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Cronaca

Neve e disagi, Trenitalia e Rfi: "E' stato fatto il massimo"

Una nuova gara europea il prossimo giugno per la scelta del gestore, con un affidamento del servizio più lungo (3 anni) e l'obbligo di effettuare "forti investimenti".

Una nuova gara europea il prossimo giugno per la scelta del gestore, con un affidamento del servizio più lungo (3 anni) e l’obbligo di effettuare “forti investimenti”. Per quanto successo – e cioè i gravi disservizi subiti dai viaggiatori nei giorni dell’emergenza neve – si andrà alla verifica dei danni e alle massime sanzioni possibili, coi soldi ricavati che saranno in parte restituiti agli utenti (sconti o titoli di viaggio gratuiti). E’ l’esito, nelle parole dell’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri, dell’udienza conoscitiva sulla situazione dei servizi ferroviari in riferimento all’emergenza neve svoltasi in commissione “Territorio ambiente e mobilità”, nella quale sono stati sentiti i rappresentanti di Trenitalia Spa, Consorzio trasporti integrati e Rfi (Rete ferroviaria italiana).

In apertura, il presidente Damiano Zoffoli ha ricordato la situazione che si è determinata sulla rete ferroviaria regionale in seguito all’ondata di maltempo dei giorni scorsi. Ha parlato di “fragilità del sistema” e di inadeguatezza del servizio reso: 2.500 treni soppressi (con una media di 200 nei giorni critici); 50% dei convogli da riparare e un sistema informativo carente. Ora, ha proseguito Zoffoli, "si tratta di ragionare sul da farsi e, per il futuro, approntare un piano neve più adeguato, un nuovo contratto con le ferrovie, un accurato sistema di monitoraggio e controllo su come vengono resi i servizi ai cittadini. Il tutto a giusta tutela degli oltre 140mila pendolari (di cui 35mila abbonati) che quotidianamente usano il treno per motivi di studio o di lavoro".

Salvatore Di Ruzza, presidente del Consorzio trasporti integrati e direttore della direzione Passeggeri Emilia-Romagna di Trenitalia, ha illustrato i contenuti del piano di prevenzione attuato nei giorni dell’emergenza neve. Ha detto di ritenere un successo l’aver tenuto tutte le linee pulite, a differenza di quello che accadeva in altre regioni, con il massimo impegno del personale (squadre di pulitori e manutentori per lo snevamento e per mantenere efficiente l’impianto di comando delle porte di salita) e l’uso di locomotori attrezzati per pulire e per staccare i manicotti di ghiaccio. È proprio il ghiaccio ad aver posto i più seri problemi di sicurezza (freni, scambi, componenti elettriche, distacco di stalattiti dalle volte delle gallerie). Il periodo più critico si è concluso giovedì 16 febbraio: da domani (sabato 24) è previsto il rientro a pieno regime della programmazione ferroviaria. La scelta compiuta è stata quella di far viaggiare più treni possibile, riducendo il numero delle carrozze.

Claudio Ferrari, vicepresidente del Cti, ha affermato che la situazione più critica si è verificata sulla linea Bologna–Poggio Rusco (43% dei treni soppressi) e il giorno 2 febbraio (51% dei treni soppressi sulle linee regionali). Ma non si è mai scesi sotto l’85% dei treni regionali. Situazione delicata è quella della Modena – Sassuolo, che ha un tratto interrato e per motivi di sicurezza non è possibile utilizzare il materiale rotabile più recente.

Nannina Ruiu, responsabile della direzione “Direttrice Asse Verticale” di Rfi (tratta Milano – Roma) ha poi ricapitolato come è stata gestita l’emergenza neve scattata nel pomeriggio del 31 gennaio e conclusa il 17 febbraio. L’emergenza è stata subito portata al livello più elevato (“grave”) e non si è registrato alcun guasto all’alimentazione elettrica, nonostante Enel fosse costretta a interrompere l’erogazione ripetutamente. Sono state messe all’opera squadre interne e di aziende d’appalto, per un totale di 750 persone per turno. Si è rivelato difficile liberare dalla neve le stazioni, garantendo l’incolumità dei passeggeri, e la pulizia delle strade ha creato difficoltà con i cumuli di neve in prossimità dei passaggi a livello. Sull’informazione al pubblico, Rfi/Trenitalia ha adottato un potenziamento straordinario degli interventi nelle stazioni, ma l’eccezionalità degli eventi climatici ha reso insufficienti questi interventi.

L’assessore Peri ha comunicato alla commissione che sta per concludersi la raccolta dati per il monitoraggio di quanto è accaduto, anche grazie alla collaborazione dei comitati dei pendolari. Nessun dubbio sul fatto che si sia trattato di condizioni climatiche eccezionali, estreme, ma per l’assessore questa vicenda evidenzia la necessità di ritarare l’organizzazione nella gestione delle emergenze. È stata lampante l’inadeguatezza dell’informazione fornita ai passeggeri, tanto più inammissibile all’interno di stazioni piene di persone prive di assistenza e di ogni possibilità di decidere che fare. Ma il punto più critico che l’emergenza ha svelato, ha detto Peri, ha a che fare con l’assoluta inadeguatezza del materiale rotabile, la cui età media è ormai prossima ai trent’anni; questo spiega, fra l’altro, come le prestazioni di Fer siano largamente migliori di quelle di Trenitalia.

