Le armi di cui si è disfatto, i guanti intrisi di sangue, una piccola macchia sulle scarpe: gli indizi contro Daniele Severi
Elementi di per sè suggestivi su cui, però, accusa e difesa danno visioni diverse e spesso opposte, come spesso succede nella dialettica giudiziaria in questi casi.
Ci sono vari indizi dietro la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna di mantenere in carcere Daniele Severi. Elementi di per sè suggestivi su cui, però, accusa e difesa danno visioni diverse e spesso opposte, come spesso succede nella dialettica giudiziaria in questi casi. Vediamo cosa è emerso fino ad ora e cosa fa sì che Daniele Severi, 63 anni, resti in carcere come l'unico indiziato del delitto del fratello Franco, l'agricoltore 53enne di Civitella di Romagna trovato morto decapitato il 22 giugno scorso tra i rovi nei pressi del suo casolare di Ca' Seggio.
La pistola abbatti-buoi e la canna di fucile
Il 6 luglio scorso, tracciando i movimenti del sospetto, i carabinieri giungono in via Maglianella per ispezionare un'attrezzaia non di proprietà di Daniele Severi, ma in suo utilizzo, dove l'uomo detiene attrezzi e i cani. Poco dopo un viaggio di Daniele nella zona di Magliano, due giorni prima dell'arresto, i militari controllano le pertinenze dell'attrezzaia e scoprono nascosto sotto un ponte e abbandonati una pistola abbatti-buoi e una canna di fucile. La canna di fucile ha una matricola riferibile ad un'arma detenuta da Daniele, però venduta tempo addietro (senza la canna a quanto pare), mentre anche l'abbatti-buoi è riferibile a lui, in quanto sua proprietà da molti anni. L'indagato ha ammesso di essersi disfatto di entrambi gli oggetti, ma non ha fatto alcuna ammissione su un uso dell'arma - uno strumento impreciso per lo stordimento e l'uccisione di capi di bestiame - sul fratello.
La decisione del Riesame: Daniele Severi resta in carcere
La pistola, all'esame del Ris di Parma, non ha segni evidenti di essere stata impugnata da Daniele Severi, mentre la canna di fucile di per sè era inservibile senza il resto dell'arma. Non si può definire, quindi, la pistola come l'arma del delitto, ma contemporaneamente risulta sospetto che Daniele Severi l'abbia buttata via proprio mentre era nel mirino delle indagini. Lui avrebbe spiegato di averlo fatto per paura. Inoltre senza una compatibilità tra la pistola e le ferite sul corpo della vittima il caso diventa un vero e proprio giallo, dal momento che le ferite fatali sono con ogni probabilità sulla testa mancante, e mai ritrovata, di Franco Severi.
I guanti intrisi di sangue
Nella macchina di Daniele Severi, una Panda, sono stati trovati nel vano motore un paio di guanti intrisi di sangue della vittima. Anche in questo caso un indizio inquietante, che collega direttamente il decesso ad un oggetto del fratello. Tuttavia, a difesa di Daniele è emerso, sempre agli esami scientifici, che non ci sarebbe il Dna dell'indagato nella parte interna, dove cioè i guanti vengono indossati. Insomma, non è accertato al momento che li abbia indossati lui. Da parte sua Daniele Severi avrebbe contro-argomentato, negli interrogatori, di non conoscere l'origine di quei guanti e che qualcuno li avrebbe messi nella sua auto per far ricadere su di lui la colpa. Il resto della macchina non avrebbe tracce ematiche, ma la Procura obietta che è stata accuratamente lavata.
Le tracce ematiche sulle scarpe
Su un paio di scarpe dell'indagato è stata trovata una piccola macchia di sangue della vittima, ma talmente piccola che non è stato possibile datarla. Per la difesa potrebbe essere una vecchia macchia, risalente a ben prima del momento dell'omicidio. Severi avrebbe detto di non ricordare un'occasione in cui il sangue del fratello è sgocciolato sulle sue scarpe.
Le immagini di un distributore di benzina
Infine in mano agli inquirenti ci sono le immagini di videosorveglianza di un distributore di benzina che individuano una Fiat Panda come quella in uso a Severi, in transito sulla strada provinciale in un orario compatibile a quello della morte di Franco. Tali immagini tuttavia non rendono visibile la targa del mezzo.