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Maddalena, un diploma con lode e l'elogio ai suoi prof del Classico: "Ci hanno trasmesso una grande passione"

Racconta Maddalena: "Quello che sento più forte ora è la sensazione di essere arrivata alla fine di qualcosa di grande, che mi ha resa ciò che sono"

"Una sensazione indescrivibile di completezza e finitezza insieme". Questo è ciò che ha lasciato il Liceo Classico in Maddalena Bastianini, studentessa fresca di diploma con tanto di lode. 

Chi è Maddalena?
Credo sia difficile per chiunque dare una definizione univoca di sé: sembra di voler stabilire dei confini per qualcosa che neanche noi stessi abbiamo interamente compreso.

I suo hobby?
Posso dire che mi piace scrivere – anche se la percepisco più come un’urgenza che come un qualsiasi hobby – e mi piace riflettere, e credo che le due cose vadano di pari passo. E amo nuotare: ecco, questo è un hobby che si rispetti.

Come descrive il suo percorso al Classico?
Dire che si tratta di qualcosa che rifarei senza pensarci è riduttivo, perché non riuscirei neppure ad immaginarmi senza questi cinque anni, per le conoscenze che ho acquisito e per le persone che ho incontrato. Ho avuto la fortuna di trovare insegnanti non solo estremamente competenti, ma anche in grado di infondermi una grande passione per ciò che faccio: non saremmo le persone che siamo senza quelle figure che ci guidano lungo la strada. Quello che sento più forte ora è la sensazione di essere arrivata alla fine di qualcosa di grande, che mi ha resa ciò che sono.

Alla fine è arrivata anche la lode. Che importanza ha chiudere un ciclo con un risultato così importante?
Tutta l'importanza di questo risultato risiede senz’altro nel percorso che mi ci ha portata. Vedere riconosciuto tutto il proprio lavoro è qualcosa che fa indubbiamente piacere, ma il cammino non avrebbe senso se lo scopo non fosse insito proprio nella fatica e nella dedizione di ogni giorno.

Ha dovuto sacrificare le sue passioni, dedicandosi completamente allo studio, oppure è riuscita a conciliare tutto?
Questa è sempre la prima domanda che si pone a chi dice di frequentare il “classico tradizionale”, e continuo a pensare che porti in sé una contraddizione: perché non chiedere invece se studiare è una delle nostre passioni? Questo percorso di studi può funzionare solo quando si smette di considerare la scuola in antitesi rispetto al resto: sarebbe da folli dedicare anni di impegno a qualcosa che non ci coinvolge solo per ottenere una qualche forma di riconoscimento dall’esterno. Quindi se la domanda è se sono riuscita a conciliare ciò che sono con il percorso di studi che ho intrapreso, allora la risposta non può che essere sì, perché ciò che ho studiato ora è parte di me.

Qual è il suo giudizio sulla dad, entrata di prepotenza nelle vostre vite quotidiane a causa del covid?
Sono fermamente convinta che la scuola vera sia quella in presenza, e non potrei mai augurarmi di continuare con questa modalità di apprendimento solo per questioni di comodità. Detto questo, sono felice di non aver perso in questi ultimi anni la passione per lo studio che mi ha sempre contraddistinta, e ritengo che sia profondamente sbagliato sminuire le soluzioni adottate in un periodo di emergenza. È proprio per questo che sono stata molto contenta che la maturità quest'anno sia tornata quasi alla normalità, perché ci potesse venire riconosciuto l'immenso lavoro svolto negli ultimi anni, nonostante il covid.

Che rimpianti ha degli ultimi due anni?
Non amo avere rimpianti, e credo che essi esistano solo nel momento in cui noi stessi ce li imponiamo. Indubbiamente abbiamo perso molte opportunità in questi anni, ma ne abbiamo ottenute altre. E dovremmo trasformare ogni occasione mancata in un augurio per il futuro: so che mi sarebbe piaciuto viaggiare di più negli ultimi anni, ma preferisco progettare le prossime vacanze piuttosto che vederlo come un rimpianto senza soluzione.

In quale campo proseguirà gli studi?
Quella dell’università non è una scelta facile, e mi riservo comunque le prossime settimane per arrivare ad una decisione definitiva: sembra impossibile dovermi specializzare in un solo ambito dopo il senso di completezza che questa scuola mi ha dato, e allo stesso tempo mi rendo conto che non scegliere mai sarebbe sbagliato. Mi affascina la matematica nella sua dimensione più astratta di linguaggio preesistente all’uomo, ma non vorrei abbandonare l’interesse per la letteratura e per le lingue straniere.

Vuole lasciare una dedica alla scuola che l'ha accompagnata per cinque anni?
La vita ha senso nella misura in cui si riescono a trovare momenti che trascendano la caducità del reale, e credo che lo studio possa regalare attimi di eterno. Ciò che questa scuola mi ha dato è una sensazione indescrivibile di completezza e finitezza insieme: la consapevolezza di sentirmi piccola in una realtà infinita, e allo stesso tempo l’impressione che una parte di quell’infinito si trovi anche dentro di me.

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