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Cronaca

Nascite stabili a Forlì: i bebè hanno sempre meno problemi neonatali

Le nascite all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì restano stabili, ma si registra una sensibile diminuzione di neonati con problematiche, grazie a una sempre più efficace integrazione fra ambito ostetrico e pediatrico

Le nascite all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì restano stabili, ma si registra una sensibile diminuzione di neonati con problematiche, grazie a una sempre più efficace integrazione fra ambito ostetrico e pediatrico. Contemporaneamente, continuano a crescere i trattamenti in Day-Hospital o a livello ambulatoriale, in virtù del potenziamento dell’assistenza specialistica. Sono alcuni dei principali risultati ottenuti nel 2012 dall’U.O. di Pediatria dell’Ausl di Forlì, diretta dal dott. Enrico Valletta.

«Nel corso dell’ultimo anno – illustra il direttore – abbiamo lavorato per migliorare ulteriormente sia l’assistenza in sala parto da parte di tutta l’equipe ostetrico-neonatologica sia, ove necessaria, la rianimazione neonatale, per dare più sicurezza e tranquillità alle partorienti». In questo modo, a fronte di un numero di nascite pressochè stabili, con 1.371 bebè nel 2011 e 1.364 nel 2012, è stato possibile ridurre i ricoveri in Neonatologia, scesi dai 247 del 2009 ai 190 del 2012, con una diminuzione di quasi tre punti percentuali, dal 16,8% al 13,9%. «Ciò significa che sono nati sempre meno bambini con problematiche – spiega il dott. Valletta – per rendere possibili tali risultati, da una parte abbiamo organizzato appositi corsi di formazione per tutte le figure interessate (ginecologi, pediatri, anestesisti, ostetriche), dall’altra è stata potenziata la collaborazione con la Terapia Intensiva Neontale di Cesena, prevedendo anche il trasporto neonatale in urgenza, in piena sicurezza, per quei rari casi che richiedono un trattamento più intensivo». Casi che, comunque, sono in calo: nel 2006 poco più dell’1% dei neonati aveva avuto bisogno del trasferimento, mentre nel 2012 appena lo 0,6%, dato ampiamente all’interno del range considerato come appropriato. Altri sforzi sono stati rivolti ad abbreviare i tempi di degenza, cercando di erogare prestazioni sempre più appropriate.

«Rispetto al 2011, i ricoveri sono leggermente aumentati, passando da 512 ai 566 del 2012, dato, tuttavia, che resta nettamente al di sotto di quello del 2009, quando ne registrammo 677. In ogni modo, abbiamo cercato di incrementare sia l’osservazione breve (massimo 36 ore), la cui crescita è continua, con 656 ricoveri nell’ultimo anno contro i 624 del 2011 e i 489 del 2009, sia l’attività del Day-Hospital, dove, nel 2012, sono stati seguiti 171 pazienti contro i 136 del 211 e i 74 del 2009; sempre riguardo al Day Hospital, va sottolieato come gli accessi siano balzati dai 1.835 del 2011 ai 2.312 del 2012: rispetto al 2009, quando se ne registrarono 733, sono poco più che triplicati». Contemporaneamente, l’unità ha rafforzato la propria attività ambulatoriale, offrendo consulenze specialistiche in vari ambiti: nel 2012 sono state erogate 1.236 prestazioni di allergologia, con un forte aumento rispetto alle 886 del 2011, 226 di gastroenterologia, 448 di endocrinologia, ben 100 in più del 2011, 105 di pneumologia, quasi raddoppiate rispetto alle 58 del 2011, e 214 di nefrologia. «Inoltre, abbiamo avviato anche un’attività di ematologia e reumatologia per rispondere alle più comuni esigenze dei bambini e dei pediatri di famiglia, e si sono consolidati i rapporti coi centri di riferimento a livello nazionale».

Un altro ambito in cui l’unità si è molto impegnata è il potenziamento dei percorsi ospedale-territorio, così da assicurare continuità assistenziale a chi soffre di patologie croniche come diabete o tubercolosi, malattia ri-emergente e legata ai flussi migratori da pesi in cui è molto più frequente che da noi. «Da una parte si tratta di far sì che al momento della dimissione il territorio sia pronto ad accogliere e seguire il piccolo paziente – spiega il direttore – dall’altra che l’ospedale si prepari già a un suo eventuale nuovo ricovero».

«Attualmente, le malattie più frequenti che ci troviamo a seguire sono quelle acute stagionali, come bronchioliti o gastroenteriti – prosegue il dott. Valletta – Oltre alle più comuni patologie acute respiratorie e gastrointestinali, hanno e avranno, inoltre, un peso crescente quelle croniche come le malattie neurologiche, la celiachia, l’asma, il diabete, l’obesità, e gli esiti delle gravi prematurità, tutte situazioni che hanno bisogno di essere monitorate con continuità. Nel futuro, quindi, dovremo farci sempre più carico dei bambini forlivesi afflitti da tali problematiche, fornendo, parallelamente, supporto locale per le malattie superspecialistiche che vanno affrontate in collaborazione coi centri di riferimento ma necessitano, comunque, di competenze e prestazioni da parte delle strutture sanitarie del territorio di riferimento».

Particolare attenzione è stata rivolta anche alla prevezione e al trattamento del dolore pediatrico, sviluppando tecniche in grado di prevenire e trattare la sofferenza pure in interventi banali come prelievi venosi o piccole manovre invasive, e/o utilizzando anestetici. «Il nostro personale infermieristico è molto attento alla rilevazione del dolore, così da poter agire anche prima che il bimbo lo avverta – aggiunge il dott. Valletta –; attorno a questo tema, abbiamo lavorato insieme ai colleghi del Pronto Soccorso, agli ortopedici, e agli anestesisti, cercando di risparmiare il più possibile al bambino il trauma legato alla sensazione dolorosa».

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