rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un improvviso malore non gli lascia scampo: è morto Dino Amadori, direttore scientifico emerito dell'Irst

Domenica, alle 15 ora italiana, mentre si trovava all'estero, è scomparso improvvisamente il prof. Dino Amadori, Direttore scientifico emerito IRST IRCCS e Presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo

Lutto nel mondo della sanità. E' scomparso a seguito di un improvviso malore, mentre si trovava all'esterno, il professor Dino Amadori, direttore scientifico emerito dell'Irst Irccs e presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Aveva 83 anni. "La morte improvvisa del prof. Dino Amadori - dichiara Renato Balduzzi, presidente del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori - Irccs - non soltanto lascia increduli i suoi familiari, gli amici e conoscenti che, ancora sino a pochi giorni fa, avevano potuto gioire della sua umanità e competenza, ma costituisce un significativo impoverimento per la sanità italiana ed europea, e un vuoto autentico per la Romagna tutta. Dino non si è mai sottratto al suo essere anzitutto medico, diremmo il medico di una volta, capace di sorridere, di rassicurarti, di ascoltarti, di proporti un percorso di speranza con parole comprensibili per tutti. Ma è stato un medico scienziato, che non ha mai smesso di studiare e di indagare i tumori con umiltà pari alle straordinarie qualità di ingegno e di capacità di lavoro. E altresì un medico organizzatore e promotore di legami, percorsi, protocolli".

"La sua creatura, la sua casa profonda è stato l'Istituto di Meldola, un gioiello tenacemente pensato, disegnato, praticato sin dalla costituzione dell'Istituto oncologico romagnolo. E infine un medico con una singolare capacità di fare squadra e di dirigere senza essere mai ingombrante, come sanno bene Giorgio Martelli e i direttori generali dell'Irst-Irccs che lo hanno preceduto, e come possono testimoniare, oltre ai tanti suoi allievi sparsi in Italia e nel mondo, soprattutto Mattia Altini, Fabio Falcini, Marco Maltoni, Giorgio Martelli, Giovanni Martinelli e Giovanni Paganelli, per menzionare i suoi più stretti quotidiani compagni nella battaglia contro il cancro. Profondamente legato al suo territorio e alla sua Regione come forse soltanto i romagnoli sanno esserlo, era cittadino del mondo, capace di attenzioni verso i più deboli e gli ultimi: ne sanno qualcosa, oltre che gli innumerevoli suoi pazienti italiani, i grandi e i piccini della Tanzania presso i quali si recava, con Patrizia, appena poteva. La nostra amicizia, cresciuta nel corso degli ultimi venticinque anni, ha costituito per me un dono prezioso, di cui ringrazio quel Signore della vita in cui Dino, anche in mezzo a prove e difficoltà, non ha mai smesso di credere e al quale non ha mai cessato di affidarsi".

"La morte improvvisa del professor Amadori ci lascia tutti attoniti e sgomenti - afferma il direttore generale Ior, Fabrizio Miserocchi -. Il nostro presidente, il nostro fondatore, l’amico carissimo di tutti i consiglieri e collaboratori che hanno avuto la fortuna di godere della sua presenza. La stella polare dei nostri volontari a cui ha voluto bene uno ad uno. A chi rimane resta un lascito infinito di grandi insegnamenti, di valori e soprattutto le sue creature più grandi per le quali ha dato letteralmente la vita: lo Ior, l’Irst di Meldola e l'Associazione Tison. Ma la sua eredità più grande è l’impegno a cui ciascuno di noi sarà chiamato, affinchè, come diceva sempre “questo sia davvero il secolo in cui il cancro subirà il colpo decisivo”. Di più al momento, per rispetto al cordoglio della famiglia e al nostro dolore, non mi sento di dire. Siamo sicuri che la nostra sofferenza sia quella di tutto il popolo dello Ior".

