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Cronaca

'Epidemia' per 68 autisti dei bus. E' caos nei trasporti

START Romagna registra purtroppo un allargamento anche alla zona di Forlì del fenomeno di malattia di massa del personale di linea

START Romagna registra purtroppo un allargamento anche alla zona di Forlì del fenomeno di malattia di massa del personale di linea. Ai 38 assenti dal servizio a partire dalla giornata di lunedì si sono aggiunte le assenze (tra lunedì e martedì) di altri 30 autisti assegnati ai servizi di Forlì. Martedì, giornata di sciopero nazionale del settore, non è stato possibile assicurare tutti i servizi delle fasce protette di garanzia (5.30-8.30 e 13.00-16.00) per l’impossibilità di sostituire tutti gli operatori assenti (15 turni non coperti a Forlì e 27 turni non coperti su Cesena).

Essendo i certificati di malattia pervenuti di durata plurigiornaliera  (media di 2-3 giorni), anche  per le prossime giornate di mercoledì 3 e giovedì 4 ottobre le previsioni di START Romagna sono quelle di non poter assicurare la completa esecuzione dei servizi di trasporto. “L’Azienda, nel confermare di aver avviato le azioni di tutela attraverso Commissione di Garanzia, Inps e Procura della Repubblica, desidera esprimere nuovamente la propria totale disapprovazione per un comportamento vergognoso e lesivo dei diritti della clientela, alla quale vanno le più sentite scuse”.

Commenta il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi: "Sono letteralmente scandalizzato da quanto accaduto in questi due giorni con il fenomeno delle sospette malattie in massa nel trasporto pubblico. Si è generata una situazione vergognosa e inaccettabile. Del tutto condivisibili sono le dure e chiare parole spese ieri dal sindaco di Cesena Paolo Lucchi. Anche oggi proliferano i certificati medici, che mi auguro vengano accuratamente verificati uno ad uno, nel frattempo centinaia di studenti e cittadini sono stati colpiti da disagi intollerabili, nell’incapacità di raggiungere, o raggiungere con grande ritardo, le scuole o i luoghi di lavoro. Tutto questo, è bene chiarirlo, non c’entra niente col diritto di sciopero. Per altro era capitato lo stessa cosa alcuni anni fa. Situazioni come queste mi insinuano il dubbio che, anche sul tema della privatizzazione di Start Romagna, forse siano necessarie soluzioni diverse e più radicali".

 

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