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Cronaca

La quarta tappa della "Via della Speranza" nel segno di Annalena Tonelli e degli aiuti agli ospedali dell'Etiopia

Domenica, quarta tappa sulla Via della Speranza, il vescovo monsignor Livio Corazza ha celebrato la messa dalla sede dell’onlus Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo, fondata nel 1963 da Annalena Tonelli

"Siamo qui anche per essere segni di speranza per i più poveri nel mondo". Rimarrà nel cuore dei forlivesi la Messa di domenica, trasmessa su Teleromagna e sulle pagine Facebook e Youtube della Pastorale Giovanile diocesana, che il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza ha celebrato dalla sede del Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo. Nel luogo prescelto per la liturgia eucaristica, posto in via Lunga a Forlì, a pochi passi dal Seminario vescovile e dall’Emporio della solidarietà, "tutto parla di Annalena Tonelli".

La "Via della Speranza", la quarta tappa nel segno di Annalena Tonelli

La martire della carità, trucidata il 5 ottobre 2003 a Borama, in Somaliland, è una delle fondatrici del Comitato. L’onlus caritativa oggi presieduta da Davide Rosetti, è dedita statutariamente al sostegno di tanti progetti missionari ai quattro angoli del globo, finanziati grazie alla vendita di mobili, oggettistica, libri, giocattoli, metalli, carta e vestiti donati dai forlivesi. Nell’omelia, il vescovo prende spunto dal brano del Vangelo, imperniato sui due discepoli di Emmaus, che non si accorgono che il loro compagno di cammino, negli 11 chilometri da Gerusalemme a Emmaus, è il Signore, per rimarcare la necessità di vivere e credere nella speranza. "Anche noi come i discepoli di Emmaus, in questi giorni, in queste settimane, siamo sfiduciati. C’è qualche segno positivo, però non vediamo una fine che sia sicura per tutti". I discepoli non rimangono nella speranza, sebbene le donne di Gerusalemme avessero visto i segni della Resurrezione. Gesù stesso si fa vicino a loro e prende l’iniziativa.

"Oggi sono qui per dirvi che il Signore già cammina con noi, non ci abbandona, ci infonde speranza anche se ancora non ce ne accorgiamo". Gesù parte dalle Sacre Scritture: "Voi, che in questi giorni a casa avete sentito forse come non mai la mancanza della partecipazione alla santa Messa, sappiate che c’è un modo in cui il Signore si fa presente e può scaldare il nostro cuore, ed è l’ascolto della Parola. Una lettura, una meditazione, un ricordo, un ripensare, anche attraverso la recita del Padre Nostro e l’Ave Maria che sono sintesi del Vangelo. E’ importante sentire che il Signore ci scalda il cuore".

Gesù si ferma con i discepoli, dice grazie e spezza il pane condividendolo. Loro capiscono, lasciano tutto e ripercorrono quella strada di notte per andare a cercare gli 11 apostoli: si sono accorti di non poter fare a meno della comunità. "Oggi siamo qui al Comitato perché è un luogo dove Gesù già viene. Accogliere i poveri è accogliere Gesù. Nonostante i nostri problemi e le difficoltà grosse, non dimentichiamoci mai dei più poveri". Mons. Corazza ha chiesto ai vescovi di Garissa - Wajir e Mogadiscio – Borama, teatri della parabola terrena di Annalena, di mandare un messaggio.

“Loro cercano di essere un segno di continuità sulla scia tracciata da Annalena. Anche a Borama ci sono ammalati di Coronavirus e stanno cercando di curarli. Sono tutti amici che non vanno dimenticati. Li aiuteremo per quello che possiamo, perché anche noi dobbiamo essere segno di speranza, come lo è stato Gesù coi discepoli di Emmaus. Dobbiamo tenere vivo e aperto questo Vangelo nella nostra carne e solidarietà. Non lasciamoci vincere dal contagio del virus, reagiamo con fiducia e speranza perché il Signore è con noi. Seppure con tutte le cautele necessarie per la nostra salute, non si ammali la nostra solidarietà e la nostra generosità".

L'aiuto concreto

All’offertorio della messa, il Comitato ha voluto dare un segno concreto di aiuto ai poveri, attraverso un’offerta economica di 10mila euro al Cuamm (Medici per l’Africa) per gli ospedali dell’Etiopia. Il vescovo si è unito a questo gesto, devolvendo 3mila euro ciascuna alle realtà di Coroico (Bolivia), Wajir (Kenya) e Borama (Somalia). "Auguro al Comitato di riprendere presto l’attività - dichiara in conclusione - perché i poveri hanno bisogno di loro, come noi abbiamo bisogno dei poveri, perché questo momento sia davvero un’alba e non un tramonto: senza di loro non sarebbe possibile ripartire giustizia, verità e carità". Corazza ha invocato la benedizione del Signore su tutti noi, sulle famiglie e chi è ammalato, su tutti i medici e su quanti hanno responsabilità, che in questi giorni stanno decidendo la fase 2, "perché li illumini davvero la grazia del Signore per il bene di tutti e in particolare dei più poveri e dei più deboli".

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