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Cronaca

Dal caso Teverini al caporalato: Mario Paternoster saluta la Questura di Forlì-Cesena

Quanto alla sua esperienza in Romagna, "ho avuto tante soddisfazioni. E' stato merito prima di tutto del gruppo affiatato, che ha dato sempre massima disponibilità"

Un bilancio di 159 arresti, 160 catture eseguite. Ben 754 denunce a piede libero. E' il lascito di Mario Paternoster, dirigente della Squadra Mobile di Forlì-Cesena che dal primo giugno ricoprirà lo stesso incarico a Modena. Al suo posto subentrerà il dirigente Enzo Tarquini, classe 1985, in arrivo da Siena. Pugliese di 38 anni, Paternoster aveva assunto il comando della Squadra Mobile di Corso Garibaldi ad inizio del 2017, lavorando prima al fianco del questore Loretta Bignardi e quindi del successore Lucio Aprile.

"E' stata una collaborazione intensa e proficua - evidenzia Aprile, ringraziandolo per quanto fatto -. Da quando sono arrivato a Forlì, circa sette mesi fa, si è instaurato un bel rapporto, sia dal punto di vista umano che professionale. Dirigere la Squadra Mobile è un incarico difficile e di grande sacrificio, perchè non si stacca mai la spina. Paternoster lo ha interpretato in modo esemplare. E' tecnicamente all'avanguardia e professionalmente molto preparato".

"Con l'emergenza sanitaria i legami si sono ulteriolmente rafforzati - evidenzia Paternoster -. La situazione ci ha portato a viverci diversamente". Quanto alla sua esperienza in Romagna, "ho avuto tante soddisfazioni. E' stato merito prima di tutto del gruppo affiatato, che ha dato sempre massima disponibilità". Il dirigente uscente ha sottolineato "la massima collaborazione della Procura di Forlì-Cesena, raggiungendo importanti risultati, ma anche con altri enti istituzionali come ad esempio l'Inail".

Tra le inchieste più complesse portate avanti c'è quella recente sul caporalato, partita lo scorso settembre e durata fino a febbraio con l'esplosione della pandemia da covid-19, e che ha portato all'arresto di quattro persone e che ha liberato dallo sfruttamento della manopodera ben 45 persone tra pachistani ed afghani, o quella che ha portato alla scoperta di "un'organizzazione settaria a sfondo religioso” con violenze sessuali dietro gli esorcismi e riti di guarigione. Importante l'impegno anche contro la lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, ed i reati contro la persona.

L'indagine che più porta nel cuore, ha evidenziato, "è quella sul caso relativo alla scomparsa di Manuela Teverini. E' stata la prima che ho dovuto affrontare appena arrivato in provincia. Abbiamo riesumato un fascicolo chiuso da 17 anni. Abbiamo rimesso in ordine le carte fino alla condanna in Appello dell'ex marito della donna". Altra indagine importante ricordata da Paternoster quella sui presunti maltrattamenti in una struttura socio-assistenziale dell'entroterra Forlivese, dove ci sarebbero stati maltrattamenti ad anziani pazienti. "Ringrazio la cittadinanza e spero di aver dato un importante contributo alla cittadinanza in questi tre anni", conclude il dirigente.

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