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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Volare è la mia vita", alla scoperta di Luca Bertossio: il top gun del volo acrobatico in aliante

Basta leggere il curriculum per capire che si tratta del pilota più forte di sempre nella storia dell'acrobazia Italiana in aliante

"Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare". Così diceva il grande Jim Morrison. Volare è il sogno di tutti. Essere un tutt'uno con il cielo. Sinonimo di libertà e spensieratezza. Volare è vita per Luca Bertossio. Ventinove anni, originario di Tricesimo in provincia di Udine, ma forlivese d'adozione, è un asso del volo acrobatico. Basta leggere il curriculum per capire che si tratta del pilota più forte di sempre nella storia dell'acrobazia Italiana in aliante. E' stato infatti il primo italiano a conquistare sette medaglie d'oro, altrettante d’argento e quattro di bronzo della Federazione aeronautica internazionale per la disciplina dell'acrobazia aerea e numerosi titoli, tra i quali quello di campione del mondo nel 2015.

Nel suo destino c'era il volo. Una passione nata a undici, dopo il primo contatto con un aereo di linea. Un amore che l'ha portato a frequentare il Liceo Tecnico Aeronautico di Forlì. Poi un altro colpo di fulmine: l'aliante. Da lì l'ebrezza dell'adrenalina ed una continua ricerca della perfezione. Ma di sogni nel cassetto Luca ne ancora altri da realizzare. 

Chi è Luca Bertossio?
Domanda difficile ovviamente, mi sento di dire che è un pilota, un artista e un visionario per certi versi ma allo stesso tempo un ragazzo con passioni comuni a quelle di molte altre persone. Volare è davvero la mia vita, religione e modo di trovare la verità. Ho anche qualche passione al di fuori del volo come le moto, la musica e gli amici oltre che la mia dolce metà, Sara...

Nel "blu dipinto di più" e tocchi il cielo con un dito. Come è nata la passione del volo?
Mio padre lavora tutt’ora in Russia e sin da che ho ricordi lui tornava a casa ogni 3-4 mesi ed io ero li, davanti alla vetrata dell’Aeroporto di Trieste a vedere quella lucina nel buio che si posava a terra, quello era il mio papà che tornava da noi. Poche settimane dopo sarebbe ripartito ed io come normale che sia ero disperato e non trovato soluzioni, fino a che ho capito che l’unico modo di stare di più con lui era forse quello di guidare io stesso quella lucina. Semplice no? La mia passione nasce concretamente intorno agli 11 anni quando ho chiesto ai miei genitori di regalarmi un modellino radiocomandato, in quel contesto ho conosciuto Massimiliano Pizzi che mi ha portato a volare con “quelli grandi” per la prima volta. Sapevo esattamente che cosa avrei fatto da grande.

Stai studiando a Forlì per diventare pilota di linea e trasformare la tua passione in lavoro. Com'è il percorso che stai affrontando?
Ho ricominciato a studiare circa un anno fa grazie all’accordo che abbiamo stretto con Professione Volare che, credendo in me e nei miei numeri mi ha concesso la possibilità di completare il mio percorso per diventare pilota di linea. Avendone viste molte in giro per il mondo in questi anno non ho dubbi nel dire che sia davvero la migliore realtà Italiana e tra le migliori in Europa. I motivi sono molti, ma al primo posto ci sono gli standard addestrativi, le infrastrutture ed il personale impiegato composto da istruttori davvero dal curriculum impressionante. Se volete diventare piloti non abbiate dubbi su quale scuola scegliere, parola mia.

Nel frattempo ti si è aperto anche il mondo del volo acrobatico con l'aliante. Quando è iniziata questa avventura?
L’acrobazia è arrivata dopo essermi già brevettato come pilota privato proprio a Forlì con Professione Volare intorno ai 19 anni. Volevo volare davvero ed esprimere le mie capacità ed arte attraverso un paio d’ali e nient altro. Ho avuto due talent scout che mi hanno allenato e portato fino ai massimi livelli mondiali. Nel frattempo, con molti sacrifici e poche, ma importanti persone che mi hanno sostenuto, è diventato un lavoro nel 2013 diventando così imprenditore di me stesso, re-inventando uno sport e dandogli una visibilità ancora impensabile per l’epoca. Erano appena arrivate le action cam sul mercato e da subito, aprendo un canale su Youtube ho creduto che fosse importante raccontare la mia storia. Vorrei fare di più, ma ciò richiederebbe più tempo o più collaboratori, se qualcuno è interessato a collaborare sono sempre aperto a nuove proposte comunque.

Volo dopo volo sei diventato un autentico "Topgun" delle geometrie. Come si diventa campioni del mondo?
Non esiste una formula valida per tutti. Posso raccontare ciò che ho fatto e scelto io, ma non è detto che vada bene per qualcun altro. Quando si inizia un percorso immaginando di dover scalare una montagna è fondamentale guardare cosa c’è in cima ma allo stesso tempo che cosa c’è davanti a noi ed imparare a conoscere i pericoli, i problemi e le soluzioni. Bisogna sbagliare tanto, ma non troppo per arrivare lassù. Devono andare bene migliaia di cose per riuscirci, ma prima di tutto è fondamentale non dimenticarsi il perché si sta salendo quella montagna. Il mio allenatore mi dice sempre “step after step”.

