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Cronaca

Uso dei Velo Ok, la Prefettura detta le linee guida ai sindaci: ecco dove devono essere presenti le pattuglie

È stata, inoltre, richiamata l’attenzione sull’esigenza di "accertare che i misuratori di velocità, già omologati, mantengano invariati gli standard meccanici e funzionali"

La Prefettura di Forlì-Cesena ha inviato una nota a tutti i sindaci della provincia per fornire le indicazioni di carattere generale in ordine alle modalità di impiego dei Velo Ok, i dispositivi di rilevamento della velocità il cui utilizzo sta diventando sempre più frequente sul territorio locale. "Scopo principale della lettera inviata agli enti locali, che richiama le principali linee guida in materia fornite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con numerosi pareri, è quello di assicurare l’uniformità dell’attività di rilevazione delle infrazioni eseguita con tali apparecchiature sul territorio provinciale", viene spiegato.

Nella missiva è stato evidenziato che "l’unico impiego consentito dei "Velo Ok" è quello di prevedere l’installazione, al loro interno, di misuratori di velocità di tipo approvato precisando che, in tal caso, si applicano le disposizioni vigenti in materia di controllo della velocità (il richiamo è alla disciplina in materia di autovelox)". Viene, inoltre, chiarito che "anche una collocazione fissa delle postazioni non implica necessariamente un’attività di rilevamento continuativa, potendo i box accogliere al loro interno, anche saltuariamente, gli apparecchi di controllo della velocità".

Quanto alla collocazione dei manufatti in questione, è stato precisato che "gli stessi possono essere utilizzati su tutte le tipologie di strada con la presenza degli agenti; anche senza la presenza dell’organo accertatore ma, in tal caso, gli apparecchi devono essere debitamente approvati per il funzionamento automatico e potranno essere installati soltanto su autostrade e extraurbane principali, oppure su strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento o tratti di esse, individuati con decreto del Prefetto".

"Considerato, dunque, che il frequente ricorso ai "Velo Ok" riguarda, per lo più, le strade urbane locali e di quartiere, oppure quelle urbane di scorrimento ed extraurbane secondarie non individuate dal citato decreto prefettizio, gli enti locali che installano il manufatto dovranno assicurare il necessario presidio degli organi accertatori, al fine di non inficiare la legittimità degli accertamenti eseguiti - viene ricordato -. A tale proposito, è stata rilevata la necessità di assicurare - da parte delle Polizie Municipali dei Comuni che faranno ricorso a tali dispositivi - la contestazione immediata delle violazioni rilevate, in aderenza a quanto disposto dal Codice della Strada, atteso che la contestazione differita, pur prevista dallo stesso Codice, rappresenta un’ipotesi eccezionale e, come tale, deve essere supportata da adeguata motivazione".

È stata, inoltre, richiamata l’attenzione sull’esigenza di "accertare che i misuratori di velocità, già omologati, mantengano invariati gli standard meccanici e funzionali che hanno dato luogo alla loro approvazione, nonché di assicurare l’effettiva visibilità dei box con apposita segnaletica, ben visibile per l’utenza e posizionata nelle forme e nei modi previsti dalla disciplina di settore".

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