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Cronaca

Nel giardino della Provincia un albero per non dimenticare le vittime della Shoah

Ha suscitato molta commozione fra i presenti la lettura da parte di una collaboratrice provinciale della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”

Piantato nel giardino della Provincia di Forlì-Cesena, in Piazza Morgagni 9, "L'albero della Memoria e della Pace", un ginkgo biloba altro 3 metri. La cerimonia è avvenuta alla presenza del prefetto Antonio Corona, dei sindaci dei Comuni di Forlì, Gian Luca Zattini, di Civitella, Claudio Milandri, di Predappio, Roberto Canali e del presidente della Provincia e sindaco di Bertinoro, Gabriele Antonio Fratto. Quest'ultimo ha posto l'accento "sulla difficoltà di condividere, in tanti, questi momenti di incontro e di riflessione che aiutano a ricordare, in questa giornata in particolare, gli ebrei perseguitati e tutti coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita per proteggerli. La memoria è un antidoto contro l’indifferenza, e l’indifferenza verso ogni forma di discriminazione e di violenza è più colpevole della violenza stessa".

"Shoah, incredibile parola entrata nel linguaggio comune per definire la distruzione sistematica e pianificata della popolazione ebraica avvenuta tra la fine degli Anni Trenta ed il 1945, ha un orribile sinonimo: Olocausto, estremo orrore della storia umana - ha proseguito Fratto -. E' ancora impossibile comprendere come tutto ciò possa essere accaduto. Lo sterminio degli ebrei perpetrato durante la seconda guerra mondiale rappresenta il culmine della violenza nazifascista. E coloro che non sanno o non vogliono ricordare il passato sono inevitabilmente condannati a ripeterlo, perchè, e ce ne accorgiamo nella vita di tutti i giorni, le coscienze possono ancora essere affascinate ed oscurate da messaggi disumani".

Un albero quindi "per non dimenticare le sofferenze di quel terribile momento della storia dell'umanità quando tutti i diritti umani vennero calpestati, perché la storia non si ripeta, per saper scegliere consapevolmente, oggi, di evitare nuove sofferenze ad altri popoli in qualsiasi parte del mondo essi si trovino, è stato compiuto dagli intervenuti un piccolo gesto simbolico, ma convinto". Ha suscitato molta commozione fra i presenti la lettura da parte di una collaboratrice provinciale della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”.

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