La Giunta sta valutando alcune soluzioni concrete. Sulla base del report dei disservizi, verranno calcolate le sanzioni agli enti gestori nella misura massima possibile; le cifre ottenute verranno in parte restituite agli utenti (sconti o titoli di viaggio gratuiti) e d’intesa con i comitati dei pendolari si punterà sul miglioramento della qualità del servizio. Ma questa crisi sottolinea la miopia delle scelte nazionali, da 8 anni non si fanno investimenti, serve un piano d’acquisto di nuovi treni. Per quel che le compete, la Regione, alla scadenza del contratto di servizio (giugno 2012), intende bandire una nuova gara europea per un periodo più lungo di tre anni, con obbligo di forti investimenti da parte dell’operatore che se la aggiudicherà. Infine, l’assessore ha voluto sottolineare la grande efficienza tecnologica della rete ferroviaria regionale, mortificata dalla scarsa affidabilità dei treni che circolano.

Il consigliere Thomas Casadei (Pd) ha detto che questa emergenza ha accentuato ed enfatizzato problemi strutturali che i pendolari conoscono da anni. La manutenzione ordinaria è stata progressivamente sguarnita, con forti tagli al personale; decine di migliaia di cittadini sono stati sottoposti a condizioni non degne, e occorre chiedere conto di quanto è accaduto e operare perché non si ripeta.
Per Silvia Noè (Udc), sono condivisibili gli impegni assunti dall’assessore: continuano a circolare treni vecchi, la manutenzione è insufficiente e il peggio è stato riscontrato nel livello di informazione fornito all’utenza. Le aziende di gestione hanno dato la sensazione di perdere il controllo della situazione.

Giovanni Favia (Mov5stelle) si è chiesto se l’attuale contratto di servizio tuteli a sufficienza la Regione, se non vengono rispettati alcuni parametri elementari. Ha poi espresso il timore che nelle decisioni sulla riduzione dei flussi di traffico, le aziende abbiano privilegiato i treni Eurostar rispetto a quelli dei pendolari.

Fabio Filippi (Pdl) ha ricordato che la Protezione Civile aveva anticipato quanto è accaduto, e ciò nonostante ci si è trovati vistosamente impreparati. I pendolari hanno subito danni e disagi ben superiori alle dimensioni della nevicata e la commissione ha assistito a un palleggio di responsabilità (di cui anche la Regione porta una parte).

Senza mettere in dubbio il massimo impegno da parete delle aziende che erogano il servizio, la consigliera Palma Costi (Pd) ha affermato che non si deve mai dimenticare la natura di questo servizio, che riguarda la vita concreta di cittadini, il più delle volte privi di qualsiasi alternativa; è questo il punto di partenza che le aziende devono assumere di nuovo, per evitare che questi disagi si ripetano.

Gianguido Bazzoni (Pdl) ha ricordato che Ravenna e la Romagna erano già in emergenza, anche con il bel tempo. La Regione deve impegnarsi per un piano straordinario di mobilità ferroviaria per quel territorio; fa bene l’assessore a chiedere i danni e nei prossimi contratti di servizio queste sanzioni vanno accentuate.

Manes Bernardini (Lega nord) ha detto di non volersi aggiungere a chi spara sulla croce rossa. Condividendo la presa di posizione dell’assessore, ha posto l’esigenza di chiarimenti sulle clausole che si vogliono inserire nel nuovo contratto di servizio, chiedendo il coinvolgimento della commissione nella fase istruttoria.

Per Sandro Mandini (Idv), al di là del grande sforzo compiuto da tutti gli attori in campo, è evidente che i risultati sono stati largamente insufficienti. L’impressione e il timore è che il cosiddetto piano di emergenza non abbia funzionato secondo una logica preventiva dei treni da eliminare, ma con una gestione improvvisata, caso per caso.

Nella breve replica, l’assessore Peri ha ricordato l’acquisto da parte della Regione di 12 treni diesel già in funzione, mentre altri 12 treni elettrici saranno consegnati nel corso del 2012 dall’azienda svizzera che si è aggiudicata l’appalto. Ha poi preso l’impegno a tornare in commissione, d’intesa con il presidente Zoffoli, sia per valutare i dati del monitoraggio sui disservizi di questo inverno, sia per discutere le linee di indirizzo della nuova gara per la gestione dei servizi ferroviari. Ha inoltre sottolineato che il sistema ferroviario regionale offre altissimi standard di sicurezza ed è il materiale in circolazione a non permettere che gli investimenti compiuti siano pienamente apprezzabili.

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