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Cronaca

Ha combattuto la Sla con la forza della fede, si è spento a 37 anni Nicola Zattoni: "Non vince il male"

"Il Signore agisce nelle pieghe della vita quotidiana - aveva testimoniato -. Ha una faccia, ha dei tratti"

Disse in una toccante testimonianza rilasciata a Tv2000: "Il 2020 era cominciato con tanto lavoro e tanta grinta". Poi un'improvvisa stanchezza, che ha cominciato a prendere il sopravvento durante un viaggio in Islanda. La sentenza è quindi arrivata come un fulmine a ciel sereno in una giornata di ottobre: Sla. Nicola Zattoni, forlivese di 37 anni trasferitosi a Riccione dove aveva dato alla luce la start up "Innovazione Srl", si è spento domenica scorsa dopo aver combattuto con tenacia e fede una forma particolarmente aggressiva della malattia.

Nato in un ambiente cattolico, Zattoni aveva confessato a Tv2000 di aver vissuto col "desiderio di servire, in due significati: uno nell'essere utile, l'altro di accudire". Prima della malattia, "facevo tutto quello che volevo dalla mattina alla sera, indipendenza totale", mentre la Sla l'ha costretto ad una vita di "dipendenza totale". Costretto su una sedia, il 37enne non si è lasciato "schiacciare dalla malattia" o farsi dominare dalla depressione: "Non vince il male, non vince la Sla. Vedo che il Signore agisce nelle pieghe della vita quotidiana. Ha una faccia, ha dei tratti. Chi mi sta vicino rappresenta un pezzettino del Suo volto". Martedì alle 17 saranno celebrati i funerali alle 17, nella Colonia Comasca, in viale Regina Elena 114 a Rimini (ingresso lato mare). Sarà possibile seguire le esequie su YouTube all'indirizzo https://youtu.be/enlt4KHKeaU.

La sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che ha accompagnato per buona parte della sua vita l'astrofisico Stephen Hawking, morto a 76 anni, è una malattia neurodegenerativa a decorso progressivo, che determina una perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, con conseguente compromissione delle funzioni motorie. Colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale, che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. L'incidenza in Italia è di circa 3 casi ogni 100mila abitanti-anno e la prevalenza di 10 ogni 100mila, nei Paesi occidentali. La malattia colpisce entrambi i sessi, anche se vi è una lieve preponderanza nel sesso maschile. E' anche chiamata morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia, morto nel 1941 a 38 anni.

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