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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Santa Lucia porta la prima neve anche in città. Imbiancato il Muraglione

Imbiancato anche il Passo del Muraglione, mentre è cresciuto il manto di una Campigna che già nei giorni scorsi aveva ricevuta una discreta razione di neve

La neve ha un abbonamento con la giornata di Santa Lucia. 1995, il famoso blizzard del 2001 e la più recente nel 2019. Primi fiocchi, un po' a sorpresa, della stagione invernale 2022-2023 anche in città. La precipitazione è stata più consistente nella zona nord di Forlì, dove i fiocchi sono caduti a falda larga, lasciando un lieve deposito bianco anche sui prati. Altrove è caduta sottoforma di "ice pellets" o neve granulosa. Che sarebbe stata una Santa Lucia fredda e in parte bagnata lo avevano annunciato anche i meteorologici di 3bmeteo.com, con nevicate attese a quote basse. Ma il freddo profilo termico verticale ha permesso alle precipitazioni di arrivare sottoforma di fiocchi bianchi bagnati anche in città. Suggestivo il panorama sui colli di Bertinoro; imbiancato anche il Passo del Muraglione, mentre è cresciuto il manto di una Campigna che già nei giorni scorsi aveva ricevuta una discreta razione di neve. 

Il blizzard del 2001

Nulla a che vedere con lo storico blizzard del 2001, rimasto scolpito nella memoria dei forlivesi. Prima caddero pallini simili a pezzi di polistirolo (neve tonda), poi i fiocchi si moltiplicarono, spinti da violente raffiche di vento, imbiancando in pochi minuti la città e buona parte della Romagna con accumuli differenti. Era neve particolarmente polverosa, complice il gelo intenso e temperature al di sotto dello zero. L'arrivo della perturbazione nevosa era monitorato da una decina di giorni dagli esperti meteo, anche se fino all'ultimo non si sapeva con precisione dove avrebbe colpito. "Al di là dei quantitativi di neve caduta (nulla di eclatante), il fenomeno rimase impresso per la violenza dei fenomeni e l’intensità del vento di bora che accompagnò le precipitazioni - ricordava a ForlìToday Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -. Il mese di dicembre 2001 fu alquanto freddo a partire dal giorno 7, quando lo sviluppo di un vasto anticiclone a tutte le quote sull'Europa centro settentrionale fece affluire sulla nostra penisola masse d'aria fredda e secca di origine polare continentale, le quali interessarono in particolare il versante adriatico e le regioni meridionali, laddove si ebbe un primo calo termico. La situazione rimase invariata fino al giorno 12, quando un'ulteriore pulsazione verso le latitudini artiche europee da parte dell'anticiclone, con isolamento di un massimo chiuso su Mare di Norvegia, favori la retrogressione in quota di un vortice di aria artica continentale, staccatosi già il giorno 8 dal comparto siberiano, su Russia occidentale".

"Il vortice artico in quota (una goccia fredda in sostanza) - è la spiegazione tecnica - continuò a muoversi verso ovest (effetto tunnel), determinando una struttura di blocco meteorologico a bicella (o rex block), e puntando verso il centro Europa ed arco alpino. Alle 19 locali del giorno 13 il vortice freddo di origine artica continentale in quota (circa 5200 metri) si portò, provenendo da Est-Nord-Est, su alto Adriatico e Triveneto proseguendo poi la sua corsa verso ovest, mentre su Europa occidentale e settentrionale rimase attivo un vasto promontorio anticiclonico all'origine della retrogradazione della goccia fredda. Ad essa furono associate correnti cicloniche da Nord Ovest che si disposero in seguito da Sud Ovest ed infine da Sud Est, apportando masse d'aria molto fredda ed instabile, favorevoli all'innesco di precipitazioni convettive (rovesci temporaleschi). All'interno del nocciolo artico si ebbero temperature di circa -41°C alla quota di circa 5200 metri, valore molto basso anche in relazione al periodo (inizio dell'inverno meteorologico)".

"Sul nostro territorio infatti si manifestarono temporali sparsi, talora anche di forte intensità, che dal ferrarese e fascia costiera si propagarono, tra il tardo pomeriggio e la serata, verso il resto della regione, accompagnati da forti venti di bora, con raffiche prossime ai 100 chilometri orari sulla costa e superiori ad 80 chilometri orari sulle zone interne - proseguiva il ricordo di Randi -. I quantitativi di neve caduti in Romagna furono molto irregolari a causa della natura convettiva dei fenomeni (temporali), oscillando da un lieve accumulo al suolo inferiore ai 5 centimetri a massimi locali anche di oltre 15 centimetri".

La città rimanese paralizzata ore. Strade ghiacciate, complice il repentino crollo delle temperature sotto lo zero, e difficoltà negli spostamenti sull'intera rete viaria. "Il vortice si allontanò poi ulteriormente verso ovest lasciando spazio ad un miglioramento del tempo, ma nei bassi strati rimase una massa d’aria alquanto fredda che, in associazione alla copertura nevosa al suolo, favorirono temperature minime molto basse, fino a -10/-11°C sulle pianure del ravennate e del forlivese", concludeva Randi nel suo ricordo. Il freddo rimase piuttosto intenso fino a fine mese, e tra i giorni 26 e 27 una perturbazione atlantica fece scorrere aria mite ed umida sopra lo strato freddo costituitosi in precedenza; si ebbero nuove nevicate (in questo caso da scorrimento) con depositi al suolo più omogenei.

Come sarà nei prossimi giorni

Mercoledì, si legge nel bollettino dell'Arpae dell'Emilia Romagna, il cielo si presenterà in prevalenza molto nuvoloso. Nel corso della giornata ed in serata parziali schiarite sul settore occidentale ed addensamenti un po' più consistenti tra i rilievi centrali e la Romagna, dove non si escludono deboli piogge o pioviggini. Le temperature minime sono previste in lieve rialzo con valori tra 0 e 3 gradi, localmente inferiori nelle aree extraurbane, mentre le massime in aumento, generalmente comprese tra 4 e 6 gradi. Giovedì è previsto un umento della nuvolosità al mattino a partire dal settore occidentale, con piogge soprattutto dalla seconda parte della giornata ed in intensificazione in particolare lungo i rilievi e sul settore orientale. Nevicate solo sulle vette più alte. Le temperature sono previste in aumento, specie nei valori massimi per effetto di una temporanea ventilazione dai quadranti sud-orientali. Nei giorni a seguire sono attese pecipitazioni sparse e residue tra venerdì e sabato sul settore orientale della regione con schiarite attese per domenica. Le temperature tenderanno a risalire leggermente fino a domenica.

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