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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

In mille in corteo fin sotto la casa natale di Mussolini, a un secolo dalla Marcia su Roma: "Noi, diversi dai fascisti"

Circa mille le persone giunte in gran parte dall'Emilia-Romagna, ma anche da più lontano come Milano ed Ancona. Erano 12 i pullman dei partecipanti

C'erano Nara Lotti, 94 anni, Giovanni Nanni e poi Ugo da Piacenza e Vittorio da Imola. Erano presenti tra il pubblico che ha sfilato per le vie di Predappio. Ed anche se abbondantemente in là con gli anni, questo sparuto drappello di partigiani che la Resistenza l'hanno vista direttamente con i loro occhi e fatta con le loro azioni, non ha voluto mancare all'appuntamento simbolico di Predappio, a  un secolo esatto di distanza dalla Marcia su Roma, l'evento storico che segnò l'inizio della dittatura fascista in Italia. E qui che l'Anpi (l'associazione nazionale partigiani) ha organizzato venerdì pomeriggio un corteo che ha avuto il suo epilogo in piazza Garibaldi, sotto le finestre della casa natale di Benito Mussolini, da tempo trasformata dal Comune in un luogo di mostre e di cultura.

Il corteo per la Liberazione di Predappio

Circa mille le persone giunte in gran parte dall'Emilia-Romagna, ma anche da più lontano come Milano ed Ancona. Erano 12 i pullman dei partecipanti. L'occasione ufficiale della manifestazione era la Liberazione del paese, che avvenne il 28 ottobre 1944 per mano dei partigiani dell'VIII Garibaldi e dei soldati polacchi, una data anch'essa simbolica: anche se non ci sono testimonianze ufficiali che lo attestino, infatti, per l'ingresso degli alleati nel paese natale del Duce si scelse la stessa data che proprio 22 anni prima segnò la sua ascesa al potere. Tanto che la cacciata dei tedeschi da Predappio ebbe risalto all'epoca anche sui giornali stranieri. Un simbolismo di Predappio che perdura ormai da un secolo.

Corteo dell'Anpi a Predappio

Il mancato patrocinio del Comune

La manifestazione non ha avuto il patrocinio del Comune di Predappio, guidato dal sindaco di centro-destra Roberto Canali ufficialmente per motivi di viabilità, in quanto è stata chiusa dalle 14,30 fino alle 16 circa la principale strada di attraversamento del paese, viale Matteotti, ma i disagi alla circolazione sono stati scarsi, anche perché una volta che i manifestanti si sono raggruppati nell'emiciclo di piazza Garibaldi, quello che si apre alla salita per la casa natale di Mussolini, la strada è stata riaperta.

L'Anpi: “Non medieremo mai sulla nostra diversità dai fascisti”

L'Anpi, nell'intervento finale del membro della segreteria nazionale Vincenzo Calò, ha quindi riaffermato i suoi principi e rivendicato la sua attualità: “Siamo l'unico vero presidio per la salvaguardia della democrazia e della Costituzione in questo Paese”, perché “c'è ancora una cultura fascista”. Quindi si scaglia contro quella che considera una “metamorfosi linguistica per modificare la realtà” con l'utilizzo di 'nazione' al posto di 'Paese' e del termine di 'patrioti' da parte della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Rivendica quindi la differenza “tra chi si è battuto per i valori della Costituzione e chi per altri valori, non sono la stessa cosa, è l'unica diversità su cui non medieremo mai, al di là di ogni banalizzazione del fascismo”. Poi virando sull'attualità arrivano una serie di no: no al presidenzialismo, no all'autonomia differenziata delle Regioni e no alla guerra in Ucraina.

