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Cronaca

L'Ottocento al San Domenico, l’Arte dell’Italia fra Hayez e Segantini: "Un successo annunciato"

"Questa mostra – dichiara il presidente del Comitato scientifico, prof. Antonio Paolucci - riscontrerà un grande successo di pubblico, perché la gente si ritroverà nei dipinti esposti come se si guardasse allo specchio"

L’Arte dell’Italia fra Hayez e Segantini: “Un successo annunciato”. Non ha dubbi di sorta il presidente del Comitato scientifico della Mostra, prof. Antonio Paolucci, nell’inquadrare a priori la portata del grande evento espositivo “Ottocento”, che andrà in scena al San Domenico di Forlì a partire dal 9 febbraio. “Questa mostra - dichiara nel corso della ‘vernice’ mattutina - sembra la carta d’identità di un’Italia giovane, ventenne. E questo spiega anche quell’aria di famiglia cui ha fatto cenno il presidente della Fondazione Roberto Pinza nel suo discorso. E’ una mostra familiare, che conclude quello che io chiamo il periplo della modernità avviato 15 anni fa”.

Ottocento, l'apertura della mostra al San Domenico

Chiaro il riferimento dell’ex Direttore degli Uffizi e dei Musei Vaticani, ai 13 eventi artistico-culturali proposti sinora al San Domenico, tutti imperniati sugli episodi e i contenuti della modernità artistica in Italia. L’Ottocento è una proposta di raccordo, che fa sintesi della produzione scaturita sinora dalla task-force organizzativa Comune di Forlì e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì: l’obiettivo è raccontare i 60 anni artistici intercorsi dall’Unità d’Italia e la Prima guerra mondiale. "Ricordare gli eventi culturali che stanno alle nostre spalle prima di Ottocento - continua Paolucci - ci consente di essere orgogliosi per il lavoro svolto sinora ed è anche uno stimolo per continuare a fare bene in futuro".

Mostra Ottocento, la vernice

Il presidente del Comitato scientifico riepiloga lo spirito innovatore alla base delle iniziative pregresse date al San Domenico, a partire da Silvestro Lega nel 2007: "Con quella mostra abbiamo dimostrato che la rivoluzione macchiaiola ha un cuore antico". L’ordine, le proporzioni, la misura, le prospettive dell’arte di Lega c’erano già nella pittura fiorentina del ‘400". Poi è stata la volta di Adolf Wildt e del suo simbolismo costellato di figure anamorfiche e surreali, seguito nel 2013 dal Novecento, "la mostra più completa mai organizzata in Italia sul tema delle manifestazioni artistiche espresse in Italia durante il Ventennio fascista".

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Paolucci prosegue, declamando gli eventi dedicati a Liberty, Boldini, Art Decò, Piero della Francesca e Cinquecento. “Adesso è la volta dell’Ottocento, che in un certo senso costituisce la conclusione di un cammino quindicennale. Una cifra della qualità di questa mostra è data dalle figure bibliche dipinte da Hayez, dalle cucitrici di camicie rosse di Borrani, dai manifesti di denuncia sociale costituiti dai quadri L’Alzaia di Signorini e Gli Emigranti di Tommasi. Grande risalto nella rassegna “L’Arte dell’Italia fra Hayez e Segantini”, è dato al mondo femminile, cui è dedicato un’intera sezione.

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Paolucci spezza una lancia per l’impegno profuso dall’organizzazione, obbligata ad acquisire ad una ad una, le 150 opere pittoriche esposte, a loro volta espresse da 94 autori: questo perché il San Domenico non è un museo che può giocare la carta degli scambi di opere. La conclusione del professore è quanto mai benevola: “Questa rassegna riscontrerà un grande successo di pubblico, perché la gente si ritroverà nei dipinti esposti come se si guardasse allo specchio”.

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