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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La nuova sfida al San Domenico si chiama "Ottocento": una mostra sulla "storia delle nostre famiglie"

La mostra abbraccia un periodo di circa sessant'anni a cavallo tra l'Ottocento e il primo Novecento, formata da circa 150 opere di 94 autori diversi

Nel refettorio dei Musei di San Domenico si è svolta venerdì mattina la presentazione alla stampa della mostra Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini. Gremita di tante persone, la sala ha ospitato l’attesa illustrazione delle opere che era possibile vedere in anteprima nel percorso di mostra inaugurato nel pomeriggio. Gianfranco Brunelli, direttore della mostra, ha sottolineato che tra le opere esposte molte sono inedite ed altre vengono rese visibili al pubblico per la prima volta dopo tanto tempo. Il presidente Roberto Pinza ha insistito sulla continuità delle mostre in un periodo lungo quattordici anni e ha evidenziato che le mostre rappresentano un’occasione di riflessione artistica specialmente perché si tratta di esposizioni innovative e di ricerca, non commerciali.

Ottocento, l'apertura della mostra al San Domenico

"La sensazione – ha riferito Pinza – è quella di trovarsi in mezzo a qualcosa che ci appartiene, è la riscoperta della storia delle nostre famiglie, sia colte nei momenti eroici, sia nella miseria e nella povertà molto diffusa. Questa non è una parte di storia artistica che non conoscevamo approfonditamente, non sapevamo molto del popolo italiano".

Il sindaco Davide Drei ha espresso apprezzamenti per la mostra allestita, rappresentativa di un’alleanza tra la grande volontà e i contenitori vocati alla cultura e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. "La città ha un polo culturale nel San Domenico che è un luogo espositivo per tutto l’anno – continua il sindaco Drei - In questi anni abbiamo esplorato nuovi modelli e l’anno scorso abbiamo messo a disposizione il San Giacomo che tornerà ad essere sede di mostra con l’esposizione dell’anno prossimo. La città è emersa nel panorama culturale nazionale attraverso il livello di educazione alla cultura e alla bellezza che abbiamo dato ai nostri cittadini anche grazie a questi eventi".

Antonio Paulucci direttore scientifico della mostra ha evidenziato che il San Domenico è uno spazio di qualità, ma che essendo un contenitore presenta alcune difficoltà per avere dei prestiti. Per questo segnaliamo che l’onorevole Marco Di Maio ha notevolmente contribuito al prestito dell’opera di Lodovico Pogliaghi La morte di Giovanni Maria Visconti. Il curatore della mostra Fernando Mazzocca ha spiegato le dieci sezioni che compongono l’esposizione sottolineando il taglio interpretativo che consente di comprendere meglio l’arte del periodo tra l’Unità d’Italia e la Prima Guerra Mondiale.

L’arrivo di Vittorio Sgarbi alle 12.30 ha certamente vivacizzato il clima dell’ambiente, dato che il critico d’arte ha salutato i presenti e intrattenuto conversazioni mentre si presentava la mostra. Anche per quest’anno la mostra è associata a Mediafriends attraverso una raccolta fondi effettuata con la vendita dei biglietti per sostenere la lotta alla povertà e al disagio infantile. Il Centro Diego Fabbri di Forlì ha reso accessibile la mostra anche al pubblico non vedente ed ipovedente con uno specifico servizio di audioguida; un’altra audioguida per i bambini dai 5 ai 10 anni è stata realizzata da Start.

Il presidente della Regione Bonaccini nel corso dell’inaugurazione pomeridiana al teatro Diego Fabbri ha sostenuto il coinvolgimento del territorio nei grandi eventi espositivi, per investire sempre di più sull’attrattività turistica. Nel suo breve intervento il presidente della Regione ha tracciato la nuova identità del forlivese rilevando che Forlì con le sue istituzioni ha offerto una grande opportunità attraverso le mostre, divenendo un punto di riferimento per le esposizioni d’arte e per la cultura. La preoccupazione in questi giorni è rivolta alla possibile recessione economica che potrebbe coinvolgere l’Italia.