Fischi al sindaco: "Un'occasione persa per togliere ambiguità"

Il corteo

Partiti da sotto il Comune, all'indirizzo del quale sono partiti alcuni fischi quando il presidente della Provincia Enzo Lattuca ha bacchettato l'assenza del sindaco (“Un’occasione persa, non abbiamo bisogno di queste ambiguità”, ha detto), il corteo si è snodato tra musica, letture e interventi. Numerose le tv presenti, anche straniere. Non sono mancate le polemiche nei confronti della nuova premier Giorgia Meloni. “Se si trova su quello scranno oggi è per la democrazia che hanno conquistato i partigiani”, tuona Ivan Pedretti, segretario del sindacato dei pensionati Spi-Cgil. “La Resistenza ci ha regalato la libertà”, sempre Pedretti che poi ha invitato al pugno chiuso e ha ricordato come l'inizio del fascismo fu segnato dall'attacco di squadristi alle Camere del lavoro. “Lo stesso attacco di chi ha assalito lo scorso anno la sede della Cgil nazionale, ma noi risponderemo colpo su colpo, perché la democrazia va difesa”, sempre Pedretti.

Attimi di tensione, poi, quando il corteo è sfilato davanti al negozio di gadget fascisti 'Predappio Tricolore', che è stato chiuso volontariamente dal titolare proprio per non creare attriti. Un cordone di poliziotti in borghese e dello stesso servizio d'ordine del corteo ha allontanato i contestatori senza  alcuna difficoltà, in una manifestazione comunque abbondantemente blindata da polizia e carabinieri e senza alcun problema di ordine pubblico.

VIDEO - Le immagini del corteo a Predappio

In piazza Garibaldi Luigi Lolli, il segretario dell'Anpi di Predappio (sezione che conta 40 iscritti) ha quindi smontato il mito di una Predappio salvaguardata dalle atrocità dei tedeschi perché paese del Duce, ricordando la famiglia Scala che venne rastrellata e uccisa come rappresaglia per la morte di un soldato tedesco, così come la fucilazione di due giovani ventenni. Trasmette quindi ai presenti il monito lasciatogli in eredità dal padre partigiano: “Guai a fare, dopo la fine della guerra, quello che fecero loro con i loro attacchi squadristi, mai far circolare l'odio”. Al Comune di Predappio quindi la richiesta di intitolare una strada a Giuseppe Ferlini, capo partigiano del paese romagnolo.

Tra i presenti nel corteo c'erano Emma Pettitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna; Enzo Lattuca, presidente della Provincia di Forlì-Cesena, diversi sindaci del territorio come Daniele Valbonesi (Santa Sofia), Elisa Deo (Galeata), Matteo Gozzoli (Cesenatico), Gessica Allegni (Bertinoro) e diversi altri. Presente anche il senatore del M5S Marco Croatti, unico parlamentare. A sfilare anche alcuni ex sindaci, da Paolo Lucchi (Cesena), Davide Drei (Forlì) e Giorgio Frassineti (Predappio). Nel corteo tante bandiere della Cgil, ma anche di Pd, dei partiti che si rifanno al comunismo, dell'Arcigay e bandiere arcobaleno della pace.

Maglie nere in giro per Predappio

Fuori dal corteo, ma in paese, diversi gruppi di persone rigorosamente vestite di nero. Infatti, in vista della manifestazione “nostalgica” di domenica, quella che si tiene tre volte l'anno a Predappio (nascita, morte di Mussolini e Marcia su Roma) sono arrivati già piccoli gruppi di filo-fascisti. Lo conferma Francesco Minutillo, curatore della mostra di cimeli 'O Roma o morte' che si tiene in un ristorante all'ingresso del paese: “Oggi ci sono stati oltre un centinaio di visitatori alla mostra, diversi anche dall'estero, francesi soprattutto. Partigiani non se ne sono visti. Io stesso ho fatto quattro interviste con la Rai e tv di Austria, America e Francia”. In molti, a un chilometro circa dalla manifestazione, intanto hanno continuato ad accedere alla cripta Mussolini nel cimitero di San Cassiano, per rendere omaggio alla tomba di Mussolini. La stima della Questura è che domenica si concentreranno a Predappio almeno altre duemila persone nostalgiche del fascismo.

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