. 348.8849753), effettuare visite guidate. All’evento di inaugurazione della mostra interverranno Marcello Galvani, primario Cardiologia dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, Chiara Locatelli, neonatologa dell’Ospedale S. Orsola di Bologna e Andrea Pace, laureando in Medicina e Chirurgia e curatore della mostra

Giancarlo Rastelli (1933-1970) è stato un cardiochirurgo e scienziato italiano, inventore delle tecniche Rastelli 1 e Rastelli 2, usate ancora oggi per migliaia di casi di bambini con problemi cardiaci. Deceduto a 37 anni per un linfoma, Rastelli visse una vita “normale”, dedicata alla famiglia, alla cura di piccoli pazienti, e al coraggioso affronto della sua letale malattia. Eccellendo nella ricerca, vinse uno stage presso la Mayo Clinic, uno dei maggiori centri di ricerca degli Stati Uniti, dove rimase e lavorò fino alla morte. Convinto che la competenza clinica e condivisione umana fossero complementari, espresse questa convinzione in una frase che ha dato il titolo alla mostra a lui dedicata, "La prima carità al malato è la scienza". Nella ricerca e nella pratica assistenziale si dedicò ai bimbi con cardiopatie difficili da trattare, fra cui bimbi con sindrome di Down.I suoi due interventi principali sono tuttora riferimento, per alcuni difetti cardiaci, nella cardiochirurgia moderna. Dopo la sua morte, molti furono i riconoscimenti e lettere che arrivarono alla famiglia. In forza di queste testimonianze, qualcuno cominciò a pregarlo in occasione di interventi chirurgici, specialmente al cuore. Oggi è in corso la sua causa di beatificazione, come esempio e stimolo ai giovani, ai medici e agli studenti.

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