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Liceo Artistico, la dirigente risponde a Pompignoli: "Uscita infondata, basata su mezze verità"

Elettra Stamboulis, risponde alle osservazioni del consigliere regionale della Lega e capogruppo a Forlì, Massimiliano Pompignoli

"Venga a fare un giro nelle classi e chieda ai nostri studenti come vivono la scuola, forse si vorrà iscrivere anche lei". Così la dirigente del liceo artistico e musicale ‘Canova’, Elettra Stamboulis, risponde alle osservazioni del consigliere regionale della Lega e capogruppo a Forlì, Massimiliano Pompignoli, che ha voluto dar voce "al clima di protesta che da qualche giorno serpeggia all'istituto scolastico a causa del continuo via vai di studenti e professori in aule e plessi di tutta la città". 

LA PROVINCIA - "Rotazione aule all'Itaer soluzione temporanea"

"In questa esternazione - premette Stamboluis rivolgendosi a Pompignoli - parla di una situazione che lei descrive come apocalittica. Capisco che siamo in campagna elettorale, ma ritengo che ci si dovrebbe comunque attenere ai fatti, avere rispetto dei ruoli istituzionali e riflettere prima di premere il grilletto, senza scrivere per sentito dire".

"La nostra scuola insiste su diversi plessi almeno dal 2017. Sin dalla nascita del liceo musicale si è utilizzata la sede di Palazzo Sangiorgi per le ore di indirizzo del musicale, la sede della Diego Fabbri (scuola primaria del centro - lo segnalo perché magari non è molto avvezzo) per le ore di materia comune e per il laboratorio di tecnologia - illustra -. Quindi diciamo che da sempre i nostri studenti, in particolare del musicale, sono stati abituati a muoversi su diverse sedi sulla base delle giornate. Quale sarebbe la novità?".

"La nostra offerta formativa è peraltro talmente piaciuta in questi anni che siamo passati da tre classi prime di Liceo Artistico del 2019 a sette nel 2021, confermate nel 2022 e una lista d'attesa che non potremo scorrere perché abbiamo raggiunto la capienza massima - continua la dirigente scolastica -. Già con la pandemia, si era reso necessario l'utilizzo di uno spazio più adeguato che garantisse le distanze, ma anche un diverso confort visto che una scuola primaria non è pensata per degli adolescenti. Così si individuò, congiuntamente al Comune di Forlì e alla Provincia, la sede dell'ex Gil in viale della Libertà, dove siamo rimasti fino a giugno 2022. Quella sede per diversi motivi era ottimale perché vicina alla stazione e perché permetteva di prevedere più semplici scambi dei docenti tra le sedi".

"Poi il Comune ha ritenuto che fosse prioritaria la realizzazione di un museo dello sport e che noi dovessimo trovare un'altra collocazione - aggiunge -. Così la Provincia ha eseguito dei lavori straordinari ricavando alcune aule presso l'Itaer Baracca per questa fase transitoria, ovvero fino a quando non saranno realizzati nuovi locali che comunque saranno sempre in altra sede. Ad ogni buon conto, e questo è il punto nodale, da dieci anni gli studenti si muovono su diverse sedi. L'orario potenziato sperimentato negli ultimi due anni scolastici e che prevedeva già dall'anno scorso la settimana corta per alcune classi, è stato esteso a tutti, visto l'alto gradimento da parte degli studenti e gli ottimi risultati didattici ottenuti: siamo passati da un tasso di bocciatura nel biennio del 16,8% del 2019 al 7,4% del 2022. Ci sono diversi studi infatti che insistono sull'importanza di un'organizzazione oraria di questo genere, tant'è che in tutta Europa si va a scuola per cinque giorni (di norma dal lunedì al venerdì, ma in Francia si sta a casa anche di mercoledì) e non per sei".

