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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il caso della morte di Zlata approda in aula con un sit-in sotto il tribunale: fissato il processo

E' stata una giornata di snodo per raggiungere ad una verità sulla morte di Zlata Zahariyuk, una giovane mamma ucraina di 32 anni che è morta in un contesto ancora non del tutto chiaro

Fuori dal tribunale gli attivisti del comitato di sostegno per Zlata, dentro invece, nella sala di udienza, la decisione del giudice che fissa il processo già il prossimo 22 ottobre. E' stata una giornata di snodo per raggiungere alla verità sulla morte di Zlata Zahariyuk, una giovane mamma ucraina di 32 anni che è morta in un contesto ancora non del tutto chiaro il 7 luglio 2019 nella sua casa di via Pantoli. Il caso è stato tenuto vivo all'opinione pubblica negli ultimi due anni grazie al civismo dei suoi vicini di casa di via Monari - dove aveva abitato fino a qualche giorno prima - che hanno creato anche una pagina Facebook 'Chiediamo giustizia per Zlata' con circa 670 utenti. Nel frattempo sono andate avanti le indagini della Procura e si è approdati alla prima udienza formale, quella di discussione della richiesta del rinvio a giudizio, avanzata dal pm Messina nei confronti del marito della donna Oleksandr Zahariuk, 37 anni, colpito da un mandato di arresto europeo ma non eseguito per mancanza di accordi bilaterali tra Italia e Ucraina, dato che l'uomo è tornato a vivere nel paese di origine dopo quell'episodio. L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte della donna, che per la Procura è deceduta per effetto delle vessazioni subite.

Davanti al tribunale gli amici di Zlata hanno srotolato uno striscione mentre era in corso l'udienza, con la frase 'Chiediamo la verità sulla morte di Zlata'. Nel corso della discussione la difesa del marito, rappresentata dagli avvocati Gianluca Barravecchia e Erica Ferrini, ha avanzato la richiesta di un processo con rito abbreviato, un iter più spedito del processo che riconosce, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena. La prima richiesta era di un abbreviato condizionato, però, ad un riesame e un approfondimento dell'autopsia. Il rigetto della richiesta da parte del giudice (gip Di Giorgio) ha portato all'accoglimento della richiesta successiva del rito abbreviato semplice. Per cui sarà lo stesso giudice, alla luce delle carte processuali già acquisite - e quindi senza testimonianze e ulteriori elementi di prova - a emettere il giudizio, già il prossimo 22 ottobre.

Per la parte civile erano presenti all'udienza anche gli avvocati Giuseppina Castronovo (in rappresentanza della madre) e Elena Toni (in rappresentanza dei Servizi sociali del Comune di Forlì, tutori del figlio minore della coppia). Infine è stata concessa la 'messa alla prova' di un forlivese, compagno della madre dell'imputato, accusato del reato di favoreggiamento per aver condotto  Oleksandr Zahariuk a prendere il bus che lo avrebbe poi riportato in Ucraina ed essere stato reticente durante le indagini. Dovrà svolgere 180 ore di lavori sociali per vedere chiusa la sua posizione.

Zlata Zahariyuk venne trovata morta  la mattina del 7 luglio 2019 nel suo letto, a fianco del marito Oleksandr, che allertò i soccorsi. Quando arrivò il 118, tuttavia, non c'era più niente da fare. Ma sul corpo c'erano ferite ed ecchimosi, ma niente che postesse far pensare ad un colpo mortale inferto nelle immediate ore precedenti. Un caso di "morte bianca". La causa della morte, secondo l'accusa, sarebbe da addebitare ad un colpo alla testa di qualche giorno prima, inferto nell'ambito di maltrattamenti perduranti negli anni che avevano portato la donna anche a rivolgersi al pronto soccorso, ma mai all'autorità giudiziaria per formalizzare una denuncia, che a detta dei vicini e amici la donna non voleva fare per dare al figlio la possibilità di crescere col padre, per quanto violento. La difesa respinge completamente le ipotesi dell'accusa, sostenendo che non è dimostrato il nesso tra il marito e le eventuali percosse che avrebbero provocato le ferite e fa riferimento invece alla fragilità della giovane e alla sua debilitazione fisica anche causata dall'abuso di alcolici. Ora toccherà al giudice il 21 ottobre a dare un primo giudizio.

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