I dati forniti da Bonaccini mettono però in evidenza che in questi 4 anni la Regione è stata la locomotiva per il Paese facendo calare la disoccupazione in Regione dal 9 al 5%. Questa rincorsa rischia di essere frenata, quando nel nuovo quadro per una crescita sostenibile la Regione ha indicato insieme alla manifattura anche il turismo e la cultura costituendo tre pilastri su cui la crescita sta dando i suoi risultati. Nel forlivese la qualità della vita ha garantito un lavoro ma anche la qualità del tempo libero è stata valorizzata con scelte operate insieme finalizzate ad iniziative meritorie come le mostre al San Domenico.

Bonaccini ha riportato anche i dati presentati stamattina per il turismo del 2018 quasi pari a 60 milioni di presenze, 14 in più rispetto a quattro anni fa. Il contributo del turismo al Pil dell’Emilia Romagna è passato lo scorso anno dall’8,6% al 12% creando nuove opportunità di lavoro. È in crescita il turismo culturale, ma il boom di crescita è avvenuto nell’entroterra, nelle città d’arte, nei borghi antichi, nelle rocche e Forlì testimonia proprio questo. Il presidente Pinza ha aggiunto anche due dati importanti relativamente alle mostre del San Domenico: quella dell’anno scorso dedicata al Cinquecento è stata richiesta dal governo Cinese al Ministero dei Beni Culturali ed è stata giudicata dal Metropolitan Museum di New York una delle più importanti mostre internazionali del 2018. 

A indicare la peculiarità, e a loro modo la grandezza delle mostre allestite al San Domenico, è stato il direttore scientifico della mostra Antonio Paulucci: “Il San Domenico non è come gli Uffizi, che ricevono un'opera in prestito perché ne hanno altre da prestare. Il San Domenico è uno spazio espositivo che riceve in prestito”. L'unica moneta con cui la struttura forlivese può ripagare la concessione di un'opera da una grande museo, quindi, è la garanzia di serietà e di valorizzazione dell'opera. Un aspetto che viene dato ormai per scontato, ma che non lo è. E' quanto è stato sottolineato durante la presentazione alle autorità e ai media della mostra che da sabato apre al pubblico al San Domenico “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”. Tra gli ospiti in sala anche il critico d'arte Vittorio Sgarbi.

VIDEO - Sgarbi: "Le mostre al San Domenico? Non originali, ma trionfali"

Mostra Ottocento, la vernice

La mostra abbraccia un periodo di circa sessant'anni a cavallo tra l'Ottocento e il primo Novecento, formata da circa 150 opere di 94 autori diversi. “Delle opere esposte molte sono inedite ed altre vengono rese visibili al pubblico per la prima volta dopo tanto tempo”, spiega Gianfranco Brunelli, direttore della mostra. Il presidente delle Fondazione Cassa dei Risparmi Roberto Pinza ha insistito sulla continuità delle mostre in un periodo lungo 14 anni e ha evidenziato che le mostre rappresentano un’occasione di riflessione artistica specialmente perché si tratta di esposizioni innovative e di ricerca, non commerciali. “La sensazione – aggiunge Pinza – è quella di trovarsi in mezzo a qualcosa che ci appartiene, è la riscoperta della storia delle nostre famiglie, sia colte nei momenti eroici, sia nella miseria e nella povertà molto diffusa. Questa non è una parte di storia artistica che non conoscevamo approfonditamente, non sapevamo molto del popolo italiano”.

VIDEO - Pinza: "La Fondazione ha la cultura nelle sue tavole fondative
VIDEO - Drei: "Le grandi mostre elevano Forlì a livello nazionale"

“La città ha un polo culturale nel San Domenico che è un luogo espositivo per tutto l’anno – è la riflessione del sindaco Drei - In questi anni abbiamo esplorato nuovi modelli e l’anno scorso abbiamo messo a disposizione il San Giacomo che tornerà ad essere sede di mostra con l’esposizione dell’anno prossimo. La città è emersa nel panorama culturale nazionale attraverso il livello di educazione alla cultura e alla bellezza che abbiamo dato ai nostri cittadini anche grazie a questi eventi”. Anche per quest’anno la mostra è associata a Mediafriends attraverso una raccolta fondi effettuata con la vendita dei biglietti per sostenere la lotta alla povertà e al disagio infantile. Il Centro Diego Fabbri di Forlì ha reso accessibile la mostra anche al pubblico non vedente ed ipovedente con uno specifico servizio di audioguida; un’altra audioguida per i bambini dai 5  ai 10 anni è stata realizzata da Start. 

mostra ottocento presentazione 1-3

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