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Cronaca

"Noi stiamo con Mimmo Lucano": in Piazza Saffi una manifestazione a sostegno dell’ex sindaco di Riace

Il 30 settembre Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, è stato condannato dal Tribunale di Locri a 13 anni di carcere

Mercoledì alle 18.30 in Piazza Saffi è in programma un corteo in solidarietà a Mimmo Lucano. Una manifestazione voluta dal Centro per la Pace, Cgil Forlì, Emergency Forlì-Cesena, Forlì Città Aperta, Libera Forlì-Cesena, Libera presidio Giuseppe Letizia Forlimpopoli, Libera presidio Placido Rizzotto Forlì, Messaggeri del Mondo, Overall Rete Culturale Faenza, Rete Studenti Medi Forlì, Scuola Penny Wirton Forlì, Unione Degli Universitari Forlì e Voce Donna per "denunciare l’ingiusta condanna che ha subito. Il 30 settembre Lucano, già sindaco di Riace, con lui simbolo e piccola capitale di bella accoglienza, è stato condannato dal Tribunale di Locri a 13 anni di carcere, in quanto colpevole di svariati reati legati proprio a quella esperienza ritenuta da tanti positiva".

"Nella notte precedente, un incendio aveva distrutto il ghetto di Campobello di Mazara, uccidendo il giovane Omar - viene ricordato -. Sono due facce della stessa medaglia, quella di un Paese che quando accoglie i migranti, poi li dimentica, lasciandoli in mano a sfruttatori e caporali. Sono i ghetti, le baraccopoli, il lavoro nero, i tanti, troppi lavoratori (perché tali sono) bruciati nelle loro baracche. Una situazione nella quale chi prova a fare diversamente, ad accogliere veramente diventa subito un eroe, un caso da esibire, un leader. Questo era diventato Mimmo Lucano, propugnatore di un progetto di integrazione e anche di rinascita del proprio paese spopolato e abbandonato. Bella storia ma decisamente rumorosa, forse troppo. Impossibile comprendere la condanna piovutagli addosso, quasi si tratti di un assassino e non invece di un uomo che ha dato tutto sé stesso per aiutare gli altri".

"È una sentenza clamorosa quella che si abbatte su Mimmo Lucano, una sentenza politica che condanna il modello Riace, ed è una notizia che accogliamo con sconcerto e rabbia. Una giustizia che colpisce chi ha sempre avuto l’obiettivo di favorire l’accoglienza e l’integrazione, una giustizia che di fatto rappresenta un’azione intimidatoria contro qualsiasi altro amministratore che provasse a realizzare una comunità fondata sui valori della solidarietà - proseguono le associazioni ., Questa sentenza è una coltellata alla nostra idea di giustizia. Una giustizia nella quale trattare con la mafia non è reato me se aiuti migliaia di persone ti trattano come un criminale. C’è stata una vera campagna di denigrazione e delegittimazione dello sforzo di una comunità, a partire da chi all’epoca aveva il compito di rappresentarla. Lo sforzo di invertire una prassi e un metodo fondati sul respingimento di corpi, vite, sofferenze offrendo, al contrario, una modalità costruita sull’ascolto, l’inserimento, la dignità".

"Non si può infine tacere il fatto che la parabola di un uomo impegnato in una forma pubblica, dunque sotto gli occhi di chiunque, a trovare una via di rispetto umano verso “l’altro” da noi, quella ricerca faticosa e non scontata trova in una giornata per molte ragioni buia la risposta meno umana che si potesse ipotizzare. Tacere su questa realtà non sarebbe un bene per la stessa giustizia che ogni cittadino ha il diritto di rivendicare per sé e per gli altri - viene rimarcato -. Adesso la battaglia di Mimmo Lucano proseguirà come è naturale che sia nella speranza, vorremmo fosse la convinzione, che un esito diverso possa ancora realizzarsi e che una storia “bella” non debba per forza concludersi con un “brutta” fine. Noi sentiamo questa condanna sulla nostra pelle, in quanto stiamo cercando di costruire una realtà solidale e accogliente nella nostra città. Saremo quindi in piazza per ribadire che i valori di giustizia e solidarietà vengono per noi prima di ogni altra cosa, e che nessuna sentenza politica ci farà cambiare idea su questo".

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