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Cronaca

No agli inceneritori, il M5S: "Basta con gli annunci, è l'ora dei fatti"

"La lotta agli inceneritori ed agli agenti inquinanti sprigionati dai loro camini è nel nostro DNA: diossine, furani, PCB che inquinano acqua, aria, suolo e avvelenano la nostra salute"

“Due sono gli aspetti che evidenziano le responsabilità oggettive e la debolezza politica degli amministratori comunali di Forlì (da Balzani e Drei, uniti dall'assessore Bellini): i camini sempre accesi degli inceneritori di Hera e Mengozzi e la raccolta porta a porta al rallentatore e incompleta. Ecco perchè riteniamo soltanto 'fumo negli occhi' la loro partecipazione alle iniziative contro gli inceneritori che si sono svolte in città, compresa l’ultima di sabato in piazza Saffi”: questo il commento di Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del MoVimento 5 stelle di Forlì, comunque presenti alla manifestazione organizzata dal comitato “No Inceneritori Forlì-Romagna”, che ha visto la presenza nelle fila del pubblico dell'assessore Bellini e del sindaco Drei.

“La lotta agli inceneritori ed agli agenti inquinanti sprigionati dai loro camini è nel nostro DNA: diossine, furani, PCB che inquinano acqua, aria, suolo e avvelenano la nostra salute; nello stesso tempo siamo però costretti a denunciare la grave responsabilità degli amministratori locali e dello stesso Bellini, che avendo ricevuto le deleghe all’ambiente già nella precedente giunta Balzani, non si è attivato, quando era possibile (già dal 2012), per creare un gestore diverso, pubblico, “in house”, ed ha invece seguito la strada che da Atersir ha portato direttamente ad Hera, con tutto quello che ne è conseguito: un sistema di porta a porta non capillare, che, anziché economicamente vantaggioso come accade in tutto il mondo, è assolutamente non competitivo”. 

La manifestazione in Piazza contro gli inceneritori

“La giunta Drei non è credibile – aggiungono i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì – quando afferma di fare il possibile contro gli inceneritori e a tutela della salute del cittadino: la lettera inviata al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all'assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo, tardiva e fumosa, chiede di costituire un gruppo di lavoro “misto e ampio” che non potrà mai deliberare entro il termine richiesto: il mese di aprile.  La Regione Emilia-Romagna non si è neppure mossa, a differenza di altre anche a noi vicine (Lombardia, Marche e Veneto), per impugnare il decreto Sblocca Italia che alla voce “ambiente” porta avanti, in merito alla politica di gestione rifiuti, tutte le strategie già messe in piedi dal governo di Enrico Letta; nel futuro dell’Italia immaginata da Renzi i rifiuti viaggeranno da nord a sud e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, come quello di Forlì, ma anche in impianti nuovi che saranno realizzati nei prossimi anni”.

“E' il peccato originale di questa amministrazione, che si muove nel solco della continuità del PD, partito che detiene il pacchetto di maggioranza e propina ai cittadini un sistema di raccolta porta a porta con un'anomalia insopportabile: il fatto di essere affidato ad Hera, che, in quanto gestore anche dell'inceneritore, ha interesse a mantenere i costi della raccolta particolarmente alti, in modo tale che recuperare il materiale differenziato sia più oneroso che incenerirlo”: insistono Daniele Vergini e Simone Benini."

E poi un’ultima considerazione: “nutriamo il massimo rispetto per i cittadini che a vario titolo ed in varie associazioni lottano contro gli inceneritori, ma, a questo punto, è anche giusto chiedersi se non corrano il rischio di essere in qualche modo strumentalizzati in eventi che vedono costantemente la presenza degli stessi amministratori che hanno consegnato alla città questa situazione. E’ giusto chiedersi se non si offra un sostegno ed una legittimità politica agli esponenti di un'amministrazione comunale che, per voce del suo assessore all'ambiente, parla di società post-incenerimento ma contemporaneamente di tempi lunghi per lo spegnimento dell'impianto Hera, che non si è mai attivata sul controllo a ciclo continuo delle matrici ambientali, vegetali e animali del territorio contaminate dalle diossine, che non ha mai chiesto l'attivazione di un necessario biomonitoraggio del latte materno (per mappare le zone più inquinate del territorio forlivese) e che non ha mai sollecitano gli organismi statali a ratificare la convenzione di Stoccolma (sottoscritta nel 2001 ed entrata in vigore nel 2004) che prevedeva il divieto di produzione e d’immissione nell’ambiente di inquinanti tossici e persistenti come le diossine”

“A nostro parere è necessario prendere le distanze da questi politici; c'è invece bisogno di una sincera rivoluzione collettiva lontana da ogni strumentalizzazione partitica. Siamo convinti che la battaglia si vinca passando ai fatti, modificando le leggi e chiedendo agli amministratori di pronunciarsi senza tentennamenti sul tema, chiedendo conto delle politiche ambientali ad Hera; il Pd non è in grado di farlo, spaccato com’è in due o più parti a livello locale, regionale e nazionale!”: concludono i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì, Daniele Vergini e Simone Benini.

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