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Cronaca

Mucca imbizzarrita uccisa con un colpo di pistola, il veterinario: "Impossibile usare la telenarcosi"

“Ero presente come direttore dell'unità di Veterinaria e posso confermare che nulla è stato lasciato di intentato per riuscire a ricondurre l'animale a casa”

“Ero presente come direttore dell'unità di Veterinaria e posso confermare che nulla è stato lasciato di intentato per riuscire a ricondurre l'animale a casa”: a prendere la parola, alcuni giorni dopo l'uccisione di una mucca imbizzarrita scappata da una stalla, è Rodingo Usberti, il responsabile dei veterinari forlivesi dell'Ausl. La mucca è stata uccisa con un colpo di pistola e poi macellata nei giorni successivi dopo oltre tre ore di inseguimento che ha causato il caos nella zona tra Magliano e San Martino in Strada. L'animale in fuga ha percorso più volte strade molto trafficate come la Bidentina e la via Monda, costringendo a tratti la Polizia Municipale a bloccare il traffico.

Lo scorso 20 giugno, in ogni tentativo di cattura, la mucca ha attaccato gli operatori, costringendo – per la loro salvaguardia – a rinunciare. In un caso l'animale era stato ristretto in un cortile di una casa colonica, ma anche in quel caso è riuscito poi a fuggire. Per questo alla fine è arrivato l'ordine, avallato dagli stessi veterinari, di procedere all'abbattimento, eseguito da un agente di polizia municipale presente sul posto. Una scelta che ha scatenato un vespaio di polemiche, sia da parte dell'associazione animalista Lav, sia da diverse forze politiche, che hanno in particolare tutti rilevato il mancato uso della telenarcosi, vale a dire un colpo a salve per iniettare un medicinale in grado di sedare l'animale imbizzarrito.

Usberti ha atteso l'esito dell'esame necroscopico sulla mucca per dare una risposta su questo specifico punto, premettendo che “i veterinari sono usi a rispettare gli animali, capirne le esigenze e porre la propria arte e coscienza al loro servizio”. Per questo, spiega, “non era stata scartata neppure l'ipotesi di ricorrere alla telenarcosi, quanto serviva allo scopo era con me”. Tuttavia “fino dall'inizio era chiaro, anche ad una visita sommaria fatta da lontano, che l'animale aveva un'evidente sofferenza respiratoria, sintomo questo che mal si sposa con gli effetti narcotizzanti che agiscono deprimendo il sistema respiratorio. Basta conoscere qualche rudimento di anestesiologia e le caratteristiche dei principi attivi dei farmaci presenti sul mercato per sapere che patologie cardiopolmonari rappresentano una specifica controindicazione”. Ed è stato proprio il referto veterinario, dopo un esame prima della macellazione a confermare “un enfisema aggravato da edema polmonare”. In sostanza, quindi, quel sistema non si poteva utilizzare.

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