Quale è stata la gara che ti ha emozionato di più?
A livello di competizione ho vissuto davvero momenti indelebili nella mia mente, da quando ho perso una medaglia d’Oro ai World Games di Wroclav in Polonia per un errore che non avevo mai e dico mai commesso in allenamento fino al sapere di aver vinto mentre ero ancora in volo durante i Mondiali 2012. Dubai è stato un sogno, essere sul gradino più alto del Mondo alle Olimpiadi dell’Aria a 25 anni mentre lo Sceicco ti premia e suona l’Inno di Mameli sulla spiaggia dinnanzi all’Hotel a Vela negli Emirati è qualcosa da raccontare davvero ai nipoti.

Hai un ricco palmares. Come si diventa fenomeni come Luca Bertossio?
Ho vinto quasi tutto quello che un pilota nel mio sport può vincere e di certo più di qualunque italiano nella storia dell’acrobazia aerea, ma questo ancora non mi basta. Mi piacerebbe tornare a gareggiare, perché ho davvero ancora molto da poter fare e dare a questo sport, ma senza sponsor purtroppo per ora non è possibile. Non tutti credono e vedono ciò che perseguo, ma non gliene faccio una colpa. Ho avuto molto e ne sono grato, ora devo remare ancora più forte per tornare lassù. Ho avuto la fortuna di riuscire a trovare alcuni investitori senza i quali gli alianti non sarebbero mai arrivati (esatto, nessuno sponsor ha comprato né regalato i velivolo che volo) e senza investitori come Riccardo Zanon, Giorgio Valsangiacomo e Stefano Landi ed Andrea Colussi non sarei mai riuscito ad arrivare sin qui.

Sei stato sponsorizzato Red Bull...
Red Bull è stato uno sponsor importantissimo ed è stato per me più di un brand. Era una famiglia, una certezza ed un simbolo. Purtroppo il mondo di oggi è cambiato e si tende senza riserve a dare più importanza a sport discutibili come i videogame per esempio. Mi viene da sorridere ovviamente a paragonare il giocare professionalmente alla Playstation al volare a 300 all’ora senza un motore a un metro da terra, ma non posso far altro che accettare questa realtà ed orientare le vele per il nuovo vento che soffia come diceva un saggio. Peccato non ci abbiano accompagnato fino al raggiungimento dell’obiettivo che sto perseguendo, sarebbe stato un bel messaggio per loro. Spero di trovare qualche sponsor per quest'anno prima che il mio lavoro si trasformi definitivamente e l’acrobazia ad alto livello diventi “solamente” il mio grande amore e non più il mio lavoro.

Quali sono le prossime sfide?
Come anticipato ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere una persona come Stefano Landi (ex America Graffiti ed attuale proprietario dell’aviosuperfice di Ozzano) che mi ha dato una casa (hangar) e un paio d’ali (il miglior aliante biposto al Mondo) per volare e sviluppare il progetto che vorrei tanto realizzare che consiste in una Accademia di Alta Acrobazia Aerea in Aliante basata proprio a Ozzano. Stefano è un grande imprenditore, un eccellente pilota ed un amico eccezionale ed il mio sport ed io personalmente gli dobbiamo molto. Entro 1 dovrei concludere il mio percorso per entrare in compagnia, questo è un sogno che ancora davvero non realizzo per quanto ho aspettato questo momento.

Come riesci a conciliare lo studio con la preparazione alle manifestazioni? 
Onestamente cerco di impormi dei micro obbiettivi e dividere le mie giornate tra lavoro e studio, ci sono periodi in cui posso muovere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra per stare in linea con tutto ma onestamente non è facile, però, so che cosa mi aspetta e non mollo.

Che cos'è per te il volo? E l'acrobazia?
E’ libertà, controllo, rigore, logica e disciplina. Volare è da sempre uno dei grandi sogni dell’uomo, farlo nelle più spettacolari location ed eventi al Mondo è un privilegio di cui vado davvero fiero e grato a chi me lo ha concesso. L’acrobazia è geometria, arte del controllo nelle quattro dimensioni e così come per molti sport valutati da giudici e non da un cronometro. Contiene quel senso e percezione del bello, del piacere, dell’armonia e del gusto che è davvero oramai difficile da percepire in un mondo che corre così forte…è uno sport adrenalinico, cinico ed a volte severo che va rispettato e coltivato giorno dopo giorno. Ho perso tanti amici, troppi. Vedere certe cose nei propri vent anni ti cambia davvero il modo di vivere ma resta comunque uno sport sicuro se fatto secondo i parametri progressivi e con i margini previsti. 

Hai mai sognato un volo con le Frecce Tricolori?
Certo, come non sognare un volo acrobatico a 700km/h. Le Frecce sono il miglior esempio di squadra e credetemi che ce le invidiano in tutto il mondo. Non esiste qualcuno né a livello tecnico né sotto altri aspetti migliore delle Frecce Tricolori. Quest anno festeggiano il 60esimo Anniversario e spero tanto di poter volare a Rivolto come feci nel 2015, uno dei momenti che da pilota e da Italiano mi porto più piacevolmente nel cuore e nella memoria. Vedere mezzo milione di persone a cui hai regalato un momento di magia non ha prezzo.

Ci sarà un volo acrobatico in futuro anche a Forlì?
Chi può dirlo, nel frattempo mi piacerebbe portare gli studenti dell’Itaer in volo con me e chissà che qualcosa succeda in futuro.

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