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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Madre Clelia Merloni è la nuova beata forlivese: sabato la santa messa

Parteciperanno anche il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza e la comunità forlivese delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, fondate da madre Clelia.

Sarà il cardinal Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, a presiedere la santa messa di beatificazione di Madre Clelia Merloni, fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, in programma sabato 3 novembre, alle 11, nella basilica romana di San Giovanni in Laterano. Parteciperanno anche il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza e la comunità forlivese delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, fondate da madre Clelia. Presenti circa un centinaio di fedeli forlivesi. La liturgia eucaristica di beatificazione sarà animata dal Coro della Diocesi di Roma, diretto da mons. Marco Frisina, che ha composto l’inno per la celebrazione. A Forlì le religiose sono presenti dal 1948 nel seminario diocesano e dal 1949 in corso Diaz, dove gestiscono la scuola materna ed elementare intitolata alla fondatrice. La beatificazione in programma a Roma, è stata autorizzata lo scorso 26 gennaio con decreto da Papa Francesco, che ha riconosciuto il miracolo avvenuto nel 1957 per intercessione di madre Clelia, ovvero la guarigione da una malattia incurabile di un medico brasiliano. La diretta della messa potrà essere seguita su Tele Padre Pio (canale 145 del digitale).

Clelia Cleopatra Maria Merloni nasce a Forlì il 10 marzo 1861 da Teresa Brandinelli e Gioacchino Merloni. Orfana di madre a soli tre anni, è affidata alle cure del padre e della nonna materna. Il signor Merloni nel 1866 si trasferisce a Sanremo, in Liguria, dove fonda una fiorente industria e passa a seconde nozze con Maria Giovanna Boeri, che circonderà la piccola Clelia di premure e di affetto. Per dare alla figlia un’educazione distinta, il padre, seppur lontano dalla chiesa, le fa frequentare l’Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Purificazione a Savona. Nel cuore della giovane matura una convinta vocazione religiosa: il 14 agosto 1892 entra nella Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, fondata da don Luigi Guanella. Alla fine del 1893 Madre Clelia si ammala gravemente di tubercolosi. Il medico curante è già rassegnato a comunicare alla famiglia la sua fine imminente, quando Clelia fa un voto: se fosse sopravvissuta alla malattia, avrebbe avviato un’opera per onorare il Sacro Cuore di Gesù. Fatto sta che, dopo una settimana, era completamente guarita. Nel 1894, assieme a due compagne fonda a Viareggio le Apostole del Sacro Cuore di Gesù, dedite all’assistenza ai fanciulli, ai bisognosi e ai migranti. Attualmente l’Istituto è presente in 14 Nazioni, con circa 1.200 religiose.

Negli anni Cinquanta le suore Apostole del Sacro Cuore sono state chiamate da Padre Pio a San Giovanni Rotondo, per prestare il loro servizio nella Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Clelia muore il 21 novembre 1930 a Roma e dal 1945 è sepolta nella cappella della Casa Generalizia, in via Someiller, 38. Il 18 giugno 1990 è stato aperto il processo di beatificazione e il 21 dicembre 2016 papa Francesco ha firmato il decreto per il riconoscimento dell’eroicità delle virtù, dichiarandola Venerabile. Madre Clelia si aggiunge all’elenco dei Beati della Chiesa forlivese, che già ricomprende il domenicano Marcolino Amanni, il camaldolese Ambrogio Traversari, Bonaventura Tornielli, Carino da Balsamo, Giacomo Salomoni da Venezia, Andrea da Meldola e Nicolò Solombrini.

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