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Cronaca

Le Clarisse di San Biagio festeggiano la Beata Vergine delle Grazie

Al termine del triduo di preghiera avviato mercoledì scorso, le sette monache di clausura oggi dimoranti in piazzetta Garbin, invitano fedeli e amici alle celebrazioni

Le Clarisse di San Biagio festeggiano la Beata Vergine delle Grazie. Domenica 21 maggio, al termine del triduo di preghiera avviato mercoledì scorso, le sette monache di clausura oggi dimoranti in piazzetta Garbin, invitano fedeli e amici alle celebrazioni programmate nella nuova chiesa interna del monastero, con accesso da via San Giovanni Bosco, 4. Momento culminante sarà la messa delle 7.30, celebrata da padre Costantino Tamagnini, frate Minore assistente spirituale delle monache. Nel pomeriggio, alle 17.30, recita del Rosario, seguito alle 18 dall’adorazione eucaristica e dalla preghiera dei secondi vespri. Alle 21, sempre all’interno della chiesetta inaugurata il 19 maggio 2011 e dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, detta anche “Madonna della Ripa”, Giampiero Pizzol metterà in scena “Una bambina di nome Maria” con Laura Aguzzoni.

La Beata Vergine delle Grazie è un’immagine mariana, staccata dal muro del Molino della Ripa in cui era stata dipinta da mano ignota nella prima metà del Trecento. Nel 1797, in seguito alla soppressione dell’ordine decretata dalle truppe napoleoniche, l’affresco ha seguito le suore nel loro lungo peregrinare, fino all’approdo definitivo presso l'ex convento di San Girolamo, già sede dei Frati Minori Osservanti e oggi detto di San Biagio. L’affresco della Beata Vergine delle Grazie ha trovato nuova e dignitosa dimora in un’edicola posizionata sul lato destro del presbiterio della chiesa. L’effigie è chiamata anche “Madonna della Ripa”, perché dipinta sul muro del molino omonimo, che utilizzava l’acqua di un braccio secondario del Montone oggi interrato. L’icona era venerata dal popolo perché rimasta miracolosamente illesa in una straordinaria piena del fiume. Gli stessi forlivesi nel 1495 vollero metterla al sicuro, affidandola alle Clarisse, che all’epoca dimoravano nel grande monastero della Torre, detto anche della Ripa. E qui rimase per tre secoli.

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