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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La strage di Tavolicci: la cerimonia di commemorazione

Domenica scorsa si è svolta a Tavolicci la cerimonia per ricordare la strage operata 72 anni fa dai militari fascisti del 4° battaglione della polizia italo-tedesca che causò la morte di 64 persone

Domenica scorsa si è svolta a Tavolicci la cerimonia per ricordare la strage operata 72 anni fa dai militari fascisti del 4° battaglione della polizia italo-tedesca che causò la morte di 64 persone, la stragrande maggioranza donne e bambini. 

La cronaca dell'orrendo massacro redatta da Don Giovanni Babini, parroco della vicina frazione di Pereto, a poco più di un anno dalla tragedia, fotografa quanto avvenne e tramanda l'orrore che pervase la piccola comunità del Comune di Verghereto. Don Babini così riportò l'accaduto: "La sera del 21 luglio 1944 una squadra di n° 5 agenti di polizia italo-tedesca si portava a Tavolicci  (piccola borgata di circa 80 abitanti, parrocchia di S. Maria in Montegiusto). Perlustrarono tutto il paese, penetrarono in tutte le case, simulando grande gentilezza e cortesia ed assicurando la popolazione che contro di essa non sarebbe stato fatto nulla e che quindi tranquillamente dormisse nella propria abitazione. La mattina seguente un'ora avanti il giorno, mentre gli abitanti di Tavolicci dormivano ancora tranquilli così vigliaccamente ingannati, una squadra di agenti di polizia italo-tedesca (in numero di circa 40) come belve feroci irrompevano nel paese. 

Alcuni circondandolo con mitragliatrici ed altri penetrando con violenza nelle abitazioni, imponendo a tutti gli abitanti di alzarsi e vestirsi immediatamente. Intanto gli uomini validi e i giovani venivano legati con funi e tratti sulla piccola piazzetta del paese affinché fossero spettatori del massacro e del martirio delle loro donne e dei loro bambini. Gli uomini vecchi ed invalidi furono barbaramente uccisi sulla soglia delle loro abitazioni, tutte le donne ed i bambini furono con spinte e minacce, rivoltella alla mano, radunati in un piccolo ambiente e fu loro intimato di stendersi a terra: erano madri urlanti e stringenti al petto i loro neonati, erano ragazze nel fiore della vita che imploravano pietà e misericordia, erano piccoli fanciulli atterriti che attaccati alle gonne delle loro madri piangevano e chiedevano pane. 

Il boia che aveva la faccia mascherata e che parlava benissimo l'italiano, sulla soglia della porta, atteso il momento opportuno, sparò varie raffiche di mitragliatrice su quel cumulo di vittime innocenti che inutilmente imploravano misericordia. Poi si ritirò chiudendo la porta, ma sentendo ancora delle grida, dei gemiti, ritornò per ben due volte sparando vari colpi di rivoltella sulle persone che accennavano ancora qualche segno di vita. Alcune donne e bambini che tentavano di fuggire furono barbaramente uccisi e massacrati. Una piccola fanciulla di 5 anni che forse aveva tentato di darsi alla fuga fu trovata completamente sventrata. Finalmente per coprire in parte il massacro e non lasciare traccia dell'orrendo delitto venne appiccato il fuoco al locale sottostante, adibito a stalla, unitamente a un paio di vacche, e così molti di quegli innocenti furono bruciati vivi. Intanto altri agenti si erano riversati contro le abitazioni e quindi rubavano ed asportavano ciò che faceva loro comodo e poi appiccarono fuoco a tutte le case. Gli uomini arrestati venivano trascinati a Campo del Fabbro (Comune di S. Agata Feltria) a circa due chilometri di distanza e qui venivano orrendamente massacrati e uccisi. Qualche donna e qualche fanciullo anche se feriti riuscirono ad evadere alla vigilanza delle guardie e a mettersi in salvo; altri riuscirono alla partenza degli agenti a fuggire dalla prigione in mezzo alle fiamme ed al fumo".

Alla cerimonia commemorativa hanno partecipato, tra gli altri, la senatrice Mara Valdinosi, Davide Drei, presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enrico Salvi, Monica Rossi e Gabriele Zelli, rispettivamente sindaci di Verghereto, di Mercato Saraceno e di Dovadola, Sara Samorì, Cristian Castorri, Livio Vetricini, Gianni Flamigni, Enrica Lazzeri, Gessica Allegni, Enrico Monti, amministratori dei comuni di Forlì, Cesena, Predappio, San Piero in Bagno, Bertinoro, Forlimpopoli, Ines Briganti e Vladimiro Flamigni, in rappresentanza dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Era presente anche una nutrita rappresentanza dell'Anpi provinciale con in testa il presidente Tamer Favali. Durante il corso degli interventi i giovani del Centro Pace di Cesena, che hanno partecipato al progetto "Terra e memoria", hanno evidenziato come il massacro di Tavolicci sia da inserire in un contesto che in molte parti del mondo non è cambiato e che vuole mettere in discussione la libertà e la democrazia a cui tutti i popoli intendono aspirare.

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