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Cronaca Spazzoli / Viale Roma, 1

Riflessione sull’oggi e sul domani: tante persone al Memorial Beatrice Cerini

In un'aula gremita, alla presenza delle autorità cittadine, di tanti docenti, dirigenti e studenti, si è svolto a Forlì il memorial Beaatrice Cerini

In un'aula gremita di insegnanti di ogni ordine e grado (dalla scuola dell'infanzia alle superiori), di dirigenti scolastici e di studenti del liceo delle scienze umane, alla presenza delle autorità cittadine e sotto il segno dell'educazione interculturale, si è svolto mercoledì a Forlì, nella sala Icaro di viale Roma, il memorial Beatrice Cerini. Dopo i caldi saluti, non di circostanza, del sindaco Davide Drei, del dirigente dell'Ufficio Scolastico Giuseppe Pedrielli e del dirigente del liceo classico "G.B. Morgagni" Marco Molinelli, i familiari di Beatrice, maestra elementare scomparsa nel 2009, hanno consegnato a due emozionate studentesse del liceo delle scienze umane una borsa di studio ciascuna, per incoraggiarle a proseguire gli studi universitari verso le professioni di carattere educativo. Attitudine all'insegnamento, dedizione, creatività, capacità di costruire buone relazioni sono solo alcune delle doti indicate dalla commissione nelle motivazioni del premio alle studentesse.

Dopo un intermezzo musicale a cura di allievi del Liceo classico "G. B. Morgagni", Graziella Favaro, esperta di didattica interculturale e responsabile della rivista Sesamo, ha tenuto una lucida, calda e applaudita relazione dal titolo "Insegnare è mestiere interculturale: le sfide e le competenze nella scuola della pluralità", spaziando dai dati che connotano oggi le scuole italiane (presenza di alunni stranieri, cittadinanza), al significato di educazione interculturale, come terza via fra l'assimilazione forzosa e l'esaltazione delle differenze; è la strada faticosa, paziente e lungimirante del confronto e del riconoscimento, che è altro rispetto al folclore (come può essere ad esempio l'enfasi sui tratti esotici) e alla compensazione (come a dire: ti manca qualcosa e io cerco di colmare questa mancanza).

Migrare, cultura e lingua sono termini che vanno declinati al plurale, secondo la Favaro, e quanto mai significativo è il ruolo della scuola che, per dirla con Dewey, è figlia, ma al tempo stesso anche madre della società. A seguire Alessandra Prati, nel suo triplice ruolo di cittadina forlivese, madre e insegnante, ha raccontato quanto la scuola sia creatrice di conoscenze, di competenze e di valori e come essa abbia la forza di cambiare il mondo. Infine Fulvia Fabbri, rappresentante della cooperativa Dialogos, evidenziando il valore dell'empatia, ha ricordato l'importante compito che "ci porta a essere promotori di connessioni".

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