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La Russia blocca i capolavori destinati a Forlì per la mostra della Maddalena. "Noi siamo amici dell'Ermitage"

Per la mostra dedicata a Canova, l’Ermitage prestò 13 capolavori. Per la mostra sulla Maddalena dovevano arrivare 4 opere (Domenichino, Canova, Lefebvre, Pietro da Cortona)

Il conflitto in Ucraina innescato da Vladimir Putin avrà ripercussioni anche sulla mostra "Maddalena. Il mistero e l’immagine", che aprirà al pubblico il 27 marzo. Il blocco imposto dal governo russo, a dispetto dei profondi rapporti d’amicizia e collaborazione tra la Fondazione di Forlì, i Musei San Domenico ed il Museo dell’Ermitage, impedirà infatti l’esposizione di quattro opere di grandi maestri come Canova e Domenichino, ma questo non inciderà comunque sulla coerenza del percorso espositivo e sulla completezza dell’illustrazione della complessità della figura della Maddalena. 

Argomenta Gianfranco Brunelli, coordinatore delle “grandi mostre” ai Musei San Domenico promosse dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì: "La decisione scellerata di Putin e del suo regime, non del popolo russo, di dichiarare guerra e invadere un paese libero e indipendente, qual è l’Ucraina, non viola solo il diritto internazionale, mentre sta facendo scorrere – come ha detto papa Francesco - fiumi di sangue e di lacrime, ma rischia di trascinare anche la cultura in un conflitto inutile, chiudendo anche l’ultima porta del dialogo. Occorre evitare questa deriva ulteriormente disumanizzante. La cultura è la radice identitaria di ciascuno di noi, dei nostri paesi, la cultura è la forma della dignità e della civiltà di un popolo; la collaborazione culturale, il dialogo culturale rappresentano il terreno di crescita della libertà e dello sviluppo delle civiltà".

"Con l’Ermitage di San Pietroburgo collaboriamo come Fondazione e come città di Forlì da anni. Quasi ogni nostra mostra ha visto la loro prestigiosa presenza - ricorda Brunelli -. Per la mostra dedicata a Canova, l’Ermitage prestò 13 capolavori. Per la mostra sulla Maddalena dovevano arrivare 4 opere (Domenichino, Canova, Lefebvre, Pietro da Cortona). Avevamo restaurato la Maddalena di Canova per questa occasione, che cade nel bicentenario della morte di Canova. Noi sappiamo che l’Ermitage ha subito questa decisione. Comprendiamo il peso che ha anche per loro questa imposizione. Noi siamo amici dell’Ermitage e delle persone che lo animano. Il danno non è tanto per la nostra mostra. In pochi giorni abbiamo già provveduto a sostituire quei capolavori con altri, Canova compreso. La mostra aprirà regolarmente con oltre 200 capolavori. Il danno è più generale e più profondo. Riguarda l’Europa e il mondo intero. Riaprire la porta della cultura significa tenere aperte quelle dello spirito e della dignità umana".

Le opere di San Pietroburgo troveranno comunque spazio nel catalogo con l’indicazione della loro assenza dal percorso espositivo a causa del conflitto in corso in Ucraina e all’interno del percorso espositivo la Maddalena del Canova dell’Ermitage sarà comunque presente attraverso il suo originale in gesso proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, testimonianza al contempo delle profonde relazioni culturali tra Italia e Russia e della fragilità di quel bene culturale che è la memoria artistica condivisa.

La mostra

La mostra inaugurerà il 26 marzo ai Musei San Domenico di Forlì e aprirà i battenti al pubblico l'indomani per poi chiudere il 10 luglio. A differenza degli anni precedenti la mostra sarà aperta anche nella giornata di lunedì, per ampliare i giorni di visita. "Maddalena" avrà come immagine simbolo la Crocefissione di Masaccio e vorrà essere un percorso grandioso che va dai precedenti iconografici di epoca classica pre-cristiana, centrati sull’estetica del dolore e la teatralità delle emozioni, lungo il Medioevo il Rinascimento e il Barocco, fino alle rappresentazioni ottocentesche e novecentesche nelle quali la figura di Maddalena diviene emblema della protesta e del dramma di un’epoca. Alla fedele seguace di Cristo, testimone della sua Crocefissione e, secondo alcuni Vangeli anche annunciatrice della sua Resurrezione, l’arte, la letteratura, il cinema hanno dedicato centinaia di opere e di eventi. L’arte soprattutto, ponendola al centro della propria produzione, e dando vita a capolavori che segnano, lungo la trama del tempo, l’arte stessa e i suoi sviluppi. E come in uno specchio, ogni epoca l’ha guardata, guardandosi; l’ha contemplata, cercando l’ideale di sé, della propria immagine; l’ha sorvegliata e spiata, scoprendo i propri vizi dentro le proprie virtù.

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