Argomenta ancora Stamboulis: "Le nostre ore sono spesso con docenti in compresenza per favorire la didattica interdisciplinare e permettono di avere sportelli di supporto nelle materie critiche per tutto l'anno". Semmai, attacca, "c'è una carenza importante nei trasporti pubblici, nell'idea della mobilità urbana e interurbana che si basa unicamente sul trasporto sul proprio veicolo privato. Ha mai provato ad usare le bici del Comune? Io sì, è da tre settimane che combatto per riuscire a raggiungere con serenità la scuola dalla stazione e non demordo, ma se ci prova seguendo le istruzioni sui totem verificherà che persino il numero di telefono per le informazioni indicato è sbagliato! Forse a lei non interessa, perchè un po' di confusione prima delle elezioni sparando sulla scuola pubblica fa sempre bene? Forse poteva telefonare o chiedere direttamente alla scuola notizia di questi "gravi disagi"? Venga a fare un giro nelle classi e chieda ai nostri studenti come vivono la scuola, forse si vorrà iscrivere anche lei".

Quindi sottolinea "alcuni elementi di verità che forse per riflettere sarebbero d'aiuto. Con l'Istituto comprensivo numero 1, di cui fanno parte Diego Fabbri e Caterina Sforza, condividiamo i locali dal 2016/17. Per farlo non notifichiamo al Comune, se non dopo gli accordi tecnici dirigenziali nell'ambito dell'autonomia scolastica, che sono previsti dalla legge. Dopodiché, se gli accordi non prevedono oneri come nel caso dell'utilizzo delle aule dello Sforza al sabato, lo comunichiamo dopo i relativi passaggi nei nostri organi colegiali (consiglio d'istituto) agli enti locali interessati".

Secondo punto: "La scuola è di tutti, non è del Baracca, dello Sforza, del Masini, ma dei contribuenti e quindi dei ragazzi e delle ragazze che li usano per un fine pubblico, l'educazione e l'istruzione secondaria in questo caso. Forse questo aspetto le sfugge, ma vale la pena sottolinearlo, visto che a più riprese proprio l'ente locale di cui lei rappresenta una parte politica, ha agito e deciso come se il destino degli studenti del Liceo Canova nello specifico non fosse problema suo. Quindi utilizzare lo spazio pubblico di tipo scolastico sulla base delle necessità degli allievi del momento, non solo è una scelta di sostenibilità, ma è anche una scelta che intercetta i principi costituzionali".

Quindi ricorda come "la necessità di andare all'Itaer nasce dalla scelta di non posticipare i lavori del Comune di Forlì in viale della Libertà. Che cosa ne pensa lei?". E ancora: "La convenzione con l'Istituto Masini, che è un ente morale la cui proprietà è del Comune di Forlì ed è un istituto musicale comunale, è alla firma dopo molti tentennamenti e difficoltà: che cosa ne pensa lei dell'idea che sia solo di un anno o due e che un altro ente pubblico (sempre soldi dei contribuenti) trasferisca ad un altro ente pubblico una sorta di affitto per l'utilizzo?". Altro interrogativo: "Ha senso che una scuola come il Masini, di proprietà pubblica e che funziona solo di pomeriggio visto che non è Conservatorio e neanche liceo musicale, sia vuota di mattina? Non sarebbe meglio che fosse piena di studenti del liceo musicale che si formano in una scuola pubblica statale che rilascia un titolo effettivo?".

"Lo stesso Comune ci aveva chiesto di trasferire la classe di percussioni alla Fabbrica delle Candele - prosegue la dirigente scolastica -. Per rispondere a questa esigenza la scuola ha acquistato nel mese di dicembre 2021 materiali per 11.000 euro. Poi questa disponibilità è svanita. Che cosa ne pensa lei di questo aspetto?". Stamboulis segnala inoltre "che la situazione della facciata del nostro liceo è sicuramente degradata esteticamente, ma si è resa necessaria per motivi di sicurezza. D'altro canto non mi sembra che altre scuole che sono sotto la responsabilità ordinaria del Comune siano messe meglio: la questione della manutenzione e della cura degli edifici pubblici, soprattutto di pregio come il nostro, sono questione che dovrebbe interessare tutti, in particolare chi governa la città che potrebbe condividere con l'ente sovraordinato, in questo caso la provincia, programmazione e intenti, invece di limitarsi a dei dardi pre elettorali di dubbio gusto".