"Con la scomparsa del Amadori la Romagna, ma non solo, perde un pioniere della lotta contro il cancro e un uomo di grande valore - è il cordoglio dell'Ausl Romagna -. Il suo impegno è andato ben al di là della professione, interpretata nel segno dell’ascolto e di una rara capacità di alimentare sempre la speranza, sconfinando nel contesto sociale, attraverso un impegno costante e prezioso che ha trovato la massima espressione nella straordinaria “invenzione” dell’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior), per non citare le iniziative umanitarie nei Paesi Africani. Dino Amadori ha assicurato, nel corso di tutti questi anni, un contributo fondamentale allo sviluppo della sanità di questo territorio, che ha avuto coronamento nella realizzazione dell’Irst di Meldola, e sempre attraverso un confronto leale e cotruttivo. Con un sentimento di sgomento e dolore ci uniamo alle preghiere dei famigliari".

L'unità operativa di Ginecologia e ostetricia di Forlì "si stringe in un caloroso abbraccio al collega Andrea Amadori e alla sua famiglia per l'improvvisa scomparsa del prof Dino Amadori. Ci lascia  il fondatore della oncologia in Romagna, grande medico e scienziato, ma anche grandissimo uomo e benefattore. Nel suo volume autobiografico "Anima e coraggio", dedicava il libro a "coloro che soffrono nella speranza, ai volontari che ne rendono ancora piena la vita e ai ricercatori perché la nostra speranza non sia vuota". Noi colleghi lo salutiamo e lo onoriamo con queste sue stesse parole".

Chi era Dino Amadori

Nato a Santa Sofia, in provincia di Forlì, il 21 aprile 1937, si laurea con lode presso l'Università degli Studi di Bologna il 17 novembre 1961: un periodo in cui, purtroppo la Romagna era una terra tristemente famosa per l'alta mortalità legata alle neoplasie tra i suoi abitanti. Ispirato dalla convinzione che un futuro senza tumori sia possibile, il dottore è stato in prima linea lungo tutto l'arco del la sua vita personale e professionale nella lotta contro il cancro. La sua attività spazia dall'assistenza medica dei pazienti oncologici alla sensibilizzazione sul tema della prevenzione; dal miglioramento della qualità di vita delle persone terminali alla creazione di strutture apposite che possano condurre queste attività su una scala più ampia. 

A questo scopo il professor Amadori, assieme all'avvocato Salvatore Lombardo, figlio di una sua paziente, fonda nel 1979 l'Istituto Oncologico Romagnolo, una cooperativa operante al fianco delle strutture pubbliche con l'obiettivo di “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana, all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi sociosanitari ed educativi ed in particolare attraverso l’azione di prevenzione, cura e riabilitazione oncologica e di ricerca scientifica”. Ma la sua attività non si limita certo a questo. Nel 1984 ha ideato e realizzato il Registro Tumori della Romagna per raccogliere, elaborare e divulgare in modo sistematico e tempestivo le informazioni su incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza di tutti i casi di tumore maligno che insorgono nella popolazione coperta dal registro; produrre dati individuali di elevata qualità, utilizzabili per studi specifici clinici ed epidemiologici; e offrire ulteriori possibilità di prevenzione e diagnosi precoce.

L'impegno profuso nella lotta contro il cancro l'ha portato ad essere nominato Presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica dal 1997 al 1999. E' stato presidente della Commissione Oncologica Regionale dell'Emilia Romagna, e membro delle principali società scientifiche nazionali ed internazionali di settore. Oltre ad essere il presidente dell'Istituto Oncologico Romagnolo è stato il direttore scientifico dell'Istituto Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori a Meldola, struttura d'eccellenza e all'avanguardia a livello nazionale nella cura dei tumori inaugurata nel 2007 alla presenza delle massime autorità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un improvviso malore non gli lascia scampo: è morto Dino Amadori, direttore scientifico emerito dell'Irst

ForlìToday è in caricamento