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Cronaca

E' morto il giornalista e presidente dell'Ail Gaetano Foggetti

Presente sulla ribalta del giornalismo locale fin dai primi anni '90 è stato una colonna portante del Corriere Romagna

E' morto giovedì mattina Gaetano Foggetti, giornalista forlivese e volto noto della città per i suoi molteplici impegni nell'informazione locale e nel volontariato. Foggetti aveva 56 anni e lascia la moglie  Patrizia Cupo e i figli Alberto e Lucia. Presente sulla ribalta del giornalismo locale fin dai primi anni '90 è stato una colonna portante del Corriere Romagna, a lungo caposervizio della redazione di Forlì.

IL CORDOGLIO - "Un cooperatore di alti ideali e senso del futuro"

Colpito da alcuni mesi da un tumore, aveva già combattuto e vinto anche la leucemia quando era giovane. Una vita sfortunata dal punto di vista della salute, ma piena di affetti e sempre affrontata con serenità, equilibrio e, per quanto riguarda l'attività lavorativa, grande professionalità. E' stato anche presidente dell'Ail Forlì-Cesena, l'associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma, da luglio 2020 ,e a questa causa aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita. Circa un anno e mezzo fa aveva pianto la morte del padre Vito.

Il funerale si tiene lunedì alle 15 nella chiesa di San Colombano, partendo dalla camera mortuaria dell’ospedale di Forlimpopoli. Dopo le esequie si proseguirà per il Nuovo Cimitero Urbano di Cesena (Tipano) dove successivamente avrà luogo la cremazione. La famiglia ha indicato, per chi vuole, a dare un contributo all'Ail.

La battaglia contro la leucemia

La famiglia, raccontava sul sito dell'Ail Gaetano, "è il regalo più bello che la sopravvivenza alla malattia potesse darmi. Quella contro la leucemia, raccontò, è stata "un'esperienza punteggiata da molta fortuna e persone importanti, impossibili da dimenticare. Nel novembre 1991, al momento della periodica donazione di sangue per l’Avis – pratica che consiglio a tutti per il suo valore civico e per la possibilità di controllare continuamente le proprie condizioni fisiche – i medici si accorgono che la mia emoglobina era “sotto terra”. Immediato consulto, prima visita all’Istituto di Ematologia “Seràgnoli” del Policlinico Sant’Orsola di Bologna che conferma la diagnosi di leucemia mieloide acuta, e, ai primi di gennaio del ’92, il ricovero nelle stanze del terzo piano dell’Istituto".

Da lì la lotta: "Tre mesi serviti per altrettanti cicli di chemioterapia, per conoscere il professor Sante Tura e la sua splendida équipe e una serie di “compagni di viaggio” rimasti per sempre nel mio cuore. Nessuna compatibilità con i miei fratelli, strada obbligata quella dell’autotrapianto, al quale sono sottoposto nel settembre dello stesso anno". Venne dimesso a ottobre. "Un anno forzato di riflessione", lo definì. La possibilità di "vivere ancora molte cose, belle e brutte: la mia famiglia – mia moglie Patrizia, conosciuta qualche anno più tardi, e i miei figli Alberto e Lucia – la passione giornalistica come professionista, il rapporto con tanti autentici amici e le delusioni che, credo, costellino la vita di ciascuno di noi in vari campi".

Da quell’esperienza, "grazie alla spinta di un energico imprenditore forlivese anche lui reduce dalla malattia", è nata nel 1995 l’avventura della sezione di Forlì-Cesena dell’Ail, nella quale ho ricoperto l’incarico di presidente. "La cosa più entusiasmante è la forza che l’obiettivo comune dà al nostro gruppo eterogeneo: dare un contributo a far sì che la lotta alle malattie del sangue sia un po’ più facile e permetta di dare ulteriori possibilità di guarigione a quanti si ammalano". "Non posso dare nessun consiglio a quanti stanno passando ciò che ho già vissuto - scrisse -, troppo intimo e personale è il rapporto con la malattia; penso solo che non ho mai trovato, tra tutti coloro che ho conosciuto allora e in questi anni, un paziente che si è arreso, anzi. Dopo lo choc iniziale, l’impegno e la voglia di debellare il male per tornare a vivere sono sempre quelli che prevalgono. Ed è questa l’unica certezza sulla quale invito tutti gli amici dell’Ail a riflettere". 

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