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Cronaca

Hera, tutto parte da un'azienda forlivese: "Le bollette potevano essere più basse"

Da dove nasce la multa di quasi due milioni di euro inflitta dall'Antitrust ad Hera per "abuso di posizione dominante"? Da un esposto depositato nell'ottobre 2012 da un'azienda forlivese.

Da dove nasce la multa di quasi due milioni di euro inflitta dall'Antitrust ad Hera per “abuso di posizione dominante”? Da un esposto depositato nell'ottobre 2012 da un'azienda forlivese, la Bandini e Casamenti, che conta una cinquantina di addetti. E' stata quest'azienda, assieme ad un'altra impegnata nello stesso settore, la C.B.R.C. s.r.l. di Bologna, a mettere in moto la macchina dell'Antitrust, che con un provvedimento condanna il comportamento di Hera nella gestione della carta che proviene dalla raccolta differenziata a Forlì.

LA SEGNALAZIONE PARTE DA FORLI' - La nota dei due ricorrenti, i “Davide” contro i“Golia”, esprime soddisfazione: “Le imprese C.B.R.C. e Bandini Casamenti s.r.l. prendono atto che quanto segnalato nell’ottobre 2012 alle autorità preposte - e nella specie al Garante della concorrenza di Roma - circa le problematiche derivanti da comportamenti delle società Hera S.p.A. ed Herambiente S.p.A. dichiarati non conformi alla normativa di settore e antitrust (relativa alla carta, cartone e assimilati), ha trovato chiara conferma nella decisione pubblicata ieri dall’AGCM”.

A RIMETTERCI SONO LE BOLLETTE DEI CITTADINI – Come funzionava e funziona tuttora il sistema di Hera? La multiutility pubblico-privata raccoglie a Forlì la carta differenziata, tra l'altro carta più “pulita” e di maggiore qualità in quanto proveniente per circa la metà della città dalla raccolta “porta a porta”, metodo che in media produce un rifiuto di maggiore qualità come materia prima di riciclo. Per i ricorrenti, Hera, nel suo ruolo di soggetto pubblico addetto alla raccolta dei rifiuti, doveva fare delle aste per vendere la carta da riciclare, invece la cedeva a prezzi concordati ad una sua controllata, la Akron di Rimini. Con le aste, invece, Hera avrebbe potuto spuntare un pezzo più alto e di conseguenza abbassare il costo della raccolta dei rifiuti a carico di tutti i cittadini. In altre parole, bollette più basse.

NESSUN DISTRETTO DEL RICICLO – Per altro, con questo sistema - secondo il ragionamento dei ricorrenti che ha trovato conferma nel provvedimento dell'Autorità a tutela della concorrenza sul mercato -, a Forlì, nonostante l'impegno del Comune sulla raccolta “porta a porta”, non sarebbe mai potuto decollare il cosiddetto “distretto del riciclo” e la relativa formazione di nuovi posti di lavoro. Questi rifiuti – macinando chilometri – vengono portati in blocco fuori città. In sostanza, né in termini di costi (le bollette), né in termini di economia (imprese e posti di lavoro), i forlivesi potrebbero beneficiare della loro “bravura” nel raccogliere i rifiuti in modo differenziato.

UN AUGURIO PER IL FUTURO - Scrivono le due imprese: “Da tale provvedimento emerge, fra l’altro, il ruolo dell’imprenditoria privata grazie alla quale è stato messo in rilievo come i comportamenti sanzionati abbiano inciso anche sugli interessi dei cittadini e sulle prestazioni rese all’interno delle filiere produttive del sistema di raccolta dei rifiuti urbani. Le imprese C.B.R.C. e Bandini Casamenti ritengono che, al di là delle vicende giudiziarie, la decisione dell’Antitrust possa essere anche di monito e di riferimento per una nuova stagione di sviluppo e partecipazione dei recuperatori e riciclatori ad un corretto sistema di gestione dei rifiuti”.

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