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Cronaca

La suffragetta inglese e gli amici romagnoli in mostra a Londra

Le famose suffragette inglesi che combattevano per ottenere il voto alle donne avevano amici romagnoli? Sì, alcuni anche da Ravenna, Forlì e Fognano

Le famose suffragette inglesi che combattevano per ottenere il voto alle donne avevano amici romagnoli? Sì, alcuni anche da Ravenna, Forlì e Fognano. Lo conferma una mostra inaugurata la settimana scorsa a Londra curata dallo scrittore e storico forlivese Alfio Bernabei da tempo residente in Inghilterra. Sylvia Pankhurst, una tra le più note suffragette militanti che finiva spesso in prigione negli scontri con la polizia, strinse amicizia con Decio Anzani di Forlì, Pietro Gualducci, nato a Fognano ed Emidio Recchioni nato a Russi. La mostra organizzata dall’Anpi-London è stata montata nel quadro delle celebrazioni in Inghilterra del centenario del voto alle donne ottenuto nel 1918 (il voto fu concesso solo a quelle avevano più di trent’anni). Bernabei ci teneva a dimostrare lo stretto legame tra questi romagnoli trapiantati a Londra e la Pankhurst e lo ha fatto esponendo documenti nella Charing Cross Library a due passi da Trafalgar Square.

“Questi romagnoli hanno storie affascinanti tutte da scoprire - spiega Bernabei - il rapporto di Gualducci con la Pankhurst ci aiuta a capire fino a che punto riuscì a farsi un nome in Inghilterra pur essendo partito da quello che un tempo doveva essere uno sperduto villaggio romagnolo di poche case”. I documenti ce lo presentano come un anarchico nei guai con la polizia fin da giovane. Scappa all’estero, va a combattere in Grecia, poi si aggrega alla Legione straniera prima di arrivare a Londra nel 1900 dove si mette al fianco di Errico Malatesta, il famoso anarchico che vive lì in esilio. L’incontro con la suffragetta avviene dopo che lei, credendo di trovare la rivoluzione comunista in Italia, va a trovare Antonio Gramsci a Torino e invece rientra a Londra dove è editrice di un giornale, allarmatissima dopo aver visto i primi scontri montati dalle camice nere. La Pankhurst è la prima influente persona inglese che dà l’allarme sul fascismo. Legata per amore al torinese Silvio Corio, è tramite quest’ultimo che conosce Gualducci il quale diventa subito un collaboratore del giornale pubblicando articoli che attaccano Mussolini frontalmente. Nasce un’amicizia che durerà fino a quando Gualducci scompare, si dice a Marsiglia.

L’altra amicizia della Pankhurst è col forlivese Decio Anzani, anche lui antifascista, e sul quale Bernabei ha scritto un libro e girato anche un documentario televisivo. “L’amicizia con Decio Anzani è così stretta che quando quest’ultimo viene arrestato per sbaglio dalla polizia, nella retata contro gli Italiani a seguito della dichiarazione di guerra di Mussolini al Regno Unito del 10 giugno 1940, la Pankhurst si rivolge perfino a Winston Churchill per farlo liberare - spiega Bernabei - purtroppo non fa in tempo. Anzani viene imbarcato su una nave diretta verso il Canada con altri internati. La nave viene affondata da un sottomarino tedesco. Muoiono più di 400 civili italiani, tra cui Anzani che la Pankhurst e il suo compagno Corio chiamavano affezionatamente “Dani”. La mostra, che permette ai londinesi di scoprire queste storie, è stata aperta da Bernabei accompagnato da Helen Pankhurst, nipote della suffragetta, e rimarrà aperta alla Charing Cross Library fino al 13 maggio.

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