Botta e risposta al vetriolo tra sindacati: "Cassa di resistenza, tentativo di recuperare credibilità da parte della Fiom"
Da una parte la Fiom ha scelto la linea degli scioperi, ricorrendo anche alla “cassa di resistenza”, invece Fim e Uilm hanno optato per il lavoro di contrattazione
Continua il litigio a distanza tra i sindacati metalmeccanici di Cgil da una parte e di Cisl e Uil dall'altra sul tema del al confronto per il rinnovo contrattuale nell'azienda Celli. Da una parte la Fiom ha scelto la linea degli scioperi, ricorrendo anche alla “cassa di resistenza”, invece Fim e Uilm hanno optato per il lavoro di contrattazione. Entrambe le parti rivendicano il merito dei primi risultati ottenuti.
E in risposta alla Fiom-Cgil, intervengono ora Riccardo Zoli (Fim-Cisl) Luca Francia (Uilm-Uil), dhe organizzazioni sindacali che, spiega una nota di replica, “sono state parte attiva e risolutiva, come, tra l’altro, noto a tutti i lavoratori. Il comunicato della Fiom invece, ci attribuisce un contributo pressoché nullo alla trattativa, affermazione che riteniamo dettata da nervosismo e da una distorta percezione della realtà”.
Fim-Cisl e Uilm-Uil parlano invece di una situazione “di stallo che si era venuto a creare e scioperi ad oltranza in Celli che si stavano rivelando tanto onerosi quanto inefficaci in relazione agli obiettivi da conseguire”. E prosegue la nota: “È dal confronto con i lavoratori in assemblea, quindi, che è stato possibile raccogliere le informazioni. Quelle indicazioni e scelte, dall’assemblea dei lavoratori sono state poi portate da Fim e Uilm nell’ambito negoziale, con i risultati che si sono visti: una decisa svolta, quantomeno nel metodo. Più correttamente, crediamo che si dovrebbero ammettere da parte della Fiom alcuni errori di strategia e posizionamento che non possono di certo essere addebitati ad altri”.
E attacca: “La Fiom adombra l’eventualità che sia possibile estromettere da un tavolo di trattativa due delle tre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello territoriale e nazionale, la Fim e Uilm, con ciò impedendo loro il ruolo di rappresentanza dei propri associati. La titolarità contrattuale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie aziendali non è in discussione, ma tale titolarità non è interpretabile quale possibilità di discrezionalità “espulsive”. Facciamo presente che una interpretazione simile, non solo è distante dalle tradizioni del territorio forlivese, e non solo, ma è anche non legittima”.
“Inoltre, esprimiamo un parere politico – sindacale sullo strumento della “cassa di resistenza” che pare inserire Celli, azienda sana, che assume e che ha un quantitativo considerevole di ordinativi da evadere, nel triste novero delle aziende che minacciano licenziamenti collettivi e delocalizzazioni. Un tentativo quantomeno controverso, da parte di Fiom, di recuperare una credibilità che andava scemando, in una azienda che eroga regolarmente una 14esima mensilità, non prevista dal contratto metalmeccanici e che è disposta a trattare un rinnovo di un contratto integrativo con contenuti di assoluta qualità”.
“In conclusione, un appello. La cultura di Fim e Uilm è sempre stata quella del massimo coinvolgimento, dell’ascolto e del rispetto reciproco, della partecipazione comune. Vogliamo pensare che il comunicato della Fiom sia ascrivibile nell’ambito dell’incidente dato dalla difficoltà del momento, da ricomporre, nell’interesse dei lavoratori e, quindi, di tutti noi, sul terreno del merito e dei valori sindacali che ci contraddistinguono da sempre. Siamo fin d’ora disponibili a chiarimenti, anche pubblici, sia con Fiom che con l'Rsu di Celli”.