"Le chiedo - conclude la dirigente rivolgendosi a Pompignoli - tutti questi chiarimenti perché in tutti questi tre anni, pur nella gestione faticosa e complessa di una scuola bellissima come la nostra, che meriterebbe un'altra cura da parte della città che la ospita, non mi sono mai permessa di esternare, come lei ha fatto, giudizi e sentenze sulle scelte politiche del suo Comune. Tuttavia la sua uscita infondata, basata su mezze verità e su una conoscenza frammentata e superficiale della nostra istituzione mi costringe a questo".

La controreplica

Scrive a sua volta Pompignoli: “Non si tratta di un sentito dire. Sono le famiglie, gli insegnanti e gli studenti che lamentano disagi. Sono loro che vengono sbattuti ogni settimana in giro per la città e che la Preside dovrebbe ascoltare. Ci vorrebbe da parte sua un pochino più di umiltà, maggiore senso di responsabilità e un approccio più collaborativo, diciamo anche apolitico. Perché non tutti i colleghi, le dirigenze scolastiche e gli istituti di questa città sono a sua disposizione. La scuola non è di sua proprietà, non è un monile che può indossare e rigirarsi come le pare. È vero che la scuola è di tutti, ma è anche vero che il rispetto si esercita a partire dal rapporto con le istituzioni e la comunità. E quel rispetto la Preside l’ha perso per strada, nel momento stesso in cui il suo concetto di normalità investe unilateralmente decine e decine di studenti, famiglie ed insegnanti. Perché, se ho capito bene, per la Preside è normale che da dieci anni i ragazzi si muovano su diverse sedi. È normale, dal suo punto di vista e ben sapendo che c’è un problema di spazi, continuare ad accettare nuove iscrizioni senza prima aver concordato con gli altri enti e il Comune un piano di gestione della didattica il meno invasivo possibile".

"Per la preside Stamboluis tutto è normale perché tutto le è dovuto. Io invece credo che non ci sia nulla di normale in tutto questo.  Per non parlare poi dell’acredine che Stamboluis mal cela nei confronti del Comune di Forlì, la cui matrice politica è più che evidente. Tanto da tirare in ballo i trasporti pubblici, la mobilità urbana, le biciclette del Comune, i totem, la Fabbrica delle Candele e altre innumerevoli cose che nulla hanno a che vedere con l’oggetto. E' avvilente per non dire imbarazzante, inoltre, quanto sottinteso dalla Preside circa la gestione degli spazi all'ex Gil e il fatto che, a suo dire, gli studenti del Canova sarebbero stati scalzati dalle aule fornite in prestito dal Comune per far spazio al nuovo Museo della Ginnastica e al nuovo Auditorium. Chiedo alla Preside che cosa avrebbe dovuto fare il Comune, tenuto conto che stiamo parlando di un cantiere di milioni di euro su cui oltretutto incide l'Art Bonus e i cui lavori, come da cronoprogramma già noti lo scorso anno, sono stati affidati a seguito di avviso pubblico poche settimane fa. Se ho capito bene, nelle Sue intenzioni, il Comune avrebbe dovuto bloccare tutto accontentandola ancora una volta senza fiatare".

"Da ultimo, ma non per importanza, voglio ricordare alla Preside un concetto molto semplice: il liceo artistico musicale “Antonio Canova” è di proprietà della Provincia non del Comune. È la Provincia che deve averne cura. È la Provincia che deve provvedere alla sua manutenzione e investire sul potenziamento degli spazi. È sempre la Provincia che deve sanare eventuali criticità o situazioni di emergenza. Non il Comune", conclude Pompignoli.

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