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Cronaca

"No al piano cave", prosegue la mobilitazione degli ambientalisti a tutela del Sic di Magliano

Inoltre giovedì 10 giugno si svolgerà un incontro pubblico a Forlimpopoli al quale oltre ai cittadini saranno invitati tutti i Comuni più direttamente interessati

Non si ferma l'azione delle varie associazioni forlivesi (Meandri di Selbagnone, No Megastore, Fiab, Via Romea Germanica e Cgil), con in testa Legambiente Forlì-Cesena, per chiedere la revoca del Piano cave approvato lo scorso 26 aprile dal Comune di Forlì che prevede anche l'apertura di nuova cava ed il proseguimento per ancora molti anni dell'attività del frantoio presente all'interno del Sic, a Magliano. A dirsi contrari, fino ad ora, sono già stati il Consiglio di quartiere di Magliano, i Comuni di Forlimpopoli e di Bertinoro.

"Anche la Provincia di Forlì-Cesena, che abbiamo incontrato giovedì scorso, ha espresso la propria avversione - spiegano gli ambientalisti -. Ora attendiamo il pronunciamento della Regione Emilia-Romagna e soprattutto ci aspettiamo che Provincia e Regione promuovano dei precisi atti amministrativi per bloccare una decisione sbagliata e di dubbia legittimità votata a maggioranza dal Consiglio comunale di Forlì. Oltre alla raccolta di firme, in corso anche online, per sensibilizzare l'opinione pubblica e fare conoscere meglio le ragioni del No alla cava ed al frantoio, sabato 5 giugno, organizzata dall'associazione Meandri di Selbagnone, si svolgerà la tradizionale pedalata ecologica lungo il fiume Ronco con partenze da Selbagnone, Magliano, Meldola e Forlì (il raduno è in Piazza Saffi alle ore 14)".

"Inoltre giovedì 10 giugno si svolgerà un incontro pubblico a Forlimpopoli al quale oltre ai cittadini saranno invitati tutti i Comuni più direttamente interessati, la Provincia, la Regione e tutto il mondo associativo forlivese L'apertura della cava, lo ricordiamo, va contro il Piano cave della Provincia e contro la normativa della regione che vieta l'apertura di nuove cave all'interno della Rete Natura 2000 . viene annunciato -. La Rete Natura 200 è nata su iniziativa dell'Ue con una precisa Direttiva del 1992 per tutelare le aree più ricche di biodiversità e più fragili e per conservare le specie animali e vegetali più rare . In questa rete è presente anche il SIC "Meandri del Fiume Ronco" istituito dalla regione nel 2000".

Per gli ambientalisti "è incomprensibile la decisione del Comune di Forlì perché proprio oggi, di fronte alla progressiva perdita di biodiversità e di spazi naturali in atto a livello planetario, si mette a rischio la rinaturalizzazione in corso nell'unica area protetta presente nella pianura Forlivese . Il Piano cave del Comune di Forlì ha previsto la possibilità di estrarre nei prossimi 10 anni ben 2, 5 milioni di metri cubi di ghiaie e sabbie suddivisi in sei poli estrattivi. Una quantità enorme di inerti a fronte di un fabbisogno calante di nuove costruzioni edili. Soprattutto non si capisce perché si debba prevedere oggi una nuova cava proprio dentro il Sic dove dalla fine degli anni 90 le attività estrattive sono state interdette e l'area ha ripreso un volto naturale che attira migliaia di cittadini, di turisti e di scolaresche. Ricorreremo con tutti i mezzi contro questa scelta immotivata e sbagliata che penalizza la natura ed i cittadini, ricorrendo all'Ue ed al Ministero. Confidiamo che il Comune di Forlì ritorni sui suoi passi e che Provincia e Regione facciano prevalere rapidamente le norme in vigore e più in generale l'interesse pubblico su ogni altra valutazione particolare".

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