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Cronaca Dovadola

La neve non ferma centinaia di fedeli a Dovadola, "Benedetta è la santa della porta accanto"

"Dovadola – afferma il vescovo Corazza - è e sarà sempre il paese di Benedetta. Mi auguro e prego perché non sia soltanto perché conserva nella sua chiesa le spoglie di una beata, ma soprattutto perché cerca di imitarla"

Benedetta è la santa della porta accanto. La forte nevicata che mercoledì sera ha incominciato ad imbiancare Dovadola proprio a ridosso della messa in memoria della Venerabile, celebrata dal vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza, non ha impedito ad un centinaio di fedeli di raggiungere la Badia di Sant’Andrea per il doveroso ricordo. Traendo spunto dalla constatazione espressa da mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nel corso della liturgia mattutina, secondo cui “Benedetta ha vissuto pienamente l’esperienza della croce proprio perché si è affidata totalmente a Dio”, anche il pastore d’anime forlivese ne ha riconosciuto la grandezza citando il passo della Lettera ai Romani in cui San Paolo scrive: “Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”.

Benedetta Bianchi Porro, messa col vescovo Livio Corazza (foto di Piero Ghetti)

“Carissime sorelle, carissimi fratelli - esordisce il presule friulano – è una serata particolare quella che celebriamo oggi. Unica. E’ la prima volta che ricordiamo la nascita al cielo di Benedetta dopo che il 7 novembre scorso Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio. Anche se oggi non possiamo celebrare la messa per la Beata e dovremmo per questo aspettare il 14 settembre prossimo venturo, la celebrazione di oggi è una messa unica. Ed è la prima volta che la celebriamo non di domenica ma nel giorno stesso della memoria. Dovremo abituarci”.

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Corazza è ritornato ancora una volta a Zuppi, quando si è stupito del fatto che le spoglie mortali della venerabile siano state portate a Dovadola, proprio in quella chiesa, già pochi anni dopo la morte terrena, segno che si è capito subito la grandezza spirituale della giovane. Tutti, a parole, siamo orgogliosi di lei: ma ne siamo anche degni? “Mentre ringraziamo riconoscenti del dono ricevuto – continua il vescovo Livio - sento anche forte la responsabilità di accogliere e diffondere la testimonianza di Benedetta”. C’è un brano del Vangelo, in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Un giorno Benedetta, commentando quel passo, ha così scritto: “Ho notato che nel mondo si apprezzano le virtù cristiane, ma non appena si arriva a Gesù Cristo, la sua Croce, tutti si dileguano”.

“La croce – riprende il vescovo forlivese – non è solo quella di chi soffre nel corpo per mancanza di salute, ma corrisponde anche alle prove che uno deve affrontare di fronte alle ingiustizie, alle calunnie, alle chiacchere, alle divisioni, alle guerre che talvolta facciamo fra di noi”. Corazza ha chiuso la sua vibrante omelia chiedendo ai presenti di poter concludere con le stesse parole con le quali Benedetta rispose alla mamma Elsa, quando le riferì che tutti ormai la ritenevano una santa: “Se lo dite e non ci credete siete solo degli ipocriti. Se lo credete, allora poche chiacchere, e imitatemi”. Dovadola è e sarà sempre il paese di Benedetta. “Mi auguro e prego perché non sia soltanto perché conserva nella sua chiesa le spoglie di una beata, ma soprattutto perché cerca di imitarla”.

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