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Cronaca

Madonna del Fuoco, l'omelia del vescovo a 360 gradi: "Il divorzio danneggia i figli e crea povertà"

Il vescovo si è focalizzato anche diversi aspetti, affrontando il tema della famiglia, del lavoro, dei giovani e dell'immigrazione

Una Forlì baciata dal sole, con temperature gradevoli dopo la pioggia e la neve di sabato, ha festeggiato domenica la Madonna del Fuoco, patrona della città mercuriale. Epicentro dell’affetto dei forlivesi per la madre celeste la chiesetta settecentesca dedicata alla vergine, in via Leone Cobelli, e il Duomo, dove migliaia di fedeli hanno partecipato alle messe. L’evento religioso più importante è stata la messa pontificale delle 11, officiata da monsignor Lino Pizzi, con la partecipazione del sindaco di Forlì Davide Drei e il deputato Marco Di Maio. Per rendere omaggio alla Madonna del Fuoco è giunta anche una delegazione dei salinari di Cervia, nel pieno rispetto di una tradizione sorta nel XVII secolo e che ha ripreso vigore da alcuni anni, grazie anche alla collaborazione dell’ex sindaco di Dovadola Gabriele Zelli. L'ultima celebrazione da vescovo per Pizzi in occasione della festa prima di cedere il testimone a Livio Corazza, in attesa della sua Ordinazione episcopale (17 marzo)  e della sua venuta a Forlì (domenica 22 aprile).

Celebrata la Madonna del Fuoco,4-2-2018

"Questa è la 13esima volta che con molto piacere presiedo, però in veste di Amministratore Apostolico, la solenne celebrazione della Festa della Madonna del Fuoco - ha ricordato il vescovo nell'omelia -. Ogni anno ho fatto riferimento al cammino  pastorale della nostra Chiesa, particolarmente nel biennio della famiglia, nel biennio dei giovani e, l’anno scorso e quest’anno, nel biennio di formazione alla vita sociale e politica del nostro Paese. Più volte ho richiamato l’attenzione anche alla situazione sociale, in particolare alla crisi economica, che non è ancora superata, alla povertà crescente anche tra le famiglie forlivesi, alla precarietà e mancanza del lavoro, avvertendo anche della crisi di valori e degli stravolgimenti antropologici presenti nella cultura e nella mentalità largamente diffuse. Non si poteva e non si può tuttora chiudere gli occhi sulla realtà dell’immigrazione e dei conseguenti cambiamenti, per cui anche la nostra società sta diventando multietnica, multiculturale e plurireligiosa. In particolare, in questo biennio, Cristiani adulti, cittadini responsabili, abbiamo più volte affermato che la vita cristiana e la sua maturità non si esauriscono nella vita liturgica e di preghiera all’interno della comunità cristiana, ma devono esprimersi in un impegno serio e responsabile nella vita della società, in cui viviamo: per conoscere la realtà e i problemi del nostro tempo, cercare le soluzioni possibili e partecipare attivamente alla vita sociale del Paese".

Il vescovo si è focalizzato anche su altri tre aspetti, la famiglia, il lavoro e i giovani: "La famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e aperta alla generazione dei figli, sta attraversando un tempo di notevoli difficoltà, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista legislativo. Tutti sanno e affermano che la famiglia è la cellula fondamentale della società e della Chiesa; infatti nella famiglia si nasce, si cresce e si matura, ci si educa anche al vivere sociale; ma sono state fatte gravi scelte, anche contradditorie, che invece di favorirla ne indeboliscono fortemente la realtà e la missione; con risultati anche negativi, come instabilità e precarietà; il divorzio, reso molto più facile, danneggia normalmente i figli e provoca nuove povertà (uomini scivolati nella miseria e nella solitudine); la legge sull’aborto, presentata come conquista di civiltà ha legalizzato l’eliminazione di quasi 6 milioni di vite umane in 40 anni, secondo i dati comunicati alle Camere pochi giorni".

