Il professor Giorgio Ercolani spiega il tumore che ha colpito Fedez: sintomi, diagnosi e sopravvivenza
L'INTERVISTA - Abbiamo interpellato Giorgio Ercolani, direttore della Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate di Forlì, uno dei massimi esperti della chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica
Le lacrime sui social, raccontando in un video carico di emozioni di avere dei problemi di salute, ma che la malattia era stata fortunatamente diagnosticata in tempo. Poi l'operazione, per rimuovere un raro tumore neuroendocrino del pancreas, e l'inizio di un lungo percorso di guarigione. La storia del rapper Fedez, 33 anni il prossimo 15 ottobre, ha colpito tutt'Italia, perchè con un atto di coraggio ha voluto condividere un momento particolarmente drammatico della sua vita e dare forza a chi sta affrontando una battaglia dal simile percorso.
In questi giorni si è discusso tanto dello stato di salute del cantante e del tumore che lo ha colpito, perciò abbiamo interpellato il dottor Giorgio Ercolani, direttore della Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì, uno dei massimi esperti della chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica e professore ordinario di Chirurgia all’Università di Bologna, per capire cos’è il tumore neuroendocrino al pancreas, come si arriva alla diagnosi, quali sono i sintomi e quali sono le possibilità di guarigione sopravvivenza.
Professor Ercolani, di che malattia si tratta quella che ha colpito Fedez?
I tumori neuroendocrini del pancreas sono un insieme di neoplasie estremamente eterogenee che originano da cellule cosidette cromo-affini del pancreas, in alcuni casi producono ormoni determinando sintomi specifici (come l'insulinoma o glucagonoma), altre volte sono non-secernenti e vengono scoperti quando le loro dimensioni sono tali da determinare sintomi dovuti all'ingombro della massa neoplastica. Per questa loro eterogeneità, anche la prognosi può essere variabile da caso a caso.
Come si scopre?
Nel caso delle forme "funzionanti", i sintomi causati dall'ormone prodotto suggeriscono spesso la diagnosi. Nei casi non-secernenti, o vengono scoperti casualmente in corso di esami diagnostici eseguiti per altri motivi, o quando le dimensioni sono tali da determinare un "effetto massa".
Si è letto che si tratta di una forma piuttosto rara, perchè?
Il tumore più frequente del pancreas è l'adenocarcinoma, ed è anche il più aggressivo. I tumori neuroendocrini sono sicuramente più rari, anche se negli ultimi 10 anni la capacità di diagnosi dei tumori neuro-endocrini è andata progressivamente salendo.
Quanto può essere pericoloso e aggressivo?
Sono tumori con comportamento variabile; ci sono forme a lenta crescita e bassa aggressività biologica ma anche forme ad elevata tendenza a dare metastasi a distanza e quest'ultime spesso determinano una riduzione significativa dell'aspettativa di vita da chi ne è colpito.
Si può guarire da questa forma di tumore?
Sicuramente si può guarire da queste neoplasie o comunque cercare di "cronicizzarle" anche nei casi più avanzati grazie alle molteplici terapie che sono oggi a disposizione.
Quante sono le possibilità di sopravvivenza?
Le forme scoperte più precocemente hanno alti livelli di sopravvivenza che tende a ridursi per i casi con presenza di malattia anche a distanza al momento della diagnosi.
A che età si possono manifestare i tumori al pancreas?
I tumori del pancreas tendono a colpire le persone in età più avanzata, ma in particolare i tumori neuroendocrini possono colpire anche dalla quarta decade in su.
Quali sono le buone regole per la prevenzione di questo tumore?
Sicuramente cercare di limitare il fumo di sigaretta, l'abuso di diete ricche di grassi e proteine animali, il sovrappeso e monitorare le glicemie perchè il diabete può talora essere la prima spia per insorgenza di un piccolo tumore.
Lei è tra i massimi esperti della chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica. Quanti casi trattate all'anno di questo tipo?
Nel nostro Centro operiamo circa 50-60 casi di tumori del pancreas ogni anno (tra cui i neuroendocrini), che rappresentano meno della metà di tutti quelli che studiamo e seguiamo in quanto purtroppo molti pazienti soprattutto con adenocarcinoma del pancreas non sono operabili già al momento della diagnosi.
Quali sono le tecniche chirurgiche che vengono impiegate per rimuovere?
Nelle forme che si localizzano nella porzione distale del pancreas (corpo-coda), quasi sempre prediligiamo l'approccio mini-invasivo (robotico o laparoscopico); nelle forme a localizzazione nella testa che richiede un intervento più complesso (la duodeno-cefalopancreasectomia) nella maggior parte dei casi viene utilizzata la tecnica tradizionale laparotomica.
Su questo aspetto la chirurgia robotica ha fatto passi da gigante...
Si, effettivamente la chirurgia robotica ha permesso di aumentare il numero di pazienti che possono giovarsi di un approccio mini-invasivo meno invalidante per il paziente, soprattutto grazie alla precisione con cui si possono effettuare suture e anastomosi.
E dopo l'operazione qual è il decorso sanitario?
Dopo intervento di resezione pancreatica, la complicanza più frequente e temibile è la fistola post-operatoria che può talora determinare sequele così gravi fino ad una mortalità nel 2-3% dei casi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, dopo un decorso post-operatorio più o meno complesso, si torna a fare una vita pressochè normale come prima dell'intervento.
Nella foto il professor Giorgio Ercolani