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Cronaca

"Scommessa vinta: la più grande mostra su Dante nel 700° anniversario. Notorietà europea per Forlì"

“Abbiamo fatto una grande mostra in un periodo paragonabile a un periodo di guerra, date le incertezza e il ritmo con cui cambiavano le regole"

“Abbiamo organizzato una mostra senza sapere quando sarebbe partita, provate a chiedere prestiti di opere ai grandi musei internazionali lasciando in bianco le date”: è con queste parole che Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione, indica tutte le difficoltà dell'aver messo in piedi la grande mostra su Dante, che ha chiuso dopo 70 giorni nella giornata di domenica. L'occasione è stata per fare un bilancio delle visite, che hanno visto oltre 40mila presenze in appena due mesi e nonostante le tante restrizioni imposte dalla pandemia, per “Dante. La visione dell’arte”, la grande mostra organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme alle Gallerie degli Uffizi per raccontare, nel settecentenario della morte, il mito del Sommo Poeta durante il trascorrere dei secoli.

Una scommessa temeraria ma vinta. “Abbiamo fatto una grande mostra in un periodo paragonabile a un periodo di guerra, date le incertezza e il ritmo con cui cambiavano le regole nei vari Dpcm e con la somma delle norme nazionali e regionali”, sempre Brunelli. Il risultato? “Siamo stati nel 2021 la prima grande mostra in Italia e lo saremo anche per i prossimi mesi. E' stato l’evento espositivo di maggior rilievo per numero di opere, impianto narrativo e approfondimento scientifico dedicato al Sommo Poeta nell’anno centenario delle sue celebrazioni. Una mostra che, nel perdurare della pandemia, ha costituito al contempo un grande evento culturale e anche un fermo e necessario segnale di ripresa e di speranza”, spiega.

Da un'analisi fatta sui visitatori della mostra su Dante emerge che anche la mostra forlivese del 2021 è stata visitata per circa un terzo del pubblico da fuori regione, mentre i cittadini dell'Emilia-Romagna sono i due terzi, di cui il 42% sono della provincia di Forlì-Cesena. Due terzi sono donne (il 68%); il 58% sono laureati e il 36% diplomati. Il 25% dei visitatori della mostra sono stati pensionati, il 9% studenti , il 3% disoccupati e il restante lavoratori. I canali più potenti per conoscere i contenuti della mostra? Dopo il passaparola, sempre efficace (37,5%), la maggiori informazioni vengono da internet (30,5%), che scalza di gran lunga la carta stampata, ferma al 22%.  Il San Domenico ha uno zoccolo duro di estimatori considerato che il 76% del pubblico della mostra su Dante ha visitato le esposizioni precedenti e l'80% era stato già a Forlì. Ed è un pubblico qualificato quello del San Domenico, dato che nel 76% chi ha visitato la mostra su Dante ha visitato tre o più musei nell'ultimo anno.  “Da questi dati c'è un 20% di visitatori della mostra che non era mai stata a Forlì prima, si tratta di 10mila persone che in due mesi hanno visitato la città grazie al San Domenico. Il Comune ha in corso investimenti per fare del San Domenico un palcoscenico sempre più bello”, commenta il sindaco Gian Luca Zattini.

Conclude il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Questa mostra è un grande successo, a partire dal punto di vista scientifico. Ciò è documentato dallo stesso catalogo: per le generazioni a venire, un manuale per l'università ma anche per le scuole medie e superiori. Questa esposizione è davvero una pietra miliare, che illustra non solo tutto Dante, la sua opera, ma l'immensa influenza culturale che ha esercitato  dai suoi tempi fino al '900. Possiamo dire che 'Dante - La visione dell'arte' è paragonabile per ampiezza alla mostra su Raffaello realizzata lo scorso anno dagli Uffizi con le Scuderie del Quirinale. Ma allo stesso tempo è anche una mostra coraggiosa, organizzata nel pieno della pandemia: resterà un faro negli anni a venire e questo è un risultato che porterà visitatori a Forlì e in Romagna per anni a venire. Si è trattato di un grande evento europeo: abbiamo avuto recensioni di questa esposizione in tutti i principali giornali esteri. L'entrata in funzione dell'aeroporto renderà i prossimi eventi di respiro europeo”.

E la mostra non si ferma: l’esposizione infatti adesso si trasforma, diventando un vero e proprio documentario d’arte che verrà diffuso a partire da settembre. Sarà realizzato come una visita guidata e commentata virtuale nella rassegna mostre, forte di oltre 300 opere, grazie alla collaborazione di grandi maestri della ripresa cinematografica e della fotografia; l’obiettivo è metterla a disposizione del grande pubblico, pensando in particolare a quanti non hanno potuto sperimentare, con una visita reale, le stesse emozioni del grande viaggio dantesco raccontato nella mostra forlivese. A cominciare dalle scuole e dagli studenti, gravemente penalizzati nelle loro attività dalla pandemia, bloccati nelle gite scolastiche. Il video, della durata di un'ora e mezza circa, è pensato principalmente come strumento didattico. 

Ricchissimo il percorso espositivo creato ai Musei San Domenico dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme alle Gallerie degli Uffizi. Per la prima volta è stata proposta al pubblico un’esclusiva pinacoteca dantesca di 300 opere, collocate in un arco temporale ampio dal Duecento al Novecento, e che ha offerto una nuova lettura della figura di Dante e della sua opera in rapporto all’arte. Il progetto, nato da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Vice-presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e direttore delle grandi mostre da essa organizzate, è stato coadiuvato dal Professor Antonio Paolucci e dal Professor Fernando Mazzocca, con un numeroso e prestigioso comitato scientifico.  La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione mirava a ribadire la centralità di Forlì e del suo territorio nel percorso storico-esistenziale dantesco. Non città di passaggio, Forlì, ma città dantesca.

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