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Cronaca

Nuovi supermercati in città, i commercianti: "Piano del commercio indifendibile, serve forte discontinuità"

"Attendiamo da questa amministrazione un cambio di passo e segnali di discontinuità più concreti, tenuto conto che, al momento, si sta limitando a dare corso all'attuale quadro di programmazione”

“Il rilascio delle autorizzazioni per l'apertura dell'ennesimo supermercato in via Bertini non è altro che la rappresentazione plastica della disastrosa lettura tecnica e politica che ha originato nel 2017 la variante col 'Piano del commercio' per localizzare le medie strutture di vendita”: ancora una volta firmano assieme la nota di protesta le due associazioni Confcommercio, col direttore Alberto Zattini, e Confesercenti, col direttore Giancarlo Corzani. 

L'ultima approvazione, infatti, torna a far mettere nel mirino la variante tematica del Piano Operativo Comunale (POC) e del Regolamento Urbano Edilizio (RUE) con cui la giunta di Davide Drei alla fine del 2017 ha dato il via libera ad oltre 90 aree commerciali potenziali in città. Una sorta di deregulation urbanistica che sta di fatto cambiando il volto del commercio in città, partendo proprio dall'area di via Bertini, dove in tre anni si sono moltiplicati i progetti di insediamento commerciale. L'ultimo in ordine di tempo è il progetto di un supermercato 'Md' autorizzato dalla giunta comunale nello stesso isolato in cui lo scorso ottobre sempre il Comune aveva autorizzato, con una delibera di consiglio comunale, un altro supermercato (indicato all'epoca a marchio Eurospin) e a pochi passi da altri due supermercati uno di fronte all'altro (Crai e Aldi). Mentre si è chiuso un altro progetto, ma solo solo per rinuncia del proponente, che avrebbe portato altri 2.500 metri quadri di superficie di vendita a marchio Esselunga, sempre in quel tratto di via Bertini.

Sono sostenibili tutte queste medie strutture di vendita? Commentano Corzani e Zattini: “Alla base di tutto vi è l'errore radicale commesso allora decidendo, non obbligati, di rinunciare a distinguere le aree idonee ad ospitare superfici alimentari da quelle idonee ad ospitare solo superfici di vendita non alimentari, anche alla dimensione fino a 1.500 mq. Ne è conseguito che oltre 90 aree son state validate e tutte potenzialmente utilizzabili per insediare supermercati, se contenuti alla dimensione di 1.500 mq di superfice di vendita”.

Continua l'attacco al Comune: “La seconda, pessima, gestione amministrativa è riconducibile alla inaccettabile analisi di impatto ambientale e di accessibilità che ha supportato la validazione delle aree più critiche, tra queste sicuramente quelle riguardanti il quadrante di città in cui è ricompresa  via Bertini e che dalle nostre associazioni fin d'allora sono state stigmatizzate e portate all'evidenza pubblica e degli amministratori. Lo stiamo ripetendo da 4 anni ed ora lo capiranno anche i più distratti”.

“A nostro parere non era giustificabile, tra le altre, la previsione di una possibile autorizzazione a costruire due supermercati adiacenti, nel punto più critico della viabilità forlivese, cioè in aderenza al sottopassaggio ferroviario di via Bertini. Se un'Amministrazione non ha gli strumenti per governare situazioni come queste, significa che il sistema è rotto. In realtà gli strumenti e gli elementi per una diversa programmazione c'erano sicuramente allora, come oggi ci devono essere modalità per un'analisi corretta ed insormontabile degli impatti di queste aperture”.

Sempre Confcommercio e Confesercenti: “Chi ha avuto allora la responsabilità politica di queste scelte urbanistiche è già passato ad altro. E' ora che si discuta anche di chi, ancora, ne ha la responsabilità tecnica. Incombe sulla via Ravegnana una dinamica simile ed è veramente troppo.  Il tema non riguarda solo l'ennesima sottolineatura di chi come noi, in quanto Associazioni di categoria, rappresenta interessi di parte, ma la necessità di porre all'attenzione pubblica come si stia dando corso a delle politiche urbanistiche indifendibili. A questo proposito però attendiamo da questa amministrazione un cambio di passo e segnali di discontinuità più concreti, tenuto conto che, al momento, si sta limitando a dare corso all'attuale quadro di programmazione”.

“Per parte nostra abbiamo già sollecitato un diverso modo di approcciare l'esame tecnico oggettivo di un aspetto rilevante e dirimente qual è quello che attiene all'accessibilità ed all'impatto ambientale delle aree validate per le medie superfici di vendita, il che già potrebbe depotenziare, se non addirittura impedire, tutta una serie di realizzazioni di cui, diversamente, chi ne ha la responsabilità, dovrà vergognarsi negli anni a venire”, è la dura conclusione di Zattini e Corzani.

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