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Cronaca

Ricostruire i trent'anni di storia della Bussola: si cercano ricordi e testimonianze

E' stato un luogo del cuore per generazioni di romagnoli. Uno dei simboli degli anni ruggenti, quando la crescita economica galoppava. E tra una cosa e l'altra c'era il tempo per riempire le prime discoteche

E' stato un luogo del cuore per generazioni di romagnoli. Uno dei simboli degli anni ruggenti, quando la crescita economica galoppava, dove chi era bravo e costante nel giro di poco tempo passava dalla povertà all'acquisto dell'Alfa Romeo Giulia. E tra una cosa e l'altra c'era il tempo per riempire le prime discoteche. Si tratta della Bussola, il grande locale di Fratta Terme che è ormai chiuso da oltre vent'anni, ma almeno è ancora in piedi, a differenza della sorella “Porta d'Oro”, che si trovava a pochi chilometri di distanza, da anni abbattuta per realizzare un'area residenziale. Tracciare la storia della Bussola, e in generale della Romagna che anche intorno a questo locale si è sviluppata ed ha prosperato, è lo scopo del nuovo libro di Mario Russomanno “Ricordando la Bussola”, finanziato grazie a sponsor.

Appello per ricostruire la storia collettiva del locale

Il libro è ancora in fieri. Russomanno ha lanciato su Facebook un primo capitolo “pilota” per mostrarne il taglio, a cavallo tra una vita che si svolgeva dentro e una fuori il locale, che nacque nel 1963, prima della Porta d'Oro e del Bul Bul, gli altri storici locali del divertimento forlivese di quegli anni. “Era un ricettacolo di storie di vita provenienti da tutta la Romagna – spiega Russomanno -. Qui sono sbocciati amori che si sono poi trasformati in matrimoni duraturi, si sono vissuti momenti e successi che ancora chi li ha vissuti conserva come un ricordo prezioso”. Tra questi anche il ricordo personale di Russomanno stesso: “Era a due chilometri da casa mia, ci andavamo in un gruppo di ragazzotti, a piedi sia all'andata che al ritorno”. L'autore del libro chiede ora a tutti coloro che serbano un ricordo o un aneddoto collegati alla Bussola di comunicarlo, per condividerlo e per ricostruire una sorta di storia collettiva del glorioso locale bertinorese. Gli amori qui sbocciati, le compagnie di amici, le feste, i tantissimi concerti che alla Bussola si sono tenuti.

Gli inizi, le persone, la musica e la fine

La storia della Bussola sarà tracciata dal 1963, anno in cui aprì i battenti, fino al 1988, fino a quando operò stabilmente. Aperture, però, ce ne furono fino al 1993 almeno. Russomanno sta anche cercando di definire la “data finale” in cui sono cessate completamente le attività. Gli ultimi anni, infatti, la Bussola rimase aperta solo come “Bussolino”, il privè che per molti anni ha convissuto con la discoteca “madre” e poi per qualche anno è sopravvissuto da solo. La struttura fino ai primi anni Duemila è stata di proprietà di una famiglia del posto, i Bazzocchi, il cui capostipite per quanto riguarda il locale fu un orchestrale di Secondo Casadei, quest'ultimo nei primi anni fu presente anche alla società proprietaria. “I volti più noti erano quelli di Ornella, che era la manager del locale, e di Ermes Ronchi, il direttore artistico che aveva i contatti giusti per far giungere fino alla Fratta i big della musica”. Perché  “la storia della Bussola è anche la storia della grande musica di allora – illustra Russomanno -. I più grandi passarono da qui: da Mina a Renato Zero, da Gianni Morandi a Cocciante e tantissimi altri. Molti gruppi e artisti allora emergenti si affermarono anche suonando alla Bussola”. Pure questa è una storia sepolta nelle memoria collettiva romagnola che andrà riportata alla luce grazie al libro.

Per fare le segnalazioni

Per chiunque voglia mandare una segnalazione per il libro l'indirizzo e-mail è: bussolalibro@gmail.com, oppure si può visitare e mandare messaggi tramite la pagina Facebook dedicata all'iniziativa: www.facebook.com/bussola.libro . E visto che i ricordi più “datati”, quelli degli inizi, sono serbati ancora vividamente nelle memorie di persone la cui classe di età viaggia sui settant'anni, l'invito a partecipare a quest'iniziativa di memoria collettiva è aperto anche a figli e nipoti, affinché li aiutino se i più anziani non sono molto pratici di e-mail e fb.

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