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Mariarosaria, lode in Enogastronomia all'Artusi: "Sogno di aprire un lunch bar in Canada e trasmettere le mie origini"

Mariarosaria si definisce una ragazza "molto testarda e orgogliosa e questo lato del mio carattere mi porta da sempre a pretendere il massimo da me e da chi mi circonda

Mariarosaria Turso, 18 anni, è tra i centisti dell'istituto alberghiero "Pellegrino Artusi" di Forlì. Si definisce una ragazza "molto testarda e orgogliosa e questo lato del mio carattere mi porta da sempre a pretendere il massimo da me e da chi mi circonda; e quando non raggiungo nell' immediatezza quello a cui punto, tendo a dare il meglio di me per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata".

Cosa l'ha spinta a scegliere il Pellegrino Artusi e l'indirizzo Enogastronomia?
Ho scelto la Pellegrino Artusi perché frequentavo l alberghiero di Molfetta, in provincia di Bari,e quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Cesena era la scuola alberghiera più vicina a casa. Ho scelto l indirizzo Enogastronomia perché ho sempre amato cucinare e penso che non ci sia una soddisfazione migliore vedere una persona (in questo caso il cliente) felice e soddisfatto del piatto che si è realizzato. Ho iniziato a cucinare all età di 10 anni perché mi piaceva e mi piace ancora molto preparare i piatti della tradizione pugliese con mia nonna.

E' una scelta che le ha cambiato la vita?
Proseguire in questo percorso è sicuramente faticoso, perché non esistono festività e mentre gli altri si divertono chi è in cucina è concentrato nel soddisfare i loro palati. Ma entrare in questo fantastico mondo della enogastronomia mi ha cambiato la vita. Non vedo il mio lavoro con pesantezza, ma al contrario io amo quello che faccio. Mi interessa e mi stimola ogni giorno a migliorare. E così le mie giornate in cucina passano in fretta.

Cinque anni coronati dalla lode. Se lo aspettava?
Anche se non sono riuscita ad arrivare a prendere la lode, sono molto orgogliosa del risultato ottenuto e penso sia coerente con il mio percorso scolastico. Sinceramente me lo aspettavo, perché in questi anni ho sempre superato gli "ostacoli" e ho cercato di farli superare anche ai miei compagni.

Che insegnamento le ha dato la scuola, oltre a quello scolastico?
A scuola ho imparato che delle volte bisogna misurare le parole, perché queste hanno un pes,o e di cercare di essere meno impulsiva e più attenta ad ascoltare. Ho anche imparato che non bisogna fidarsi troppo delle persone e che quello che si fa delle volte non sempre coincide con quello che ognuno di noi spera perché non tutto dipende da noi e dalle nostre scelte. 

Qual è la sua specialità ai fornelli?
Penso che parlare a 18anni di specialità ai fornelli sia ancora troppo presto ma mi piace molto preparare piatti tipici di Bari, perché fanno parte di me e delle mie radici ed è importante nin dimenticare mai la tua terra ovunque la vita ti porti. 

Oltre allo studio che passioni ha?
Mi piace informarmi non solo su quello che preparo, ma anche su tutto ciò che riguarda l'aspetto sociale ed è per questo che amo leggere. Nutro anche un forte interesse per lo sport soprattutto per il calcio. 

Come ha vissuto gli ultimi due anni condizionati dall'epidemia da covid?
Gli anni del Covid per me sono stati i più difficili soprattutto all'inizio del lockdown. Non mi capacitavo del fatto che dovessi restare " chiusa" in casa, ma poi ho cercato il lato positivo in quello che stava succedendo e così ho trovato un'occasione di crescita e ho iniziato a studiare gli alimenti da un punto di vista più chimico e a conoscerli meglio provando nuovi e diversi piatti ogni giorno. Il Covid mi ha fatto capire che anche nelle brutte circostanze bisogno cercare il lato positivo per non "cadere ". 

Progetti per il futuro?
Nel breve futuro partirò per la Francia per approfondire gli aspetti della cucina francese di cui non sono a conoscenza e per approfondire una cultura diversa. Nel futuro più lontano, invece, spero di aprire un lunch bar in Canada che costodisca e trasmetta le mie origini ad un paese lontano

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