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Cronaca

La vita ai tempi del Coronavirus - "Dovevamo capire la differenza fra vivere e sopravvivere. Ora forse ci siamo riusciti"

"All'inizio dell'emergenza ero molto combattuta, avevo dato la mia disponibilità nel prestare servizio come infermiera, ma poi ho capito che di me c'era bisogno da un'altra parte. Così è stato"

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"La vita ai tempi del Coronavirus", ma è giusto parlare di vita? Abbiamo veramente vissuto o siamo sopravvissuti? A me piace pensare che ce la siamo vissuta, ce la stiamo vivendo, e siamo fortunati a vivercela ancora. Ed è proprio nel rispetto di chi non c'è più che voglio portare la mia testimonianza, perché vi assicuro che c'è chi da questo momento così difficile ha riscoperto l'essenza della vita oltre il dolore.
Mi chiamo Francesca, sono un'infermiera che ha deciso di dedicarsi completamente allo studio e alla ricerca nel campo della Meditazione, così ho abbandonato il campo medico per il campo olistico. Ora mi occupo di benessere alternativo attraverso strumenti della tradizione orientale. Da Cesena mi sono trasferita da poco a Bertinoro, e in questo periodo la bellezza del panorama che vedo ogni mattina è l'unica cosa che mi nutre di fiducia verso il futuro di questo angolo di paradiso che vive di turismo e buona cucina.

All'inizio dell'emergenza ero molto combattuta, avevo dato la mia disponibilità nel prestare servizio come infermiera, ma poi ho capito che di me c'era bisogno da un'altra parte. Così è stato. Sui profili social del mio studio olistico sono rimasta in comunicazione con tutti i clienti e mentre nel mondo dilagava rabbia, paura e dolore noi tutti abbiamo deciso che questo periodo fosse un buon momento per fermarsi, ascoltarsi, e guardare da fuori la propria vita. L'importanza di avere un proprio credo, una propria fede interiore, di sapersi ascoltare, di saper riconoscere che tutto arriva per una ragione ha permesso a tante delle persone che hanno voluto condividere con me percorsi di consapevolezza di prendere solo il meglio di questo periodo. Anche se apparentemente il meglio non c'è, o per lo meno non lo si vede, abbiamo deciso di essere vivi, perché quando rimaniamo nudi delle nostre sicurezze come il denaro, il lavoro, la nostra routine quotidiana cosa rimane?

Rimane tutto ciò che interiormente abbiamo costruito, la nostra forza, la nostra tenacia, la nostra voglia di libertà, la voglia di donare un futuro più roseo ai nostri figli. Anche se tutto là fuori sembra nero, c'è sempre uno spiraglio di luce, che arriva da dentro, la luce della speranza. E noi in questo periodo abbiamo capito che se non c'è luce là fuori, c'è luce qui dentro. Una luce che va coltivata, e noi ci siamo riusciti con la meditazione o semplicemente con l'ascolto interiore di quelli che erano i nostri bisogni, di cui ci eravamo completamente dimenticati perché troppo presi dal ritmo veloce della vita. La vita ai tempi del Coronavirus, sì la vita, perché dovevamo capire la differenza fra vivere e sopravvivere. Ora forse ci siamo riusciti.


Francesca Nucci (Bertinoro)
 

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