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Cronaca

Nel segno della solidarietà e del ricordo la presentazione pubblica dell'associazione Dino Amadori

"Una vita dedicata alla ricerca contro “quel brutto male” il cancro - ricorda il figlio Giovanni Amadori, presidente dell'associazione -; un forte sostegno da parte della sua seconda famiglia, quella dei propri amici, pazienti e volontari"

Presentazione pubblica ufficiale a Panighina per l’Associazione Dino Amadori alla presenza di centinaia di persone, a testimonianza dell’affetto di tutti coloro che lo hanno conosciuto e che ricordano il professor. "Una vita dedicata alla ricerca contro “quel brutto male” il cancro - ricorda il figlio Giovanni Amadori, presidente dell'associazione -; un forte sostegno da parte della sua seconda famiglia, quella dei propri amici, pazienti e volontari". L’Old Station Big Band e la voce emozionante della Mezzo Soprano Daniela Vallicelli, con la collaborazione della promoter di eventi benefici, Maddalena Tramonti hanno reso la serata speciale.

All'evento hanno partecipato sindaci, assessori e consiglieri dei comuni di Forlì (del sindaco Gian Luca Zattini il saluto finale della serata, nel quale ha confermato il sostegno del Comune all'associazione), Meldola, Bertinoro, Predappio, Santa Sofia e della Pro Loco di Corniolo, oltre alla presenza della senatrice Anna Maria Bernini ("un’amica di sempre e presente sostenitrice della Associazione Dino Amadori, evidenzia Amadori) e dei volontari di Loto Onlus (per la ricerca contro i tumori ginecologici), del deputato Jacopo Morrone (il parlamentare Marco Di Maio, assente per un viaggio all’estero, ha inviato un messaggio) e del consigliere regionale Massimo Bulbi. Gli ospiti, spiega Amadori, "hanno confermato il proprio appoggio, rappresentano uno stimolo e la conferma che il messaggio di mio padre è sempre vivo in tutta la comunità e va perpetuato".

Durante la serata, prosegue l'avvocato, "abbiamo ricordato la storia di un uomo umile di un uomo che è sempre rimasto legato alla propria terra di Romagna: un romagnolo e un montanaro d’hoc che non amava parlare dei propri successi e traguardi, ma sempre degli obiettivi nuovi che puntualmente si riproponeva e raggiungeva senza soluzione di continuità. Anima della associazione sarà il messaggio empatico che nostro padre ci ha trasmesso e sempre insegnato". La presentazione della Associazione si è incentrata nella lettura di un messaggio denso di  forti sentimenti giuntomi dal professor Muller Fabbri, allievo e figlio professionale di Dino Amadori.

"Tale testimonianza ha rappresentato un importante spunto e motivo di riflessione su un’ulteriore obiettivo che ci ha lasciato nostro padre, ancora una volta visionario e lungimirante - prosegue Giovanni Amadori -: formare menti illuminate come quella dell’amico Muller, in Italia e all’estero, per poi farle ritornare nel nostro paese riconoscendo loro il dovuto merito e ruolo nella sanità italiana, mio padre lo avrebbe voluto nel Suo Istituto di Meldola: ma non è avvenuto, quando piuttosto a Muller Fabbri fu  “…intervistato dal Children’s National Hospital di Washington, DC, dove mi fu offerta la posizione da Associate Director del Center for Cancer and Immunology Research. Sono sicuro che Dino Amadori e’ fiero di me oggi, consapevole che la mia carriera e’ decollata anche grazie a lui e alla sua intelligenza”, queste le sue parole del suo messaggio".

Quindi il gesto di cuore: "Ci è venuto naturale devolvere il ricavato a tre istituti e associazioni di ricerca in campo oncologico, tutti legati da un filo conduttore a nostro padre: Ior, Irst- Dino Amadori, Loto Onlus. Nei prossimi giorni l’Associazione Dino Amadori rendiconterà il ricavato dell’evento, già contabilizzato nel corso della emozionante serata di venerdì e procederà alla donazione a favore dei tre Istituti ed Associazioni di ricerca contro il cancro. La nostra mission proseguirà e porterà il “testimone” di nostro padre  a chi sarà disponibile a riceverlo: una testimonianza che deve rappresentare uno stimolo per tutti i medici e ricercatori che devono vivere la propria vita professionale come una vocazione dedicata a tutta la società".

Da Giovanni Amadori un ringraziamento al fratello Andrea, vice presidente della Associazione, direttore scientifico del Comitato Territoriale di Loto Onlus Associazione per la ricerca contro i Tumuri Ginecologici, "che seguirà il contenuto medico scientifico e di ricerca di questa associazione". Quindi un altro ricordo del padre Dino: "I suoi traguardi raccontano di uno scienziato che ha sempre anteposto ai propri interessi quelli sociali e quelli dei propri pazienti che rappresentano la sua seconda famigli: penso allo Ior, all’Irst che oggi porta il Suo nome, alla Facoltà di medicina, al Prime Center e alla Rete Oncologica Romagnola, un traguardo quest’ultimo raggiunto percorrendo il sentiero da lui tracciato: ci ha consegnato e continua a consegnarci opere e traguardi eterni".
 

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