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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Morte di Zlata, il processo si avvicina al verdetto: fu causata dalle violenze del marito?

L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte della donna

Si avvicina il giorno del giudizio per la vicenda della morte di Zlata. Venerdì al Tribunale di Forlì si terrà l'udienza decisiva al termine della quale - salvo sorprese dell'ultima ora - verrà emesso il verdetto per l'ex compagno della donna. Zlata Zahariyuk era una giovane mamma ucraina di 32 anni che è morta a Forlì il 7 luglio 2019 nella sua casa di via Pantoli, secondo le accuse a causa delle vessazioni dell'uomo che si protraevano da anni. Il caso è stato tenuto vivo all'opinione pubblica negli ultimi due anni grazie al civismo dei suoi vicini di casa di via Monari - dove aveva abitato fino a qualche giorno prima - che hanno creato anche una pagina Facebook 'Chiediamo giustizia per Zlata'. Non solo, la scorsa udienza avevano srotololato uno striscione davanti al tribunale e lo rifaranno venerdì mattina. L'impegno dei vicini nasce dalle richieste di aiuto e dagli sfoghi che Zlata quando era in vita condivideva con loro, confidandosi sulle presunte angherie del compagno violento, senza tuttavia mai approdare ad una denuncia formale. Una versione respinta totalmente dalla difesa dell'uomo.

In aula a tenere il ruolo dell'accusa sarà il pm Messina della Procura di Forlì. Imputato è il marito della donna Oleksandr Zahariuk, 37 anni, colpito da un mandato di arresto europeo ma non eseguito per mancanza di accordi bilaterali tra Italia e Ucraina, dato che l'uomo è tornato a vivere nel paese di origine dopo quell'episodio. L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte della donna, che per la Procura è deceduta per effetto delle vessazioni subite.

Il processo davanti al giudice Di Giorgio si terrà col rito abbreviato, che in caso di condanna prevede una riduzione di un terzo della pena, come richiesto dalla difesa rappresentata dagli avvocati Gianluca Barravecchia e Erica Ferrini. Il giudice, alla luce delle carte processuali già acquisite (come previsto dal rito processuale) emetterà quindi il giudizio. In aula ci saranno la madre e la sorella, quest'ultima arrivata dall'Ucraina apposta per presenziare al processo. I famigliari sono rappresentati come parte civile dagli avvocati Giuseppina Castronovo (in rappresentanza della madre) e Elena Toni (in rappresentanza dei Servizi sociali del Comune di Forlì, tutori del figlio minore della coppia). Scorporato, con la "messa in prova" il giudizio  per un forlivese, compagno della madre dell'imputato, accusato del reato di favoreggiamento per aver condotto  Oleksandr Zahariuk a prendere il bus che lo avrebbe poi riportato in Ucraina. La pena nel suo caso è di 180 ore di lavori sociali.

Zlata Zahariyuk venne trovata morta  la mattina del 7 luglio 2019 nel suo letto, a fianco del marito Oleksandr, che allertò i soccorsi. Quando arrivò il 118, tuttavia, non c'era più niente da fare. Ma sul corpo c'erano ferite ed ecchimosi, ma niente che postesse far pensare ad un colpo mortale inferto nelle immediate ore precedenti. Tuttavia, la causa della morte, secondo l'accusa, sarebbe da addebitare ad un colpo alla testa di qualche giorno prima, inferto nell'ambito di maltrattamenti perduranti negli anni che avevano portato la donna anche a rivolgersi al pronto soccorso, ma mai all'autorità giudiziaria per formalizzare una denuncia, che a detta dei vicini e amici la donna non voleva fare per dare al figlio la possibilità di crescere con la presenza del padre, per quanto violento. La difesa respinge completamente le ipotesi dell'accusa, sostenendo che non è dimostrato il nesso tra il marito e le eventuali percosse che avrebbero provocato le ferite e fa riferimento invece alla fragilità della giovane e alla sua debilitazione fisica anche causata dall'abuso di alcolici.

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