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Cronaca

"La tomba di Quartaroli non sarà smantellata, ci riprenderemo 500 tombe storiche"

E' l'indicazione dell'assessore ai Lavori pubblici (che comprende anche i servizi cimiteriali) Francesca Gardini, data in Consiglio Comunale

Il Comune di Forlì non smantellerà la tomba del decorato della Prima Guerra Mondiale Mario Quartaroli, così come tutte le altre tombe di particolare pregio o verso cui la città nutre riconoscimento. E' l'indicazione dell'assessore ai Lavori pubblici (che comprende anche i servizi cimiteriali) Francesca Gardini, data in Consiglio Comunale. L'assessore ha risposto ad un question time nel corso del consiglio di martedì pomeriggio. 

E' vero che il Comune ha avviato una procedura di “diffida” pubblicata sull'albo pretorio e al cimitero dal momento che non sono individuabili gli eredi di Quartaroli, morto esattamente un secolo fa, a cui imporre la cura della tomba. Ma si tratta di un iter volto ad entrare in possesso delle strutture funebri, dopo aver dichiarato la decadenza della concessione, ma – garantisce Gardini – per curarle e non per demolirle. In totale sono tre le diffide uscite (la prima a luglio, la seconda ad agosto e la terza a settembre 2017) e riguardano numerose tombe in stato di incuria grave o di abbandono (con tumulazioni avvenute da almeno 50 anni). “Tutte le tombe oggetto di diffida e poi oggetto di eventuale pronuncia di decadenza, ritornano nelle disponibiltà del Comune, ma non necessariamente vengono riconcessionate, tanto meno smantellate”, spiega Gardini.

E questo anche per effetto del Codice dei Beni Culturali, che da un paio di mesi ha vincolato una vasta porzione del cimitero storico con la “dichiarazione d’interesse culturale ai sensi dell’art. 15 c.1 del Decreto Legislativo 42/2004” per quanto riguarda tutta la porzione dei “fabbricati” contenenti le arcate, le tombe lungo lo stilobate, tutte le tombe dei Reparti all’interno dell’area antica delle arcate, tutto l’avancorpo e anche i Reparti dietro al Pantheon fino al limite delle logge dei loculi su via Tripoli (queste ultime escluse).

Continua Gardini: “L’intenzione delle diffide adottate in questi ultimi mesi è di risanare una situazione di incuria o abbandono vecchia ormai di oltre 50 anni, a volte parliamo anche di 100 anni o più. Le tombe in stato di incuria o abbandono sono, solo nella area delimitata dalle arcate, circa 500. Tra queste alcune sono opere d’arte, altre contengono i resti di personaggi più o meno famosi o illustri”. Per quanto riguarda la tomba di Quartaroli “si tratta di un “Tombino doppio a raso” ove sono sepolti i resti anche di altri due cittadini, la tomba in stato di evidente abbandono e con ultima tumulazione avvenuta nell’anno 1926, è stata inserita nella diffida pubblicata in agosto 2017. Sopra al prato sovrastante i 2 voltini sotterranei, vi è un monumento che chiaramente ricorda l’eroe Quartaroli”.

Continua quindi Gardini: “Detta sepoltura è già nell’elenco delle oltre 50 sepolture che la Città di Forlì ricorda “in memoria” con riconoscimento e affetto, come quella con i resti di Romolo Laghi oggetto di diffida pubblicata a luglio 2017”. Quindi “la diffida, e l’eventuale e conseguente pronuncia di decadenza della concessione, sono atti in grado di riportare i manufatti e le aree alla titolarità originale del demanio comunale, che potrà così provvedere alla manutenzione, ri-concessione o restauro. Nelle oltre 500 tombe in stato di abbandono e incuria (che sono o saranno oggetto di diffida) vi sono altri personaggi e soprattutto opere di pregiata fattura. Alcune epigrafi o monumenti sono sicuramente un patrimonio che non può essere oggetto di mera ri-concessione”.

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