Il vescovo ha osservato "una denatalità preoccupante, con risvolti negativi anche per il futuro della nostra società; il 30% dei figli, che nascono in Italia, nascono al di fuori di una famiglia costituita legalmente (con innegabili difficoltà per la loro crescita serena ed armoniosa). Sono state divulgate e propagandate  concezioni e introdotti provvedimenti legislativi, che esaltano l’individuo al punto tale che i desideri sono diventati diritti e la persona è svuotata, spogliata di ogni dimensione sociale e comunitaria. Papa Francesco ha detto, qualche giorno fa, ai Prelati della Rota Romana, che la “famiglia è il futuro della società e della Chiesa”, ma se crolla la famiglia è in serio pericolo la stessa società. E’ ora che coloro che hanno  le principali responsabilità civili ed economiche del nostro Paese mettano al centro, per davvero e non solo a fini elettorali , la famiglia e  intraprendano provvedimenti e scelte, concrete e coraggiose, a favore della famiglia stessa".

Quindi il tema del lavoro: "Certamente è fondamentale per la dignità della persona stessa e per il benessere del Paese. La grave e perdurante crisi finanziaria ed economica, di proporzioni mondiali, ha colpito gravemente individui e famiglie intere, facendo crescere la precarietà e la mancanza di lavoro. Il lavoro è stato recentemente al centro della Settimana sociale dei Cattolici a Cagliari; purtroppo i mezzi di comunicazione sociale del nostro Paese hanno quasi completamente ignorato un avvenimento così importante per i suoi contenuti e per le sue proposte per un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale.  La mancanza del lavoro, la precarietà del lavoro, il lavoro in nero uccidono la dignità della persona e della famiglia, ha ripetuto Papa Francesco in quella occasione. Senza una prospettiva di lavoro degno  i giovani non possono guardare al futuro con serenità e pensare a crearsi una loro famiglia. La questione del lavoro è centrale per la nostra società, ha detto anche il presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine d’anno".

Il vescovo si è soffermato anche sui giovani: "Le condizioni della famiglia e del lavoro coinvolgono in positivo, o in negativo, i giovani. Le ripercussioni su di loro sono molto pesanti e piene di conseguenze, come stanno dolorosamente dimostrando i fatti di cronaca anche recenti.  E’ quanto mai necessario  che tutte le agenzie educative, a partire dalle famiglie, alla scuola, alle associazioni, alle comunità religiose e alla politica si facciano carico della loro educazione e formazione civile e morale. Solo così si potrà guardare al futuro con maggiore fiducia. I giovani debbono avere il loro posto e assumere le loro responsabilità nella vita sociale e nella vita ecclesiale, e tirare fuori ed esprimere le loro migliori potenzialità per contribuire all’edificazione di  una società più giusta e più umana. Come comunità cristiana dobbiamo ammettere che troppo spesso, ci siamo chiusi nel nostro ambito, siamo stati in silenzio a guardare o  ci siamo limitati a lamentarci, a deplorare situazioni di ingiustizie non più sopportabili, come se ciò bastasse, senza partecipare attivamente perché le cose possano cambiare in meglio.  Da cristiani adulti e cittadini responsabili, proprio in forza della nostra appartenenza a Cristo,  ci è chiesto di impegnarci seriamente per il bene comune, per una civiltà dell’amore, per una società solidale,  in particolare a favore delle categorie più deboli, più povere ed emarginate".

Alle 8.30 la messa è stata presieduta dall’arcivescovo (forlivese) di Modena-Nonantola monsignor Erio Castellucci, mentre quella delle 9.45 da monsignor Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni, in Sierra Leone. Le celebrazioni del 4 febbraio sono state precedute dalla tradizionale Novena, che ha visto tra gli appuntamenti anche il Pellegrinaggio dei giovani all’insegna di “Maria madre della condivisione, fra storia e fede”, con ritrovo sul sagrato della chiesa di San Biagio e processione sino in Cattedrale, davanti all’immagine della Patrona.

Madonna del fuoco, il Pellegrinaggio dei giovani

Tantissimi forlivesi e non hanno approfittato della bella giornata per un passeggio per i 222 banchi dislocati nel cuore del centro storico. Immancabile l'appuntamento con la piadina della Madonna, tradizionalmente all'anice, ma che viene servita anche alla crema e al cioccolato. Tante le golosità offerte, dalla piadina romagnola con la salsiccia alle patatine, dalla piadina fritta ai ciccioli, dalle noccioline tostate al torrone.

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