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Cronaca

Malattie Croniche Intestinali, il registro forlivese si estende a tutta l'Area Vasta Romagna

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali sono patologie che si sono sviluppate e sono state riconosciute per la prima volta nei paesi del Nord Europa e del Nord America, ma sono oggi molto diffuse anche in tutti gli altri stati europei

L’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ausl di Forlì, diretta dal prof. Enrico Ricci, ha avviato, nel 2007, la prima esperienza, a livello italiano, di registro IBD (“Inflammatory Bowel Diseases”, ovvero Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), in cui sono stati raccolti tutti i dati epidemiologici relativi a tali patologie (Crohn, Rettocolite ulcerosa). Ora, valutata l’efficacia dell’iniziativa, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di affidare all’U.O. di Gastroenterologia dell’Ausl di Forlì la realizzazione di un analogo registro per l’Area Vasta Romagna, finalizzato allo studio di incidenza e prevalenza.

Il Registro per patologia permette, infatti, di valutare incidenza e prevalenza sulla popolazione in oggetto e approfondire i molteplici problemi correlati alle IBD, come la diagnosi precoce, la compliance alla terapia e la sua efficacia, la sorveglianza dell’insorgenza di neoplasie, l’impatto delle recidive post-chirurgiche, e, non ultimo, la qualità di vita.

Il progetto verrà presentato per la prima volta venerdì 29 novembre al Grand Hotel Forlì (via del Partigiano 12/bis, Forlì), in occasione del convegno “Dall’epidemiologia al miglioramento del processo assistenziale. Il Registro IBD: un modello italiano”, diretto dal professor Enrico Ricci, e coordinato dalla dottoressa Daniela Valpiani, medico dell’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ausl di Forlì e coordinatrice del registro IBD forlivese. Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali sono patologie che si sono sviluppate e sono state riconosciute per la prima volta nei paesi del Nord Europa e del Nord America, ma sono oggi molto diffuse anche in tutti gli altri stati europei.

«Il progetto di registro IBD è partito nel 2007 – illustrano il professor Ricci e la dottoressa Valpiani – ma la nostra unità aveva iniziato a raccogliere i dati sui pazienti già dal 1999. Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, d’altronde, rappresentano, attualmente una “sfida” nel mondo scientifico per la complessità clinico-gestionale e l’elevato impatto socio-economico. Il nostro obiettivo era creare un registro di patologia, cioè una struttura epidemiologica in grado di garantire la registrazione continua ed esaustiva di una malattia, in una regione geografica, per migliorare la conoscenza della patologia stessa». Per la prima volta in Italia, dunque, a Forlì, si è iniziato a raccogliere tutti i dati in materia. «Non è causale che quest’esperienza sia nata qui: a Forlì l’incidenza documentata di casi di malattie infiammatorie croniche intestinali è fra le più alte d’Italia».

Il progetto pilota condotto a Forlì ha preso in esame 15 anni, dal 1993 al 2009, evidenziando un tasso di incidenza di circa 15 nuovi caso/anno di rettocolite Ulcerosa e di 8 nuovi casi di Malattia di Crohn e un tasso di prevalenza per 100mila abitanti, calcolato sulla popolazione della nostra Ausl, di circa 800 pazienti /100.000 abitanti. Un’emergenza, alla quale si è cercato di rispondere con l’istituzione, nel gennaio 2004, all’ospedale “Morgagni-Pierantoni”, dell’IBD Unit (“modello a rete integrata multidisciplinare di gestione assistenziale”).

Per la costruzione del modello, fondamentale è stata la collaborazione con il Registro Tumori della Romagna, diretto dal dott. Fabio Falcini, che ha consentito anche di individuare e studiare meglio l’eventuale correlazione Malattie Infiammatorie Intestinali e neoplasie. «I casi con IBD – spiega la dott.ssa Valpiani – sono collegati con la banca dati del Registro Tumori della Romagna, in modo tale da verificare in quanti casi i soggetti affetti da questa patologia sviluppano successivamente un tumore». I dati epidemiologici raccolti dal registro forlivese, infine, hanno permesso di dimostrare come le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali in Italia siano fortemente sottostimate.

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