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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Mensa dei poveri a rischio. La Caritas se ne occuperà

"Adesso che i Cappuccini stanno per lasciare la città dopo ben 500 anni, non possiamo assolutamente permetterci di perdere i frutti migliori di questo straordinario impegno"

Il direttore della Caritas diocesana Sauro Bandi non ha dubbi: “Adesso che i Cappuccini stanno per lasciare la città dopo ben 500 anni, non possiamo assolutamente permetterci di perdere i frutti migliori di questo straordinario impegno”. A pochi giorni dalla definitiva partenza dei religiosi dal convento di via Ravegnana, già donato alla stessa Diocesi di Forlì-Bertinoro, ci si pone il problema di chi porterà avanti le loro opere sociali.

“I frati – ha dichiarato Bandi nel corso dello storico consiglio parrocchiale di venerdì 7 settembre, l’ultimo alla presenza di un cappuccino, il parroco uscente padre Vittorio Ottaviani – hanno sempre profuso energie e risorse preziose per gli ultimi. Adesso che se ne vanno, la comunità forlivese deve assolutamente rimboccarsi le maniche per dare continuità al loro lavoro”. La Caritas diocesana è già presente a Santa Maria del Fiore con l’Accoglienza notturna. Ospitato in un’ala del convento utilizzata fino a 40 anni fa come convitto studentesco, il dormitorio è stato appena ristrutturato ed è in grado di garantire sino a 35 posti letto al giorno. Adesso, la grande organizzazione sociale diocesana è disponibile a farsi carico anche della Mensa dei Poveri. Fondata nel 1983 dal grande padre Lazzaro Corazzi e gestita da volontari della parrocchia, offre un pranzo caldo ad un numero di persone che si aggira sulle 50 presenze giornaliere. Giusto due anni fa, il 14 maggio 2010, veniva inaugurata la “nuova” Mensa San Francesco”, completamente rinnovata grazie al sostegno economico del Lions Club Forlì “Valle del Bidente”.

Il generoso “service” di complessivi 24.000 euro consentì, infatti, il rifacimento integrale della cucina (cappa a parete, lavastoviglie, friggitrice, cella frigorifera e congelatore, cuocipasta, doccia, tavoli da mensa e infine tegami e vassoi). Fra il 2009 e il 2011 sono stati distribuiti 60.000 pasti caldi, consegnando circa 10.000 borse alimentari ad altrettante persone indigenti. Settimanalmente sono 70 le famiglie assistite. Nel 2009, la conduzione della Mensa, gestita dai 12 volontari, è stata assunta formalmente dall’onlus “Associazione San Francesco Mensa dei Poveri”, presieduta dallo stesso padre Vittorio Ottaviani. Oltre alla necessità di organizzare nel migliore dei modi il gesto, la costituzione in onlus ha permesso di acquisire donazioni da privati e contributi pubblici, consentendo alla parrocchia di continuare nel nobile ma oneroso servizio.

“Come Caritas - riprende il direttore Caritas Sauro Bandi - abbiamo tutto l’interesse a collaborare con quanti in parrocchia intendono portare avanti l’esperienza della mensa. Poi valuteremo se e come intervenire, puntando anche sul fatto che questa attenzione ci è stato richiesta dagli stessi frati”. I Cappuccini lasceranno Forlì e Santa Maria del Fiore domenica 16 settembre. Se ne vanno a malincuore e per mera obbedienza, dovendo adempiere quanto deciso nell’aprile 2011 dal Capitolo provinciale, il loro organo di governo. Questo però non ha impedito loro di preoccuparsi che i poveri della parrocchia continuino ad essere accolti ed accuditi nel migliore dei modi. La Caritas diocesana, che approfitterà dell’esperienza maturata con la mensa serale “Buon Pastore” di via Fossato Vecchio, si è dichiarata disponibile a dare continuità all’importante servizio, in appoggio agli stessi parrocchiani organizzati nell’onlus “Associazione San Francesco Mensa dei Poveri”.

Dopo aver tranquillizzato sulla sorte del servizio di Santa Maria del Fiore, Bandi ha comunicato anche un’altra importante decisione per il contesto sociale forlivese, presa in accordo con la stessa Caritas: la nuova sede dell’Accoglienza notturna dei barboni e senza tetto durante l’inverno. La “Capanna di Betlemme”, il container di via Servadei predisposto d’emergenza lo scorso anno dal Comune di Forlì e gestito dai volontari dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, sarà sostituito dalla canonica della chiesa parrocchiale di Borgo Sisa. I dettagli dell’operazione saranno definiti a breve, in accordo con l’assessore comunale al welfare Davide Drei. Nulla di deciso, invece, per quanto riguarda il Centro diurno. Dopo l’infelice esperienza del chiostro di San Mercuriale, si sta ancora valutando dove allocare un servizio che si è rivelato tanto fondamentale quanto invadente.

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