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Cronaca

Un mese di slittamento, ma con il ritorno della "zona gialla" apre la grande mostra su Dante

E' slittata di quasi un mese, il suo varo era previsto per il 1 aprile, quando ancora non si sapeva che in tale giorno, a causa dell'impennata dei contagi di marzo, Forlì sarebbe stata "zona rossa"

E' slittata di quasi un mese, il suo varo era previsto per il 1 aprile, quando ancora non si sapeva che in tale giorno, a causa dell'impennata dei contagi di marzo, Forlì sarebbe stata "zona rossa". Ed ora che si esce anche dalla "zona arancione" per approdare in "zona gialla", giovedì mattina ai Musei San Domenico verrà finalmente inaugurata la mostra su Dante. Dal giorno dopo, venerdì 30 aprile, potranno affluire anche i primi visitatori. Parte così, la prossima grande mostra del San Domenico con cui Forlì si ritaglia un ruolo di primo piano nel Settecentesimo anniversario di Dante Alighieri. Se la città natale e quella di morte del Sommo Poeta sono le due estremità, solide quasi obbligate, delle celebrazioni, è sul tragitto tra le due città dantesche che si posiziona Forlì, in un ruolo altrettanto solido e meno scontato. Firenze-Forlì-Ravenna è un viaggio dovuto per chi nel 2021 vorrà approfondire la figura di Dante Alighieri, nei 700 anni dalla morte del padre della lingua italiana, con Forlì - ed in particolare gli spazi espositivi dei Musei San Domenico - che si pone come tappa intermedia, grazie ad una mostra che presenterà trecento capolavori, realizzata con una collaborazione a quattro mani tra la Galleria degli Uffizi di Firenze e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

“Dante. La visione dell’arte” si terrà nei Musei San Domenico per ora con data ufficiale di chiusura dell’11 luglio: illustrerà a 360 gradi la figura del padre della Divina Commedia e della lingua italiana attraverso  un percorso espositivo ricchissimo, con opere dal Medioevo al Novecento: tra queste, creazioni di Giotto, Beato Angelico, Filippino Lippi, Michelangelo, Tintoretto, fino ad arrivare a Sartorio, Boccioni, Casorati e altri maestri del contemporaneo. E circa 50, tra dipinti, sculture e disegni arriveranno proprio dagli Uffizi. Il proposito esplicito è di farne “una esposizione monstre”. La scelta più ovvia, in questo periodo di totale incertezza e di chiusura anche dei musei, sarebbe stata quella di sospendere l'organizzazione della grande mostra annuale di Forlì, ma nel momento difficile che il mondo intero sta vivendo, l'evento intende rappresentare anche un simbolo di riscatto e di rinascita non solo del nostro Paese, ma del mondo dell’arte e dello spirito di cultura e civiltà che essa rappresenta.
 
Il progetto nasce da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Curatori della mostra sono il Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico. 

La mostra affronta un arco temporale che va dal Duecento al Novecento.  Per la prima volta, l’intimo rapporto tra Dante e l’arte viene interamente analizzato e ricostruito, presentando gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria di Dante, delle sue opere ed in particolare della Divina Commedia, o hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, o ancora hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé. 

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