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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La regione investe sulla divulgazione della memoria, un milione di euro per la storia del '900

"Un investimento importante a sostegno dei percorsi di ricerca storica e valorizzazione della memoria, in particolare verso i più giovani, in un'ottica organica che abbracci gli eventi cruciali del secolo scorso, senza preclusioni"

La regione Emilia-Romagna, durante l'assemblea legislativa regionale di mercoledì, ha approvato il progetto di legge “Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna” e ha stanziato un milione di euro per a favore dei soggetti attivi sul versante della conoscenza storica e della divulgazione della memoria, con particolare focus sulla storia del '900. “Un investimento importante - afferma la consigliera regionale del Pd Valentina Ravaioli - che dimostra come questa legge non si traduca in una pura dichiarazione d’intenti, ma in un’operazione concreta, a sostegno dei percorsi di ricerca storica e valorizzazione della memoria, in particolare verso i più giovani, in un’ottica organica che abbracci gli eventi cruciali del secolo scorso, senza preclusioni”.

La legge, che va a semplificare il quadro legislativo sui temi della memoria, si pone come obiettivo principale quello di promuovere la conoscenza dei fatti rilevanti sul territorio dell’Emilia Romagna durante il secolo scorso, considerati nelle loro interazioni con la dimensione nazionale ed europea: dai due conflitti mondiali, alle grandi trasformazioni sociali, dall’avvento del fascismo, alla resistenza e alla liberazione, dall’esodo giuliano-dalmata-istriano al terrorismo e alle stragi”. Sostegno alla ricerca, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio, ai percorsi di divulgazione e formazione, con un impegno forte a favore delle nuove generazioni, anche grazie all’attivazione di progetti didattici e viaggi della memoria, sono alcune delle misure prioritarie indicate. Centrale anche la promozione dei luoghi della memoria di cui si prevede una mappatura che, anche grazie all’uso delle nuove tecnologie e ai processi digitalizzazione, renda questi spazi più fruibili.

La norma riconosce il ruolo degli istituti storici, delle associazioni partigiane e reducistiche, delle Istituzioni di gestione e cura dei luoghi della memoria e del patrimonio storico e prevede forme di collaborazione con il mondo dell’associazionismo culturale, le scuole e l’Università. “Una sfida importante - conclude la consigliera - che considera la memoria attiva uno strumento per offrire strumenti critici, utili all’interpretazione del presente, a considerare con la giusta consapevolezza nuove preoccupanti ondate di intolleranza e fondamentalismo, senza dare mai per scontata la libertà di cui oggi possiamo godere”.

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